L’autunno che sarà dipende da come abbiamo lavorato finora. L’autunno che verrà, sarà la bella copia dei compiti che abbiamo fatto in estate. Quasi sempre senza parlare troppo; un po’ perché ad agosto in fondo è giusto, un po’ perché preferiamo così. Com’era il motto del webteam di Matera 2019? La differenza fra il dire e il fare è fare. Perfetto per noi. Ma quest’estate me ne è piaciuto anche un altro, di motto. Quello di Matteo Tempestini, campione di Prato: “Innova e fregatene”. Fregatene se ti dicono che cambiare è impossibile, che provarci è inutile, che accanirsi è da stupidi. Matteo Tempestini ha fatto una cosa semplice, utile e replicabile da tutti: una applicazione – diciamo così – che gira su Telegram (per chi non lo sapesse ancora, è come Whatsapp ma meglio, intanto perché rispetta davvero la privacy). Si chiama “emergenzaprato” e pescando automaticamente i dati aperti delle previsioni meteo, della protezione civile e dei cittadini sui social, manda un alert quotidiano sui rischi. Costo? Zero. Replicabilità? Totale, il codice del progetto è su github a disposizione di tutti. Utilità? Notevole.
Sono esempi come questi quelli che dobbiamo portare alla luce. E ce ne sono tanti. Ad agosto per esempio è approdata sulle pagine del New York Times la social street di Federico Bastiani: credo che sappiate tutti cos’è, sharing economy ma davvero, i cittadini di una strada che condividono sogni e bisogni su Facebook diventando comunità, combattendo gli sprechi, aiutandosi l’un l’altro.