No, non è il titolo di un film e non è nemmeno di un libro che voglio parlarvi oggi. Questo è forse uno dei post più importanti che appariranno su queste pagine. Un pezzo di me e della mia vita che si mescola all'amore per il cinema e a tutte queste recensioni e news che ci hanno fatto discutere, scontrare. Perché quello di domani è un inizio che mi vede come una donna che lavora e non immaginate (anzi immaginate eccome) quanta gioia e soddisfazione ci sia, in queste due parole.
Non ho firmato nulla che duri in eterno e non ho certezze che vadano a tempo indeterminato. Ma voglio godermi comunque questo attimo che riempie un vuoto che mi corrode da dentro, da troppo tempo. Per placare almeno la rabbia e nascondere la delusione e l'odio per un paese che sembra non dare speranza a nessuno ormai. Ecco, questa sensazione volevo condividerla con voi. Volevo fissare questo momento ripensando alle parole del direttore mentre leggeva il mio curriculum. "No. Vabbè. Ma dai. Tu sei sprecata per fare pagnottelle. Ma non si può trovare di meglio a questa ragazza?". Lo diceva rivolgendosi a una delle manager che gli era accanto. Ma in cuor suo sapeva che quel lavoro per me era tanto importante da farmi vedere quelle pagnottelle come la cosa più bella che mi potesse capitare...
Non ho mai snobbato niente e nessuno, considero ogni lavoro degno di rispetto e so che, al contrario di quanti ancora sostengano, vale lo stesso per tutti i giovani e non, disperati perché quel lavoro tanto atteso non arriva. La mia laurea in Lettere mi ha insegnato soprattutto questo. Che la vita non ti aiuta quasi mai a far conciliare ciò che ti capita con quel che ami davvero. Ma pensare ogni giorno a quante cose io potrei fare, mi aiuta ad amare allo stesso modo anche quelle che non avevo mai preso in considerazione. In quei libri capivo che fuori poi nulla è facile e nessuno ti offre su un piatto d'argento, il futuro che provavi a disegnarti a diciassette anni. E così, col tempo e con gli anni che passano, impari a ponderare il peso dei tuoi diritti e dei tuoi doveri. E sai che non sarai mai un uomo o una donna libera, finché non dovrai più combattere con te stessa tutti i giorni, per un diritto che pensi sia soltanto un lontano racconto, scritto in aramaico e mai letto o addirittura scritto.
Ebbene sì. Inizio domani...
E nella mia testa canto questa canzone