Come spesso mi capita il sabato, ho acquistato il Corriere della Sera cartaceo, assieme al quale è allegato Io Donna, il suo supplemento femminile settimanale. Generalmente molto interessante e pieno di articoli e approfondimenti di gusto anche piuttosto maschile. Questa settimana vi erano molti “pezzi” dedicati al femminismo, alla sua evoluzione, alle quote rosa e alla fondamentalmente triste situazione delle donne in Italia. Arrivato poco oltre pagina 200 (!) noto una pagina pubblicitaria letteralmente “shocking” (nel senso del colore di sfondo) di Trenitalia, che recita testualmente:”Offerta shocking – Con la ‘Promo rosa’ le donne viaggiano gratis”. Apperò! Anzi, no: solo però. Perché c’è un però piuttosto pesante: continuando la lettura si scopre che la promozione è sì riservata alle donne ma a patto che durante la settimana viaggino in famiglia (fra tre e cinque persone) con un bambino fino a 12 anni e che durante il weekend viaggino in coppia. Come dire: se non sei mamma, moglie, nonna o zia, non sei una vera donna. Capisco il bisogno di fare una promozione pro-donna senza rischiare il collasso economico ma non bastava buttarla un po’ più sul generico? Ad esempio con “un biglietto gratis per chi ne acquista tre o più sulla stessa tratta se almeno uno dei tre passeggeri è una donna”? Questo anche perché – vista l’utenza media delle ferrovie italiane – mi pare molto più facile che siano gruppi di studentesse o semplicemente di adolescenti a poterne trarre vantaggio piuttosto che l’intera famiglia Brambilla, che generalmente si sposta in macchina e difficilmente – soprattutto durante la settimana – va in gita da qualche parte riuscendo a conciliare gli impegni di madre, padre e figli.
Detto questo, volevo capire un po’ meglio (magari mi sbagliavo) e sono quindi andato sul sito di Trenitalia (anche sulla pagina stampa c’è l’indicazione www.ferrovidellostato.it in bella evidenza), dove sono sicuro troverò tutti i dettagi di tutte le promozioni in atto al momento. Arrivo sulla Home Page. Orari, informazioni, promozioni di ogni tipo ma l’unica cosa che somiglia a quello che mi interessa è lo strillo di “Frecciarosa”, ovvero una serie di iniziative di tipo promozionale, informativo e di sensibilizzazione sui temi della salute, dei diritti e della sicurezza delle donne. Della Promo rosa nessuna traccia. Strano. uso allora il box di ricerca e finalmente trovo qualcosa. Questo:
Ecco, a parte le condizioni che sono apparentemente diverse da quelle che ho trovato sulla pagina stampa (e scommetto che in biglietteria mi direbbero qualcosa di ancora diverso), qualcuno mi può spiegare come diavolo sia possibile che a ottobre dell’anno del Signore 2010, in un paese presunto civile che fa parte del G8, una promozione di un servizio pubblico NON sia acquistabile online?!?! Per quale maledettissimo motivo?
Sul fatto di considerare le donne solo come madri o mogli posso anche lasciare il beneficio del dubbio di una mia interpretazione sviata dal pregiudizio ma sull’esplicita dichiarazione di non-fruibilità tramite mezzi digitali direi che non ci sono dubbi.
Ancora una volta: povero paese, povera Italia.
p.s. Ma vogliamo poi parlare del fatto che – al di là del non poter acquistare il servizio su web senza darne spiegazione – la Home Page di Trenitalia ha centinaia di migliaia di accessi ogni giorno e nonostante questo non sia utilizzato come mezzo principe per spingere la promozione in questione? Sono onestamente convinto – senza che la RCS e gli altri editori e concessionarie cartacee me ne vogliano – che in temini di costo-efficacia sarebbe stato molto più utile usare solo il proprio sito web piuttosto che spendere soldi in una campagna stampa costosa e -a mio modo di vedere – poco politicamente corretta.