L’artista francese JR ha pensato, per la tappa newyorkese del grande progetto di arte partecipativa Inside Out Project, di piazzare una sorta di cabina fotografica, su un camion, a Times Square, e invitare newyorkesi e turisti a farsi fare un ritratto fotografico, da incollare, assieme ad altri, a Duffy Square.
Il creatore, diventa così, più che altro, curatore di un’enorme galleria a cielo aperto, fatta dalla gente comune. Questa è un’importante direttrice di molte manifestazioni artistiche contemporanee, che spesso e volentieri capovolgono il rapporto tra l’artista e il fruitore dell’arte. Si aggiunga poi la dimensione “di massa” di queste riflessioni, e si otterrà un impatto non indifferente sulle geografie dei “luoghi d’arte”.
Proprio oggi, peraltro, il film documentario Inside Out: The People’s Art Project verrà proiettato al Tribeca Film Festival.
Nell’epoca della riproducibilità tecnica, o forse anche oltre, voler vedere riprodotto il proprio volto, e accostato ad altri, può essere una spia antropologica fondamentale. Se da un lato, infatti, attraverso la moltiplicazione della nostra presenza, corriamo verso l’atomizzazione, la riduzione, la semplificazione, se vogliamo, del nostro essere umani, dall’altro cerchiamo di riprenderci specificità che, forse con un buon contributo da parte di noi stessi, abbiamo sempre più perso di vista.
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