Queste variazioni degli stati d'animo posso essere anche molto rapide e causare frustazione eccessiva al bambino. Premesso che la frustrazione fa parte della vita e che come tale non può essere eliminata, è certamente possibile imparare a gestirla: con questo termine intendo una migliore tolleranza o resistenza a quelli che sono i piccoli "dolori quotidiani" dei bambini.
Esempi di "dolori quotidiani" o frustrazioni:
- il bambino è fermato durante un'attività a lui molto gradita
- non ci sono abbastanza giochi per condividerli con gli altri compagni
- il bambino non riesce ad ottenere qualcosa che ha aspettato per molto tempo
- il piccolo è spinto a fare attività troppo difficili per il suo livello di sviluppo
- il cambiamento delle routine (delle persone o della giornata)
Il primo passo per imparare a gestire con serenità le frustrazioni è riconoscere e dare un nome alle emozioni, a questi stati d'animo repentini.
Il riconoscimento va appreso.
Ecco alcuni consigli per aiutare i tuoi bambini nel riconoscimento delle emozioni:
- Verbalizza, ovvero dai un nome, alle emozioni esternate da tuo figlio, fin dalla tenera età. "Sei annoiato perchè non hai niente con cui giocare"; "Sei arrabbiato perchè lui ti ha preso il gioco"; "Sei felice perchè la mamma ti sta abbracciando"; "Sei spaventato perchè c'è un forte temporale".
- Fai conoscere le emozioni altrui. Leggete dei brevi libri e cercate di ipotizzare dal testo, dai discorsi e dalle immagini dei volti, quale tipo di emozione ogni personaggio sta provando.
- Drammatizza insieme al bambino, con pupazzi o bambole, scenette di vita a lui familiari. Ad esempio se fa uno sport potete -fare finta di- andare a fare questo sport, prevedendo anche la presenza di un altro pupazzo a cui invece questo sport non piace. Nelle scenette proponete perciò un personaggio simile, nelle emozioni, a vostro figlio e accompagnatelo con una sorta di personaggio "antagonista" che propone un'altro punto di vista al bambino.
- Scrivete insieme le sue emozioni giornalmente su un quadernino. Incoraggiatelo a trovare da solo la parola che meglio descrive il suo stato d'animo. Se non riesce, potete provare a fargli fare prima un disegno e poi insieme trovare la parola più corretta.
- Book fotografico: quando pensate che sia in grado di verbalizzare da solo le emozioni, proprie e altrui, terminate il percorso creando un book in cui inserire fotografie di lui che cambia posa e mimica facciale a seconda delle emozioni (gioia, rabbia, paura, noia, tristezza, agitazione, sorpresa, attesa, disgusto, vergogna, ansia, gelosia, speranza, delusione, nostalgia, rimorso...).
RICORDA! Per imparare a gestire la frustrazione, occorre tuttavia acquisire tre competenze sociali:
- riconoscere le emozioni
- gestire le emozioni
- avere empatia per gli altri
Questo significa che, riconoscere le emozioni, è solo il primo passo...ma indispensabile per acquisire le altre due competenze.