Il calcio è l’arte di comprimere la storia universale in 90 minuti.
Se anche uno serio come George Bernard Shaw ha dedicato qualche pensiero allo sport più amato d'Italia direi che noi non possiamo esimerci. Cerchiamo però di farlo a modo nostro.
A meno che non viviate in un eremo isolato dal mondo (ma in questo caso probabilmente non starete leggendo il nostro blog), non vi sarà sfuggito che oggi 12 giugno inizieranno i Mondiali di Calcio 2014. Per molti di voi sarà come se Natale arrivasse due volte quest'anno, per altri poveri derelitti destinati a rimanere eternamente minoranza silenziosa (tra cui la sottoscritta) si tratta di un momento di decadimento morale e culturale di proporzioni bibliche da schifare come la peste.
Per settimane si parlerà solo ed esclusivamente di calcio, inutile sarà ogni tentativo di fuga, per cui tanto vale rassegnarsi e fare buon viso a cattivo gioco facendo qualche lettura sul tema: se anche non diventeremo appassionati tifosi almeno ci saremo un po' divertiti e avremo qualcosa da dire la prossima volta che a tavola scoppia l'ennesimo dibattito calcistico.
Ecco quindi le nostre proposte di lettura che vanno dal "classicissimo" Hornby a epiche storie del calcio mondiale e locale, fino a romanzi meno conosciuti ma da riscoprire più la bonus track Benni che racconta di un calcio un po' particolare.
Come sempre: Buona Lettura!
«Mi innamorai del calcio come poi mi sarei innamorato delle donne: improvvisamente, inesplicabilmente, acriticamente.» La passione per il football e l'amore per la squadra del cuore possono, si sa, essere così intensi da trasformare radicalmente la vita di un uomo, e così è stato per Nick Hornby, tifoso dell'Arsenal fin da bambino.
In Febbre a 90' racconta in prima persona, con tono ironico e affettuoso, appassionato e divertito, gli entusiasmi e le depressioni, le impagabili emozioni e le cocenti delusioni vissute da un "ossessionato" del pallone.
Una vera e propria "educazione sentimentale" del tifoso, un atto d'amore che può contagiarci per sempre, una vita vissuta ed esplorata attraverso il calcio quando il calcio era la vita.
Che cosa ci spinge a seguire dal vivo, per radio, sul televideo, o addirittura per posta, una squadra di calcio nelle sue non sempre fulgide prestazioni? Da cosa nasce l'ossessione che ci lega alla nostra squadra del cuore? Attaccamento, esaltazione, fanatismo, ma anche sofferenza, patema, tormento: sono solo alcune delle molteplici sfumature che la passione calcistica può assumere e, quando a metterle sulla pagina sono brillanti scrittori, il lettore riesce ad assaporare il gusto di ogni emozione che il calcio riserva. Una raccolta di storie in cui la passione per uno sport amatissimo si sposa con il talento della scrittura, riuscendo a restituire quel miracolo di ingenuità, irrazionalità e disperazione che è l'essenza del tifo calcistico.
Come ogni sudamericano, l'autore del libro sognava da bambino di diventare un grande calciatore e l'essere divenuto uno scrittore di fama, non l'ha guarito dal rimpianto di esser stato il peggiore giocatore mai comparso nei campetti del suo paese. Questi racconti sono la celebrazione del sogno che il calcio rappresenta nell'immaginario della gente e del mondo che gira intorno al pallone. Un mondo in cui si incontrano i tifosi in pellegrinaggio verso lo stadio; il gol, "orgasmo" del calcio; il portiere...
Nell’estate del 1996 lo scrittore americano Joe McGinniss (autore di best seller come The Selling of the President, Fatal Vision, Blind Faith e The Last Brother) si reca in un piccolo paese abruzzese di soli 5 mila abitanti, Castel di Sangro. Perdutamente innamorato del calcio italiano, McGinniss intende seguire passo passo il campionato 1996-97 della squadra locale, che è reduce da un’impresa salutata come «un miracolo»: il Castel di Sangro è riuscito a conquistare la promozione in Serie B, e disputerà il nuovo campionato affrontando squadre cittadine come il Torino, il Genoa, il Padova, il Venezia e il Bari, nel tentativo di ripetere «il miracolo» rimanendo in serie B. In questo libro McGinniss racconta la sua lunga permanenza a Castel di Sangro al seguito della squadra, e tutte le vicende di cui è stato testimone diretto nel corso del campionato 1996-97. Vicende calcistiche – in un’altalena di vittorie e sconfitte – intrecciate a retroscena di ogni genere: affarismi, scandali, ambiguità, drammi, e italiche furbizie. Scritto con passione e ironia, popolato di personaggi memorabili, avvincente come un thriller, Il miracolo di Castel di Sangro è un capolavoro narrativo. Un’opera capace di trascendere l’aspetto meramente sportivo, per disegnare un impietoso e veristico ritratto della realtà italiana.
Londra è sinonimo di football. Nella capitale inglese sono state codificate le regole poi adottate in giro per il globo, sono nate la prima federazione nazionale, la prima lega e la prima competizione a squadre. Nessuna città al mondo può vantare così tante squadre professionistiche, così tanti derby, così tanti stadi. Il filo conduttore di questo libro è l'Arsenal. Il club più vincente e con il maggior numero di tifosi di Londra.
Nel 1974 l'eccentrico Brian Clough, ex calciatore noto per i suoi tanti successi, accetta di sostituire il leggendario Don Revie e allenare una delle più difficili squadre del campionato di calcio inglese: il Leeds United. Giocatori altezzosi, competitivi, in cima alla classifica, ma aggressivi e scorretti. Disposti a tutto pur di vincere. Clough sa che non sarà semplice far funzionare le cose, eppure non rifiuta l'incarico: spinto da un orgoglio infinito accetta, nella convinzione di poter trasformare il Leeds in una squadra che vince senza imbrogliare. Inizia così la cronaca avvincente e disperata dei quarantaquattro giorni del più carismatico e controverso allenatore del Leeds United. Brian Clough è un uomo ambizioso, incontenibile e, nonostante gli enormi difetti, sostenuto da un fortissimo senso morale. La sua è una lotta quotidiana contro una squadra che odia (peraltro ricambiato), contro fantasmi che non smettono di perseguitarlo nelle notti insonni fra alcol e sigarette.
Clarkston, Georgia, era una tipica cittadina del Sud fino a quando non è stata designata nel 1990 come centro di accoglienza per i rifugiati, diventando la prima dimora americana per innumerevoli famiglie in fuga dalle zone di guerra di tutto il mondo. Improvvisamente le sue strade si sono riempite di donne che indossano il velo, ovunque si è diffuso il profumo del curry e del cumino, e ragazzi di ogni colore hanno iniziato a giocare a calcio in qualunque spazio disponibile. La città è diventata anche la casa della carismatica Luma Mufleh, una donna giordana che ha studiato negli Stati Uniti e che ha fondato una squadra giovanile di calcio composta dai ragazzi di Clarkston. E quei ragazzi hanno trovato un nome per la loro impresa: i Fugees, i Rifugiati. L’incredibile storia dei Fugees inizia il giorno in cui Luma vede qualcosa di inaspettato. C’è un gruppo di ragazzi, sopravvissuti alle guerre, alla violenza delle vendette tribali, alla morte di fratelli e genitori, forse al loro stesso passato di soldati bambini costretti alla barbarie. Stanno giocando a calcio, con una passione e una grazia che sembrano annullare gli effetti di ogni orrore, paura o solitudine che quei ragazzi possono aver provato. È un attimo rivelatore, e Luma comprende in un istante quale sarà il suo destino.
Un pomeriggio del giugno 2004 gli aspiranti calciatori accorrono entusiasti, speranzosi e increduli al primo provino dei Rifugiati. Per formare una grande squadra Luma cerca di scoprire ed esaltare ciò che hanno davvero in comune. «Ci disse che eravamo tutti stranieri, e che questa era una squadra che unisce tutti. E chi non ci riesce se ne va a casa».
In una cittadina degli Stati Uniti esiste una squadra di calcio unica al mondo, un incredibile gruppo di ragazzi senza patria e con un futuro difficile: i Fugees, i Rifugiati.
Giovani calciatori di ogni nazione, Etiopia, Burundi, Afghanistan, Congo, Iraq, Liberia, Sudan, Somalia, Bosnia. Scappati all'orrore delle guerre civili, dalla povertà, dalla devastazione e dalla violenza.
Allenati da una donna che viene dalla Giordania.
Calcio e politica, talento e sudore: una storia vera di sport e generosità, di riscatto e speranza. Un esempio e un modello per ogni paese del mondo, dal cuore di un'America che vuole rinascere nel segno della libertà e dell'orgoglio civile.
Quattro amici guardano in televisione la finale dei Mondiali di calcio del 1998. Non hanno ancora trent'anni, e hanno condiviso la giovinezza, gli studi, l'esercito, le avventure, i sogni e le difficoltà, le speranze e gli amori. Sono uniti da un legame intenso, dal bisogno profondo di parlare e di confrontarsi su tutto, senza vergogna, affrontando le lacrime e la gioia, la vita in ogni suo aspetto. Yuval, il narratore, ha un animo buono e una spartana educazione anglosassone; Churchill è un egoista irresponsabile ma trascinante, ed è il fondatore della loro gang dai tempi del liceo. Ofir vive di parole e brucia ogni giorno la sua creatività in un ufficio pubblicitario. Amichai vende polizze mediche ai malati di cuore, è già sposato e ha due figlie. Durante la partita Amichai ha un'idea: perché non scrivere su un foglietto i propri desideri, i sogni per gli anni a venire, per poi attendere la prossima finale della coppa del mondo e vedere se si sono realizzati? Quel giorno in cui sta per scrivere il suo bigliettino Yuval ha da poco incontrato Yaara, e sa già che è la donna della sua vita. Nel bigliettino dei desideri Yuval scrive: "Ai prossimi Mondiali voglio stare ancora con Yaara. Ai prossimi Mondiali voglio essere sposato con Yaara. Ai prossimi Mondiali voglio avere un figlio da Yaara. Possibilmente una figlia". Il suo destino, e quello dei suoi amici, è pronto a mettersi in moto.
Un'oscura e crudele profezia che appare sui muri, scritta da una mano invisibile, incombe sulla ricca e corrotta terra di Gladonia. Anno 1990 e rotti: Memorino, Lucifero a Alì, gli spiriti più ribelli dell'orfanotrofio dei Celestini, fuggono per poter rappresentare Gladonia al Campionato Mondiale di Pallastrada, organizzato dal Grande Bastardo in persona, protettore degli orfani di tutto il mondo. Al loro inseguimento si lanciano Don Biffero, il priore Zopilote dal segreto diabolico, e Don Bracco, il segugio di orfani, nonché il celebre e cinico giornalista Fimicoli con il fedele scudiero-fotogarfo Rosalino. Nella fuga e nell'inseguimento si incontrano, si perdono e si ritrovano personaggi strordinari, i nove pittori pazzi Pelicorti, la bionda e misteriosa Celeste, i magici gemelli campioni da pallastrada, il re dei famburger Barbablù, il meccanico Finezza, il professor Eraclitus, l'Egoarca Mussolardi, l'uomo più ricco e fetente di Gladonia, e le numerose squadre di pallastrada provenienti da tutto il mondo, leoni africani, sciamani, pivetes e volpette lapponi. Ma dopo l'ultimo scontro tra Celesti e Diavoli la profezia del palazzo...