Inserti in pelo/pelliccia. Il tormento e l’estasi

Creato il 18 novembre 2012 da Abattoir

domenica 18 novembre 2012 di Andrea Ventura

foto di Andrea Ventura. Inserti in pelliccia in una maglia di lana.

Testo di Silvia Gambaccini

Innumerevoli animali di svariate specie vengono quotidianamente SCUOIATI VIVI per ornare bordi di giacche, cappotti e perfino maglie, borse, cinture, scarpe ecc…
Sorvoliamo sulle terribili condizioni di detenzione e di allevamento, sulle catture, sulle infezioni, le mutilazioni e quant’altro, per alcuni tutto questo sembra essere assolutamente tollerabile.
Trascuriamo anche il fatto che siano utilizzati soltanto per il pelo e che la loro carne sia gettata via,
nessuno può però giustificarne i metodi di uccisione senza essere considerato un mostro.
Dopo essere stati malamente storditi o semplicemente calpestati vengono legati, immobilizzati ed appesi per le zampe posteriori o per la coda a testa in giù, inizia così la procedura di scuoiamento, a partire dagli arti inferiori fino a raggiungere la testa. Coloro che sono rimasti svegli iniziano da subito a dimenarsi e a strillare con tutte le loro forze, inutilmente, mentre i colpi della lama separano progressivamente la carne dalla pelle. Altri si riprendono dall’intontimento dopo un po’ per l’atroce dolore, e cadono preda delle convulsioni. Più tardi, quando sono già stati privati dell’involucro e buttati nell’enorme mucchio di semi-cadaveri nudi ed insanguinati, la vita continua a pulsare nel corpo straziato e tentano l’ultimo inesorabile sforzo di alzarsi in piedi per fuggire, chi riesce ad ergersi su zampe tremanti s’illude di farcela, per un attimo, poi crolla dilaniato dal dolore agognando una morte che si fa attendere.
La loro spaventosa AGONIA dura DIECI interminabili MINUTI.
Intanto, altrove, qualcuno si rimira nello specchio compiaciuto/a, accarezzando il morbido inserto dell’ultimo acquisto (composto da minimo tre- quattro animali) e mormora estasiato/a: “Quanto è soffice…”, qualcun’altro fa shopping spensieratamente, apprezzando il modello di quel piumino con collo in pelo che è di tendenza e che senz’altro sarà perfetto per l’inverno. Altri ancora acquistano giubbottini per bambini con cappuccio dal voluminoso ed inutile bordo di pelo più grande del bimbo stesso.
Beata ignoranza o spietata indifferenza?
Molti probabilmente pensano di comprare indumenti ed altri oggetti ornati con pelliccia a cuor leggero, tanto si tratta solo di ritagli e scarti che finirebbero buttati e sprecati.
Non è affatto così, gli animali vengono uccisi appositamente per essere cuciti sui bordi dei colli, dei cappucci, dei polsini e via dicendo. Oggi il mercato delle pellicce si basa principalmente sugli “inserti” di pelo.
La gran parte di noi guarda ormai con sdegno chi indossa una pelliccia. Con lo stratagemma degli inserti, il settore pellicceria , complici molti stilisti, è riuscito a rimettere sul mercato la pelliccia animale facendola sembrare un capo quasi “innocente”. Purtroppo pare che non ci si scandalizzi per un bordo o un ciuffo di pelo qua e là, seppur provenienti dal medesimo orrore.
Alcuni potrebbero pensare che il pelo che orna le giacche è sicuramente sintetico perché il prezzo è basso, perché è colorato, perché è ruvido.
Niente di più falso: le pellicce che ornano le giacche ed altri oggetti sono vere nella stragrande maggioranza dei casi. Il prezzo non ha alcuna rilevanza, spesso si tratta di capi molto economici alla portata di tutti, dipende soltanto da dove si acquistano: in una boutique, in un negozio cinese o al mercato. La pelliccia è vera e nel 90% dei casi proviene dalla Cina. Nemmeno il colore e l’aspetto hanno rilevanza: le pellicce vere sono spesso colorate, rasate, intrecciate, ruvide, simulando perfettamente una pelliccia sintetica.
Com’è ormai noto le principali fonti di pelo in Cina sono CANI e GATTI, il “Made in Italy” indicato in etichetta si riferisce al luogo in cui il capo è stato confezionato o ridistribuito, non alla provenienza della materia prima (la pelliccia). La gran parte delle pellicce usate per gli inserti provengono dalla Cina, qualunque sia l’origine indicata in etichetta. Senza contare che la sorte degli animali da pelliccia degli allevamenti “certificati” europei è soltanto di poco migliore a quella degli animali allevati in Cina, le condizioni di detenzione sono comunque pessime e le tecniche utilizzate per ucciderli sono soprattutto elettrocuzione orale ed anale, asfissìa o introduzione di ferri nella testa.
I cani e i gatti utilizzati e torturati in Cina sono gli stessi animali che teniamo con noi, coccoliamo e curiamo come veri e propri membri della nostra famiglia.
Com’è possibile allora che i medesimi individui “amanti degli animali ” indossino capi d’abbigliamento che contengono del pelo?
L’unica risposta plausibile è che non siano ancora realmente informati su tutto ciò che avviene per ricavare quel pelo.
Ecco perché è di primaria importanza che chi conosce la verità non si stanchi mai di diffonderla,
non si può più continuare a fingere di non sapere per non turbare le proprie coscienze.
La soluzione sarebbe infatti infinitamente semplice: non acquistare capi con inserti in pelo (né vero né sintetico, nel dubbio…) per nessun motivo, non indossarne mai, raccontare e trasmettere il più possibile queste raccapriccianti realtà.
Potrebbe essere utile anche lamentarsi con i venditori, ad esempio apprezzare determinati modelli di giacche e cappotti, rifiutandosi però di acquistarli per la presenza del pelo (senza farsi convincere a comprarlo dal fatto che l’inserto sia staccabile). Non si richiede un così grande sacrificio nell’astenersi dall’acquistare pelo…
Se tutti adottassimo questi piccoli accorgimenti nel giro di un paio d’anni l’industria del pelo crollerebbe e avremmo posto fine all’atrocità di queste tremende pratiche.
“Eh, ma la gente è crudele” – dicono alcuni – “La gente se ne frega”- fanno eco altri.
Non mi piace pensare che la crudeltà umana arrivi a tali livelli, e, soprattutto, che sia tanto diffusa quanto i bordi in pelo che circolano per strada e che popolano le vetrine nell’autunno-inverno.
E’ vero che dilagano cinismo e indifferenza, ma non importa, non desistiamo.
Ogni goccia ha la sua importanza nel mare, NON SOTTOVALUTATE IL VOSTRO POTERE!


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