Titolo: Innamorarsi a New York
Titolo originale: Before I forget
Autore: Melissa Hill
Traduttore: Lucilla Rodinò
Editore: Newton Compton Editori
Prima edizione italiana: 14 giugno 2012
Prima edizione: Hodder Paperbacks Published -
9 luglio 2009
Pagine: 343
Prezzo: Rilegato - € 9,90
Quando ho finito di leggere questo libro avevo gli occhi a cuoricino, e non solo per modo di dire. Se mi avessero scattato una foto avrebbero potuto basare un nuovo Stregatto su di me, tanto era ampio il mio ghigno soddisfatto.
Ma andiamo alla storia.
Abby è appena uscita da una relazione molto intensa e molto soffocante con Kieran, l’uomo della sua vita, l’uomo che non potrà dimenticare finché ops, non le cade una tegola in testa. E no, in realtà di lui non si dimentica, ma si dimentica di molte altre cose. La sua memoria a breve termine è infatti compromessa e rischia di perdere tutti i nuovi ricordi. Dopo i primi momenti di sconforto, però, Abby riesce a risollevarsi con un nuovo scopo: raccogliere più ricordi possibile e dare una svolta alla sua vita. È questa l’occasione per riallacciare i rapporti con amiche e famiglia, e il primo passo è un viaggio a New York per andare a trovare la sorella che ha appena avuto una bambina. Proprio qui, nella magia della Vigilia di Natale, incontrerà Finn, dolce e gentile, saprà fare breccia nel suo cuore, ma riuscirà a lasciare una traccia anche nella sua memoria?
Non svelo altro perché il romanzo va gustato senza sapere prima troppi dettagli.
Galeotta fu New York e chi la visitò, ma di lei c’è veramente poco e ne sono rimasta un po’ delusa. Dal titolo e soprattutto dalla trama mi sarei aspetta più scene in questa città e quando ho capito che non ci sarebbe più stata ci sono rimasta male. Sono stata invece piacevolmente colpita dall’originalità di alcune scene, in particolare quelle in cui vengono presentati i due personaggi principali: Abby e Finn. La prima volta che entrano in scena, l’autrice ha saputo creare un gioco molto divertente che mi ha sorpresa. Purtroppo in altre scene, invece, è caduta in alcuni schemi un po’ triti che a volte hanno reso la lettura più lenta. Apprezzo i romanzi che sanno indagare i sentimenti dei personaggi, ma in alcuni casi la Hill ha esagerato, privilegiando l’aspetto dei ragionamenti interni (spesso un po’ banali) invece dell’azione e della dimostrazione da parte loro di cosa pensavano.
Non so se sono riuscita a spiegarmi.
Diciamo che più di un brano in cui un personaggio elenca gli stati emotivi in cui si trova, dicendoti anche che gli prude il naso, preferisco una scena in cui posso vedere cosa pensano dal loro atteggiamento e dalle loro parole. Questo secondo me è quello che è mancato del romanzo, dove tutti parlando di cosa provano ma, appunto, restano più parole che fatti.
Nonostante questo dettaglio il libro mi è piaciuto molto in particolare la scena finale che non può mancare di lasciare soddisfatte le eterne romantiche … tra cui temo di dovermi annoverare.
Questa recensione partecipa a Hogwarts Reading Challenge.
Questa recensione partecipa a Tributes Reading Challenge.