Informa mentis

Creato il 19 maggio 2013 da Pasquale Allegro


È un modo di procedere, una modalità dell’essere che poi si realizza nella scrittura, da giornalista sempre in procinto di informare, di sedurre la precaria sete di conoscenza per grammi di momento. È un informa mentis.   Ma chi non desidera sapere, anziché conoscere, informarsi?  “La conoscenza si basa non solo sulla verità, ma anche sull’errore”, diceva Jung, senza conoscere poi i velinari della domenica e del lunedì dei fogli quotidiani pieni zeppi di sport e fantasia da comunicato d’oro mille caratteri. Ci sono cose che vanno raccontate, che vanno scarnificate come si vivesse di narrazione, per ricreare gli eventi come in un cambio di scena senza mani né penne, per far parlare di sé quella mano e quella penna: sbraitare di suoni da una pagina scritta è rischiarare la voce ai personaggi ritratti.  Ma dove sono più i ritratti? Ci sono solo nomi, tanti nomi, spiattellati, masticati, riportati, identificati, costipati nell’ingerenza degli alti e bassi della notorietà. Ci sono solo informazioni, ci sono solo sfornate della domenica, baguette da consumare in tutta fretta, prima di un domani stantio di piattellume nello stomaco. Sfilate di nomi presenti, presenzialisti, sindaci e correnti istituzionali che presenziano, che parcheggiano dotati di sola, agevole, convenzionale, boriosa, accentuata presenza.  Ma così come non si percepisce il racconto del tempo standosene seduti ad osservare foto, non basta presenziare all’evento per dare alla notizia un corpo; c’è un passaggio di vera essenza che si tinge dei colori della profondità, il passaggio dal gesto comunicativo della citazione al tributo contemplativo della narrazione.

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