Inside Out

Creato il 28 ottobre 2015 da Eva Gatti @avadesordre


Cosa succede dentro la testa di una ragazzina di undici anni che ha avuto un'infanzia gioiosa quando si trova di fronte allo stress di un trasloco che mina le sue certezze esistenziali? Lo si racconta dal punto di vista delle emozioni più importanti che hanno costruito la sua personalità.

Avevo qualche pregiudizio sull'acclamato ultimo capolavoro della Pixar per questo ho atteso così a lungo nel vederlo e la visione ha in parte confermato e in parte smentito i miei preconcetti. Come prevedevo Inside Out è un film dove la poesia di pellicole come Wall.E o Up viene meno in favore di un compiacimento intellettuale come in Ratatouille; per quanto il finale ristabilisca i giusti ruoli tra le emozioni l'eccessivo ottimismo di Gioia è irritante e quando si sbircia nei cervelli dei genitori spunta qualche stereotipo: a capo della consolle emotiva della madre c'è la tristezza: evidentemente una donna ultratrentenne moglie e madre non ha più molti motivi per gioire; mentre il capo delle emozioni del padre c'è la rabbia: per quanto il signor Anderson sia una persona amorevole e per nulla litigiosa, ovviamente il maschio è ancora dominato da istinti aggressivi.
La pellicola funziona a livello immaginifico muovendosi tra vari livelli della storia: la realtà di Riley, quel che avviene nella sala controllo delle emozioni e la rappresentazione della mente che riserva i momenti migliori del film: la schematizzazione durante l'attraversamento dell'area del pensiero astratto e il personaggio dell'amico immaginario, il tenerissimo Bing Bong che arriva a sacrificarsi affinché l'adorata Riley possa recuperare il suo equilibrio.