L'idea dell'innocenza dei gesti, unita a quella di invisibili serpenti che ne sono il contraddittorio e inevitabile rovescio, mi è sembrata molto efficace. Bellissima anche la raffigurazione delle vele, metafora della vita inutilmente in lotta.
Sì, le tue parole coglievano precisamente il senso. Oggi mi rifletto più di tutto nei versi dell’ultima strofa, come in una specchiera lucida.
Qui si sta in pace,
lungi dal mondo e dalla vita,
pieni di non aver passato,
anche il futuro s'oblia.
Qui si sta in pace.
Aveva i gesti innocenti,
ridevano gli occhi nel fondo.
Ma invisibili serpenti
la facevano del mondo.
Aveva i gesti innocenti.
Qui tutto è pace e mare.
Come lungi la vista si perde
nella solitudine che rende
ombra l'azzurro ch'è verde!
Qui tutto è pace e mare.
Sì, poteva essere stato...
Ma né volontà né ragione
hanno condotto il mondo
a diletto o soluzione.
Sì, poteva essere stato...
Ora non dimentico e sogno.
Chiudo gli occhi, ascolto il mare
e ascoltandolo bene, immagino
di veder l'azzurro inverdire.
Ora non dimentico e sogno.
Non è stato proposito, no.
I suoi gesti innocenti
toccavano il cuore
come invisibili serpenti.
Non è stato proposito, no.
Dormo, sveglio e solitario.
Cos'è stata la mia vita?
Vele d'inutile mulino:
un movimento senza lotta...
Dormo, sveglio e solitario.
Nulla spiega né consola.
Tutto è sicuro dopo.
Ma il dolore che ci devasta,
la pena di non essere due:
nulla spiega né consola.
(Fernando Pessoa, Poesie. Fotografia scattata a Cesenatico il 7 maggio 2011)