: Infrastrutture e programmi politici

Creato il 09 agosto 2012 da Marcoianes

> Nel mio errabondare vacanziero, mi è capitato di visitare alcuni luoghi che portano, per alcuni aspetti, innovazioni tecnologiche, unite a problemi strutturali evidenti.
> Ho visitato uno dei più grandi parchi eolici del sud, in Calabria e, qui, ho notato subito che molti aerogeneratori erano inattivi; parlando con un ingegnere della società spagnola che ha fornito gli aerogeneratori e che mi ha ospitato per questa mia visita,ho scoperto che il parco eolico sta lavorando a ritmo ridotto per il semplice motivo che, la rete elettrica che accoglie la produzione, non è in grado di sopportare tutta l'energia che potrebbe essere prodotta. Quindi, il parco eolico conta 75 macchine da 50 MW l'una, per totale di 3.750 MW di produzione possibile, ma solo la metà di questa può essere sfruttata, perchè il distributore di zona non ha ancora adeguato le linee! E, il peggio è che, il gestore del parco eolico, riceve ugualmente gli incentivi per la potenza nominale, cioè su una stima del producibile a potenza totale, poiché la mancata produzione non è a lui imputabile. L'inadeguatezza delle infrastrutture produce un triplo danno economico: il primo è quello della ovvia perdita di energia rinnovabile non producibile per i fermi macchina, il secondo è quello riguardante l'erogazione totale degli incentivi nonostante la mancata produzione e il terzo è quello che, a livello nazionale, da qualche altra parte quell'energia mancante dovrà essere reperita da altre fonti, magari non rinnovabili. Saluto l'ingegnere e mi avvio a tornare al mio campeggio e, sulla strada mi imbatto in un'altro grande problema infrastrutturale: un acquedotto a servizio dell'irrigazione dei campi, con notevoli falle che determinano grandi perdite di acqua! Anche qui, mi fermo per fare una fotografia e chiedo al contadino,sul campo vicino, da quanto va avanti quella perdita. Lui, candidamente, mi risponde che sono più di due anni che ha segnalato il guasto al consorzio irriguo della zona, ma non hanno i soldi per sostituire la tubazione e, quindi, devono arrangiarsi a tenerla così. Di riparazione non se ne parla, perchè non c'è nessuno che vuole farla! Ancora un problema strutturale italiano! Proprio al sud, dove l'acqua non abbonda di certo!
> Ecco, solo alcuni esempi concreti di piccole, grandi opere necessarie allo sviluppo del nostro Paese, senza montarsi la testa e pensare a grandi e inutili infrastrutture, sarebbe ora di pensare ad adeguare e migliorare le reti nazionali (elettriche, idriche, telecomunicazioni e viarie). In questo, a mio avviso, la politica è quanto mai lontana dalla capacità di organizzare interventi e predisporre corretti finanziamenti. Ma di queste opere, come mai nessun politico ne parla? Come mai tutti sono bravi a proporre nuove cementificazioni o nuove opere mastodontiche (ponte di Messina docet...) e nessuno si rende conto che lo sviluppo ed il progresso hanno bisogno di reti infrastrutturali adeguate? In questo settore, si potrebbero creare anche nuovi posti di lavoro, nuovi appalti pubblici realmente necessari alla collettività. Chi avrà la capacità di provare a prendere in mano questa situazione? A mio avviso, solamente chi realmente opera giornalmente nell'ambito delle costruzioni ma, si sa, noi tecnici non siamo in grado di comprendere la politica, così com'è attualmente; però, alcuni di noi ci vogliono provare, per tentare di dare luce ad un sistema diverso, proiettato a soddisfare, o almeno a tentare di soddisfare, le reali necessità della comunità. Alcuni di noi si stanno mettendo a servizio della collettività per elaborare un programma di "piccoli,grandi opere", che serviranno per il reale sviluppo del Paese. Lo stiamo facendo a livello nazionale e anche localmente, con la costituente ecologista che sta partendo con il progetto Ecologisti e reti Civiche-Verdi Europei. Per elaborare un programma di governo nazionale e provinciale, che metta al centro il benessere dell'individuo, nel rispetto delle risorse naturali che non sono infinite e vanno gestite con oculatezza e parsimonia; ma non solo: etica politica, un nuovo modello economico possibile ed eco-sostenibile, nuovi rapporti tra Stato e autonomia, in una visione europeista, ma che garantisca la salvaguardia degli aspetti positivi, e sono molti,della nostra autonomia. Con uno sguardo al futuro dei giovani, che devono avere sempre più spazio, sia in politica che nel lavoro, in prospettiva di creare una nuova classe dirigente, non stanziale, ma dinamica, aperta alle innovazioni. Abbiamo un sogno e, ora, stiamo cercando di strutturarlo, perché possa diventare una realtà vivibile e sostenibile.
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> Marco Ianes co-portavoce Ecologisti e reti civiche Verdi Europei
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> E-mail: marco@marcoianes.net
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>> L'acquedotto che perde, in Calabria.
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