Inseguire la passione

Creato il 19 luglio 2011 da Lanterna
Non sono una grande fan delle passioni, soprattutto in campo amoroso: preferisco amare intensamente ma con la sensazione di rimanere sempre me stessa, di non tralasciare quello che ero e amavo prima di incontrare quell'uomo.
Quindi mio marito lo amo molto, lo desidero molto, ci sto benissimo insieme e cerco di fare il maggior numero di cose insieme a lui, mi confido, ci rido, ci spettegolo, mi sfogo. E lui fa altrettanto con me.
Ma, se dovessi definire il mio sentimento per Luca, non userei il termine "passione" nemmeno per i primi tempi. Amore sì, innamoramento sì, ma "passione" per me ha troppo la connotazione del patire, dell'annullarsi, del dimenticarsi.
Per lo stesso motivo, non direi che provo passione per i miei figli. Li amo con tutta me stessa e, come ho già detto, la loro esistenza mi rende ricattabile a tutti i livelli. Ma con loro vado ancora più cauta che con mio marito: loro se ne andranno tra non moltissimi anni, come è giustissimo che sia, e io rimarrò qui con me stessa (e, spero, con Luca). Non posso dimenticare chi sono e cosa voglio a causa dei figli. Posso sospendere alcune esigenze, come ho fatto quando erano piccolissimi, ma non per un tempo superiore a pochi anni.
Per mia fortuna, ciò che sono e voglio comincia a coincidere col mio lavoro. Sto elaborando il fatto di essere "solo una segretaria" con laurea e master e mi rendo conto che ci tengo a questo lavoro, mi piace avere a che fare con i compiti trattati dal mio ufficio. Anche se non è tutto rose e fiori.
Fortuna? Buonsenso? Spirito di sopravvivenza? Non lo so.
So però che ciò che sono non si esaurisce nel mio lavoro né nella mia famiglia. Sarò megalomane, ma ciò che sono comprende anche tante altre cose: la danza (a cui "sacrificherò" tutte le sere della prossima settimana), la lettura (a cui spero di dedicarmi presto, ci sono un sacco di libri che mi aspettano in biblioteca), la musica (questo weekend ho fatto circa 700 km per andare a un concerto in cui i miei figli si sono addormentati alla quarta canzone nonostante gli piacesse).
E la scrittura. Viola, gli altri miei progetti, il blog. Scrivo da quando avevo 7 anni. Sotto un certo aspetto, non mi importa se scrivo bene o male (o meglio, mi importa ma non è il motivo per cui scrivo). Non mi è neppure mai importato di essere pubblicata, fino a quando non ho concepito Viola (e, se fossi stata in grado di disegnarla io, non mi sarebbe importato neppure in questo caso).
Tempo fa scrivevo di notte, dopo aver lavorato magari 14 ore al giorno. Ero single ed ero forte.
Oggi scrivo mentre i miei figli giocano o guardano un cartone o mentre mio marito prepara la cena. Non solo: parlo di quello che voglio scrivere, magari con un'amica mentre i nostri figli sguazzano nella piscina davanti a noi e noi ci scambiamo idee per i rispettivi progetti narrativi.
Per documentarmi, leggo saggi mentre mio marito legge una favola ai miei figli o insegna loro come travasare una pianta.
Il tempo per quello che amo mi sembra tempo rubato a quelli che amo. Ma perché dovrei sentirmi così? Perché non mi sento così quando cucino? Perché non mi sentirei così se stessi cucendo un vestito per Amelia?
Io non ci credo che una che nel 2011 si mette a cucire un vestitino lo fa per risparmiare: potrebbe andare al mercato e con 3 euro hai voglia comprare vestitini. Una che si mette a cucire un vestitino lo fa perché le piace, perché quello è il complemento di sé che le occorre.
Il mio complemento è la scrittura. I miei figli, ripensando a me, mi ricorderanno mentre danzo o leggo o scrivo (o cucino, cosa che pure mi piace fare), non mentre pulisco il bagno. Ai miei figli trasmetterò questo come piacere e altre cose invece le trasmetterò come necessità, non pensiate che abbiamo la colf o la cuoca o che in posta ci vada un mio avatar.
Ma non voglio che la mia vita appaia loro come 100% necessità: sarebbe un insulto ai nostri antenati, che, pur avendo vite molto più faticose delle nostre, riuscivano ugualmente a ritagliarsi un brevissimo momento per essere qualcosa di più che bestie da lavoro.
Io oggi posso permettermi di lavorare 7 ore al giorno, badare alla casa mettiamo un'ora al giorno, ascoltare le esigenze dei miei figli. Ma poi ci sono io.
Non si tratta di inseguire la passione. Si tratta di inseguire se stessi.

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