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Caratteristiche
Obiettivi degli innesti
Piante per innesti
Tipi di innesti
Nella pratica comune del giardinaggio e dell’agricoltura esistono infinite tipologie di innesti. Alcune sono frequentemente adottate, altre meno. L’importante è usare quelle che si addicono meglio alla pianta coltivata. Quando nel portainnesto ( pianta principale o ospitante) si inserisce solo una gemma si avrà l’innesto a gemma, quando si inserisce un ramo con alcune gemme si avrà l’innesto a marza. Quando il ramo viene incastrato all’interno della fenditura a triangolo della pianta che funge da portainnesto avremo l’innesto a incastro, quando la marza viene inserita tra la corteccia e il tronco dell’albero si avrà, invece, l’innesto a corona. Un altro tipo di innesto è quello per approssimazione che consiste nell’unire due rami. L’innesto per approssimazione può avvenire anche in maniera del tutto naturale e casuale. E’il caso di alberi che crescendo vicini tra loro si autoinnestano collegando due dei loro rami.
Varianti
All’interno delle principali tipologie di innesti appena descritti, si distinguono anche delle sottocategorie o varianti di innesti che prendono il nome dalla tecnica di inserimento usata. Gli innesti a gemma possono, infatti, essere a scudetto, con gemme prese da rami vigorosi e inseriti nella corteccia tagliata a T e coperta con mastice; a doppio scudo, cioè con la stessa tecnica ma con presenza di una terza gemma per eliminare eventuali disaffinità tra i due bionti( gemma del portainnesto e del nesto); a tassello, con gemma inserita in una porzione di corteccia tagliata in forma quadrangolare e ricoperta dalla stessa parte tagliata; a zufolo, variante dell’innesto a tassello, ma con taglio praticato longitudinalmente nella parte posteriore della corteccia. Tra gli innesti a marza si ricorda anche quello a spacco comune, con un taglio nel tronco del portainnesto che apre una fenditura di pochi centimetri dove inserire la marza. Nell’innesto a corona, la marza tagliata a V viene, invece, inserita nel tronco del portainnesto al di sotto della corteccia che viene opportunamente sollevata. Altri innesti con marza ( ramo con gemme) sono quello a cella, in cui più marze molto piccole vengono collocate in una piccola cella ricavata dal tronco. Tra le tipologie di innesti per approssimazione si distinguono, invece, quella semplice in cui si legano due rami, quello del portainnesto e della marza dopo avervi asportato la corteccia, e quello a intarsio in cui la legatura avviene dopo aver asportato sia la corteccia che una parte del legno.
Quando innestare
Il periodo ideale per gli innesti non è identico per tutte le specie vegetali trattate. Si può innestare in inverno, in autunno, a primavera o in estate. Il periodo adatto cambia anche in base al tipo di innesto da effettuare. Gli innesti a gemma si eseguono a primavera o in estate. Nel primo caso si parlerà di innesto vegetante perché la gemma attecchirà dopo circa un mese dall’innesto. Se questo viene, invece, eseguito a fine estate, le gemme resteranno chiuse e attecchiranno solo nella primavera successiva, in tal caso si parlerà di innesto a gemma dormiente. Gli innesti a gemma vegetante si effettuano ad esempio, sul mandorlo, sull’ulivo, sulla noce e sul kaki, mentre quelli a gemma dormiente sul melo, pero, susino, agrumi, cotogno, rose, lillà, albicocco, pesco e alcune specie di alberi da fiore. Innesti a gemma si possono effettuare anche in autunno, ma solo su mandarino e nespolo. In tal caso avremo sempre degli innesti a gemma dormiente. Gli innesti a marza si possono effettuare a fine inverno o a primavera. Quelli a spacco si effettuano a fine inverno e vengono praticati nei vivai per alberi da fiore e per le viti. Gli innesti con spacco, in questa stagione, hanno maggiori probabilità di attecchire rispetto ad altri eseguiti in un periodo diverso. Negli innesti a spacco, infatti, la corteccia deve essere ben saldata. Gli innesti a corona si eseguono a primavera, su piante adulte, su agrumi e su drupacee. In questa stagione la pianta è in piena vegetazione e la corteccia si stacca più facilmente favorendo proprio l’esecuzione dell’innesto a corona.
Innesti per le rose
Gli innesti, anche se rivestono un’importanza a volte fondamentale in agricoltura, sono molto utili nel giardinaggio, dove si possono creare particolari varietà di piante e fiori. Gli innesti, per il loro modus operandi, vanno considerati come delle operazioni per ottenere degli ibridi della pianta originaria i quali, grazie a quella nuova, potranno avere una colorazione, un portamento e una profumazione migliore. E’ il caso degli innesti per le rose. Le operazioni di innesto per questi magnifici fiori sono molto semplici da effettuare, ma richiedono tempo e pazienza. In genere, bastano circa due anni per ottenere dei roseti vigorosi e con un apparato radicale molto resistente. Le rose naturali si possono riprodurre anche per talea, ma quelle da giardino, spesso già ibride e con radici molto piccole, hanno bisogno di riprodursi proprio con l’innesto. Gli innesti per le rose si eseguono tramite un portainnesto di rose selvatiche. Le varietà che vengono consigliate dai florovivaisti sono la Rosa Multiflora e quella Canina. L’innesto delle rose si effettua in inverno. Durante l’autunno si interrano i semi delle bacche. Nella stagione invernale dell’anno successivo si avranno le piantine su cui innestare le parti della varietà di rosa desiderata.
Innesti piante grasse
Le piante grasse sono considerate delle piante di appartamento per eccellenza, vista la loro elevata resistenza alle alte temperature. Crescono bene in vaso e fioriscono donando all’ambiente petali dai colori intensi. Per esaltare l’effetto decorativo di alcune piante grasse si può ricorrere alla riproduzione per innesto. Innestare le piante grasse, ad esempio i cactus, è più semplice rispetto alle rose, specie per i tempi richiesti. L’innesto, infatti, dovrebbe attecchire entro un mese. Gli innesti per le piante grasse possono essere a spacco e vengono eseguiti quando la pianta è in piena funzione vegetativa. Per eseguire il taglio del portainnesto basta un coltello con lama ben affilata. L’innesto a spacco si esegue tagliando la pianta orizzontalmente nel punto in cui si è deciso di praticare la fenditura. All’interno di questa fenditura si inserirà la marza che verrà fissata non con mastice, ma tramite degli elastici. Una seconda soluzione di innesto è quello orizzontale in cui il taglio per inserire la marza viene eseguito in verticale. Dopo l’innesto la pianta va posta al riparo dalla luce e in un ambiente caldo e protetto fino a quando non si saranno asciugate le ferite dei tagli.