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Inps, il 43% dei pensionati vive con meno di 1000 € lordi al mese. 2 mln invece inferiore ai 500 €

Creato il 08 luglio 2014 da Stivalepensante @StivalePensante

Il 43% dei pensionati italiani, pari a 6,8 milioni, riceve meno di 1.000 euro lordi. Lo rivela il Rapporto annuale dell’Inps, secondo cui 2,1 milioni (13,4%) percepisce meno di 500 euro. Il reddito pensionistico medio (la somma di tutti i redditi da pensione, sia di natura previdenziale che assistenziale) ammonta al 31 dicembre 2013 a 1.297 euro lordi mensili.

(onesto.it)

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Il 43% dei pensionati vive con meno di mille euro mensili. Nel 2013 il 43% dei pensionati, circa 6,8 milioni di persone, ha ricevuto uno o più assegni per un importo totale medio mensile inferiore a 1.000 euro lordi. Tra questi, il 13,4% pari a 2,1 milioni si situa al di sotto di 500 euro. Il 2013 segna, inoltre, un drastico calo delle pensioni liquidate, anche a seguito della stretta prevista dalla riforma Fornero. Guardando alla Gestione privata le nuove liquidazioni, per anno di decorrenza, mostrano per i dipendenti privati un calo del 32% per le pensioni di anzianità/anticipate e del 57% per la vecchiaia sul 2012. Il patrimonio netto è invece pari a 7,5 miliardi (dato di preconsuntivo), valore che “migliora” tenendo conto della legge di stabilità. Quindi, spiega l’istituto, non è a rischio la “sostenibilità del sistema pensionistico”.

5 milioni con 702 euro lordi mensili ed altri 1,2 milioni con soli 294€. Il Commissario straordinario dell’Inps, Vittorio Conti, presentando la relazione annuale dell’istituto alla Camera, ha riferito che nel 2013, dei 14,3 milioni di pensionati Inps (cifra al netto dei beneficiari di pensioni assistenziali), 5 milioni hanno percepito una rendita media di 702 euro lordi mensili ed altri 1,2 milioni di soli 294 euro. Le ultime evidenze – ha spiegato – “non sono soltanto il portato della crisi che stiamo attraversando, ma anche un’eredità del passato. Si tratta infatti di pensioni prevalentemente originate dal vecchio sistema retributivo, il cui esiguo importo è riconducibile in larga misura a carriere lavorative complessivamente troppo brevi e discontinue”. Conti ne deduce che “la crisi e le sue mutazioni nel tempo stanno approfondendo ed esasperando problematiche sociali latenti con l’aggiunta di nuovi soggetti deboli: milioni di disoccupati e inoccupati giovani e meno giovani, famiglie prive di reddito stabile a rischio povertà ed esclusione sociale”.

I dati sulle pensioni di anzianità e in anticipo Le pensioni di anzianità/anticipate liquidate calano del 32% tra i dipendenti privati nel 2013 secondo cui gli assegni di vecchiaia registrano un decremento del 57% rispetto al 2012. Al contrario, tra i lavoratori autonomi vi sono incrementi del 23,7% per le pensioni di anzianita’ e del 12,1% per quelle di vecchiaia. Tra i dipendenti pubblici il calo è ancora più consistente: le pensioni di anzianità/anticipate e di vecchiaia diminuiscono rispettivamente del 49% e del 50%. Delle pensioni liquidate nel corso del 2013 (89.290) sono per il 51% pensioni di vecchiaia e anzianità/anticipate (45.837).


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