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Inps e ” falsi invalidi “ : anche a varese ritardi sulla pelle dei piu’ bisognosi e indifesi.

Creato il 16 settembre 2011 da Andrea21948

Ancora una volta l’INPS balza alle cronache dei media nazionali e provinciali per le disfunzioni che caratterizzano il suo operato .

Poco tempo fa il  presidente nazionale   Mastropasqua ha annunciato che nel 2010 è stato revocato 23%  delle indennità di invalidità controllate . Sarebbe un’enormità se il dato fosse nudo e crudo .


In realtà si tratta del 23% di un campione ed inoltre in tali numeri rientrano coloro  cui è stata ridotta di l’invalidità di pochissimo in virtù di qualche lievissimo miglioramento o di differente valutazione della patologia esistente .

A mio avviso ciò è possibile per il fatto che per moltissime patologie le tabelle ministeriali prevedono ,ad esempio, l’assegnazione della percentuale di invalidità dal 40 al 60% , per cui una commissione può lecitamente assegnare il 55%  è l’altra il 50 % .

Oppure la percentuale viene valutata in modo diverso quando la medesima persona è affetta da più patologie che devono essere valutate con un calcolo particolare .

Non neghiamo che il fenomeno dei falsi invalidi   esista, ma deve essere ridotto alle giuste dimensioni ,chiamando in causa soprattutto i professionisti medici che, evidentemente ,per motivi diversi , non sempre eseguono una valutazione corretta : specialmente laddove la percentuale di invalidità non ha alcuna giustificazione .

Mentre l’INPS risottopone ad accertamenti anche persone da anni in coma conclamato,creando enorme disagi alla famiglia già provata da tali ,insostenibili ,situazioni, altre   migliaia e migliaia di cittadini   ( 2000 solo a Varese ) attendono di essere sottoposta alla prima visita collegiale secondo la normativa vigente .

Non sarebbe meglio che ,  stante l’attuale situazione ,tutte le risorse siano indirizzate a recuperare il pesante arretrato ?

Unitamente all’eventuale riconoscimento di invalidità, al di sopra di una certa percentuale e per certe patologie, i parenti dell’invalido hanno diritto ad un certificato,garantito dalla legge 104, che consente a lavoratori dipendenti di usufruire fino atre giorni al mese per assistere parenti invalidi

Senza il certificato l’azienda non può concedere tale agevolazione .

La lentezza dell’INPS danneggia sia la persona invalida ,sia i parenti che l’assistono .

Con buona pace del governo e del presidente Mastropasqua .

Ancora una volta l’INPS balza alle cronache dei media nazionali e provinciali per le disfunzioni che caratterizzano il suo operato .

Poco tempo fa il  presidente nazionale   Mastropasqua ha annunciato che nel 2010 è stato revocato 23%  delle indennità di invalidità controllate . Sarebbe un’enormità se il dato fosse nudo e crudo .


In realtà si tratta del 23% di un campione ed inoltre in tali numeri rientrano coloro  cui è stata ridotta di l’invalidità di pochissimo in virtù di qualche lievissimo miglioramento o di differente valutazione della patologia esistente .

A mio avviso ciò è possibile per il fatto che per moltissime patologie le tabelle ministeriali prevedono ,ad esempio, l’assegnazione della percentuale di invalidità dal 40 al 60% , per cui una commissione può lecitamente assegnare il 55%  è l’altra il 50 % .

Oppure la percentuale viene valutata in modo diverso quando la medesima persona è affetta da più patologie che devono essere valutate con un calcolo particolare .

Non neghiamo che il fenomeno dei falsi invalidi   esista, ma deve essere ridotto alle giuste dimensioni ,chiamando in causa soprattutto i professionisti medici che, evidentemente ,per motivi diversi , non sempre eseguono una valutazione corretta : specialmente laddove la percentuale di invalidità non ha alcuna giustificazione .

Mentre l’INPS risottopone ad accertamenti anche persone da anni in coma conclamato,creando enorme disagi alla famiglia già provata da tali ,insostenibili ,situazioni, altre   migliaia e migliaia di cittadini   ( 2000 solo a Varese ) attendono di essere sottoposta alla prima visita collegiale secondo la normativa vigente .

Non sarebbe meglio che ,  stante l’attuale situazione ,tutte le risorse siano indirizzate a recuperare il pesante arretrato ?

Unitamente all’eventuale riconoscimento di invalidità, al di sopra di una certa percentuale e per certe patologie, i parenti dell’invalido hanno diritto ad un certificato,garantito dalla legge 104, che consente a lavoratori dipendenti di usufruire fino atre giorni al mese per assistere parenti invalidi

Senza il certificato l’azienda non può concedere tale agevolazione .

La lentezza dell’INPS danneggia sia la persona invalida ,sia i parenti che l’assistono .

Con buona pace del governo e del presidente Mastropasqua .


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