Secondo i risultati di un sondaggio effettuato dall’INGV, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, gli Italiani sono poco consapevoli circa il rischio sismico e le conseguenze che un terremoto può avere: in particolare, è stato rilevato che sono proprio coloro che vivono nelle zone a più alto rischio a essere informati in materia.
I comuni italiani sono classificati in quattro categorie riguardanti il rischio sismico, facendo riferimento all’intensità e alla frequenza di terremoti in quella particolare area: la Zona 1 è quella a sismicità alta, la Zona è a sismicità media, la Zona 3 a sismicità bassa e la Zona 4 a sismicità molto bassa. Napoli e provincia rientrano nella Zona 2, ad eccezione dei comuni della Penisola Stabiese-Sorrentina che sono in Zona 3, mentre gran parte del Sannio e dell’Irpinia, in corrispondenza degli Appennini, rientrano nella Zona 1; il resto della Campania è inclusa nella Zona 2, ad eccezione della parte costiera più meridionale del Cilento e parte del litorale casertano.
Tornando al sondaggio INGV, ben 9 cittadini su 10 che risiedono in un comune della Zona 1 sono scarsamente informati circa il rischio sismico nella propria area, mentre sono 7 su 10 in Zona 2 e cinque su dieci in Zona 3. Un dato a dir poco allarmante in Italia, paese caratterizzato dalla presenza catena montuosa degli Appennini, che è in costante movimento, e da vari vulcani, segnato da esemplari catastrofi sismiche come quelle dell’Irpinia, dello Stretto di Messina, di L’Aquila, dell’Emilia o dell’Umbria-Marche.