Epoca presente: David Martel, un brillante neurochirurgo si salva per miracolo da un incidente d'auto in cui muore la moglie in avanzato stato di gravidanza che comunque riesce a dare alla luce il bambino immediatamente posto in incubatrice. Durante gli accertamenti in seguito all'incidente al medico viene diagnosticato un tumore linfatico che gli lascia pochissime speranze di vita se non si sottopone a un trapianto di midollo osseo. Ha i genitori in vita e li informa della situazione anche perchè uno di loro dovrebbe essere il donatore. Ed è proprio in quel momento che scopre di non essere il figlio naturale delle coppia.
La sua storia e quella di Benigno sono legate da un filo spezzato troppo presto dalle vicessitudini della storia e dai drammi personali.
In Spagna dagli inizi del nuovo millennio in poi grazie a cineasti come Del Toro ( messicano di origine ma sempre con lo sguardo puntato sulla storia spagnola), Villaronga, Bayona , De La Iglesia, Balaguerò e Plaza c'è stata una rinascita del genere horror che è stato interpretato in maniera assai personale dai vari registi. La costante di fondo è che il loro cinema spesso ha affondato le sue inquietanti radici putride nel periodo più oscuro della storia recente spagnola , quello della guerra civile e delle persecuzioni legate al franchismo che ha oscurato le coscienze fino agli anni '70.
In questa ottica sono da rileggere film come La spina del diavolo, Il labirinto del fauno, Tras el cristal, Pan negro, Orphanage e anche altri non strettamente appartenenti al genere come il recente Ballata dell'odio e dell'amore di De La Iglesia.
E a mezza strada si situa questo Insensibles, esordio nel lungometraggio di Juan Carlos Medina che narra su un doppio piano temporale una vicenda che si perde nei meandri oscuri della storia recente spagnola a cui fatalmente si va a riunire la disavventura di un neurochirurgo che è costretto a cercare il suo passato spazzato improvvisamente via dalla rivelazione dei suoi genitori.
Medina smorza ( volontariamente?) il potenziale orrorifico del suo racconto in favore della descrizione del dramma personale sia nella storia presente che in quella ambientata nel passato.
I bambini che sono insensibili al dolore per chissà quale incantesimo sono abbastanza accantonati e si racconta solo l'oscura e triste vita di Benigno, costretto suo malgrado a tramutarsi in una belva feroce.
Insensibles è quindi un accorata ricerca delle proprie origini, un rivangare un passato oscuro che ancora getta le sue pesanti ombre sul presente, una lotta continua contro il clima omertoso che circonda il protagonista e che è lo stesso che ha circondato la Spagna fino alla scomparsa del caudillo Francisco Franco.
Siamo lontani dagli esiti artistici di Del Toro o di Villaronga ma Insensibles tiene botta grazie a una messa in scena accurata e a una gestione oculata dei due piani temporali gestiti con un ritmo sufficientemente alacre tanto da non annoiare uno spettatore che tuttavia capisce subito dove il film voglia andare a parare.
Il problema del film di Medina è che è molto più stuzzicante la storia dei bambini che non riescono a provare dolore fisico rispetto alla storia del presente che a conti fatti è quella a cui viene dato più risalto.
Ed è proprio per questo che alla fine della visione Insensibles, soppesati pregi e difetti, ha il retrogusto amarognolo dell'occasione mancata.
( VOTO : 6 / 10 )