Inseguiti dalla speranza. Qualcuno con cui correre di David Grossman

Creato il 09 novembre 2010 da Spaceoddity
David Grossman ha dato al giovane Assaf una cagna che lo portasse dove il ragazzo doveva infine arrivare: è questa la missione del giovane, inseguire le tracce olfattive di Dinka lungo tutta Gerusalemme per avere Qualcuno con cui correre (Mondadori, 9,50 euro). Presto, il giovane capisce che la sua meta è la strada che deve fare, tornare indietro e guardarsi alle spalle, mentre il lettore annusa, pagina dopo pagina, la storia della bellissima e anarchica Tamar, acquattata dietro gli errori del fratello, in attesa di ghermirlo nelle reti della vita.

Qualcuno con cui correre è la storia disarmante di un inseguimento di significati e di nessi esistenziali e la prova di un'impercettibile immortalità che scorre nelle vene dei due adolescenti così presto costretti a essere adulti, la storia di una speranza che non molla la presa ad ogni angolo, di una meraviglia che è stupore e non giudizio, apertura al mondo e all'amore oltre ogni comprensione, del mondo e di se stessi.

Avevo dimenticato quanto questa corsa tra le vicende di una città che non conosco fosse capace di commuovermi. Qualcuno con cui correre è un romanzo introspettivo, delicato e fortissimo, capace di tenere il ritmo di una corsa quasi senza mappe, e tuttavia non sregolata o inspiegabile. Dopo Che tu sia per me il coltello, ho dovuto recuperare il tocco squisito di un autore come David Grossman, la sua sensibilità virile e il suo animo ebraico di cantore della vita e dei suoi misteri.

Neanche per un momento viene il sospetto che Qualcuno con cui correre sia un pretesto per vantare un sia pur sublime parto di meraviglie. La suora di clausure, l'ambulante distratto amante delle stelle, quasi preso da vecchie favole o rubato a una controscena di Chagall, il poliziotto distratto e arrogante, un'anziana coppia di adescatori e i passanti, tutta una città in scena tra le corse di ragazzi che si cercano con in tasca una missione da compiere come un alibi da presentare all'occasione.
E il mondo, il mondo intero dei viventi, addestrati a una vita comune, una vita non originale, una vita sul filo della disperazione, diventa per i ragazzi spettacolo di come si può essere, fare, negarsi. Ché, tanto, amare è sempre molto più e molto più tuo di qualunque modo di essere, fare, darsi, correre, senza precipitare, verso il futuro a braccia aperte.

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