Vedova, 83 anni, ex artigiana. In ottobre una raccomandata dall’Inps le comunica una trattenuta di 80 euro per svariati anni sulla pensione mensile. Panico. L’errore è del Patronato Cisl che le compilava il modello Red. La pensione di euro 750 scenderà a 670. I riconteggi sulle pensioni d’oro a quando? L’Inps ha riscontrato degli errori nei modelli Red per gli anni in cui erano obbligatori per i pensionati. A totale insaputa della signora, la commercialista di cui era cliente da anni, incaricava il Patronato Cisl di compilare il modello Red, che lo sbagliava. Così il figlio della signora: ”due modelli Red non recano alcuna firma, mentre sul terzo c’è una firma falsa. La commercialista, di cui mia madre è cliente rigorosamente pagante dal 2000, ci ha risposto….di attingere alle nostre economie (!!). Non vuole attivare la sua assicurazione perchè sostiene che mia madre restituisce ciò che ha preso, che non ci sono sanzioni e se ne lava le mani. C’è un piccolo particolare: mia mamma non ha mai chiesto un aumento di pensione. Se in quegli anni ormai lontani avesse percepito una pensione più bassa, avrebbe comunque potuto contare sul fatto che riceveva l’affitto di un prato (pagava regolari tasse) e che io lavoravo. Ora, l’affitto è cessato da tempo ed io non lavoro più da anni”. Così l’Inps: ”…il debito notificato alla Sig.ra Ilda in data 29.09.2014 di € 2.187,57. Si precisa che il debito è scaturito dalla definizione di una domanda di ricostituzione reddituale, presentata dalla sig.ra tramite Patronato Epasa in data in data 24.07.2014 con allegati i redditi relativi agli anni 2012, 2013 e presunto 2014. Si precisa inoltre che, in fase di recupero dell’indebito suddetto, è stato salvaguardato il trattamento minimo e che il recupero mensile di € 80,00 risulta pari a 1/5 l’eccedenza dello stesso trattamento minimo”. Da tempo l’Inps sta inviando ad anziani ed invalidi, le fasce più deboli ed indifese, lettere dal sapore intimidatorio, dove si comunica di ipotetiche somme erogate in più dall’Ente e quindi da restituire. L’Inps informa queste persone che possono, attraverso una procedura telematica, impugnare la richiesta di restituizione delle somme date in eccedenza, peccato che la procedura sul sito dell’Ente sia argomento da tributarista tanto è complessa e complicata. Per la Federcontribuenti si tratta di vero abuso di potere e di circonvenzione di incapaci se consideriamo che la maggioranza dei nostri anziani non ha alcun accesso al mondo informatico. Inoltre, tanto i Patronati quanto gli impiegati allo sportello Inps non sono di alcuno aiuto perchè in difetto di informazioni. Resta il fatto che l’Inps non può richiedere indietro somme date in errore a partire dal primo gennaio 2001 così come previsto dall’art.13 L.412/1991. Togliere 80 euro a chi percepisce meno di 800 euro di pensione al mese dopo aver versato 40 anni di contributi è come negare acqua ad un naufrago. In casi come questo si palesa una evidente responsabilità civile di chi, per conto del contribuente, procedere alla compilazione di documenti utili ai fini fiscali. La verità è che il nostro sistema fiscale, incluso il sistema previdenziale, continua ad essere mostruosamente incomprensibile, iniquo e assolutamente non in linea con le esigenze dei contribuenti.
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Inps preleva 80 euro da una pensione di 750: ”Li abbiamo dati in più”
Creato il 12 dicembre 2014 da Ufficiostampafedercontribuenti @Federcontribuen
Vedova, 83 anni, ex artigiana. In ottobre una raccomandata dall’Inps le comunica una trattenuta di 80 euro per svariati anni sulla pensione mensile. Panico. L’errore è del Patronato Cisl che le compilava il modello Red. La pensione di euro 750 scenderà a 670. I riconteggi sulle pensioni d’oro a quando? L’Inps ha riscontrato degli errori nei modelli Red per gli anni in cui erano obbligatori per i pensionati. A totale insaputa della signora, la commercialista di cui era cliente da anni, incaricava il Patronato Cisl di compilare il modello Red, che lo sbagliava. Così il figlio della signora: ”due modelli Red non recano alcuna firma, mentre sul terzo c’è una firma falsa. La commercialista, di cui mia madre è cliente rigorosamente pagante dal 2000, ci ha risposto….di attingere alle nostre economie (!!). Non vuole attivare la sua assicurazione perchè sostiene che mia madre restituisce ciò che ha preso, che non ci sono sanzioni e se ne lava le mani. C’è un piccolo particolare: mia mamma non ha mai chiesto un aumento di pensione. Se in quegli anni ormai lontani avesse percepito una pensione più bassa, avrebbe comunque potuto contare sul fatto che riceveva l’affitto di un prato (pagava regolari tasse) e che io lavoravo. Ora, l’affitto è cessato da tempo ed io non lavoro più da anni”. Così l’Inps: ”…il debito notificato alla Sig.ra Ilda in data 29.09.2014 di € 2.187,57. Si precisa che il debito è scaturito dalla definizione di una domanda di ricostituzione reddituale, presentata dalla sig.ra tramite Patronato Epasa in data in data 24.07.2014 con allegati i redditi relativi agli anni 2012, 2013 e presunto 2014. Si precisa inoltre che, in fase di recupero dell’indebito suddetto, è stato salvaguardato il trattamento minimo e che il recupero mensile di € 80,00 risulta pari a 1/5 l’eccedenza dello stesso trattamento minimo”. Da tempo l’Inps sta inviando ad anziani ed invalidi, le fasce più deboli ed indifese, lettere dal sapore intimidatorio, dove si comunica di ipotetiche somme erogate in più dall’Ente e quindi da restituire. L’Inps informa queste persone che possono, attraverso una procedura telematica, impugnare la richiesta di restituizione delle somme date in eccedenza, peccato che la procedura sul sito dell’Ente sia argomento da tributarista tanto è complessa e complicata. Per la Federcontribuenti si tratta di vero abuso di potere e di circonvenzione di incapaci se consideriamo che la maggioranza dei nostri anziani non ha alcun accesso al mondo informatico. Inoltre, tanto i Patronati quanto gli impiegati allo sportello Inps non sono di alcuno aiuto perchè in difetto di informazioni. Resta il fatto che l’Inps non può richiedere indietro somme date in errore a partire dal primo gennaio 2001 così come previsto dall’art.13 L.412/1991. Togliere 80 euro a chi percepisce meno di 800 euro di pensione al mese dopo aver versato 40 anni di contributi è come negare acqua ad un naufrago. In casi come questo si palesa una evidente responsabilità civile di chi, per conto del contribuente, procedere alla compilazione di documenti utili ai fini fiscali. La verità è che il nostro sistema fiscale, incluso il sistema previdenziale, continua ad essere mostruosamente incomprensibile, iniquo e assolutamente non in linea con le esigenze dei contribuenti.
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