Insidious 2: Finalmente un Horror Vecchio Stampo

Da Dietrolequinte @DlqMagazine

Roberto Accurso13 novembre 2013

Andare nelle sale negli ultimi mesi è diventato un azzardo. Infatti, fatta eccezione per davvero pochissimi film, la qualità media non è eccelsa e tante sono le pellicole che promettono molto ma che, alla prova dei fatti, si rivelavano inconsistenti; andare a vedere un horror nel 2013 è ancor più di questo, vuol dire sperare di trovare il giusto mix di paura e tensione, accompagnato una volta tanto da una buona regia, una discreta recitazione e un’idea che sia almeno un po’ originale. Con mia grande sorpresa, Oltre i confini del male – Insidious 2 è questo e molto altro. Diretto come il primo capitolo della serie da James Wan (storico regista del primo Saw, e produttore dei successivi, nonché piccola stella emergente ad Hollywood a cui è stato affidato il settimo capitolo del campione di incassi Fast & Furious), e sceneggiato dal fido e, quasi sempre presente nei suoi film, Leigh Whannell, Insidious 2 si presenta come una delle più piacevoli note nel panorama cinematografico dell’anno. La trama riprende in toto il primo capitolo, e il film inizia narrando le avventure soprannaturali del protagonista da giovane, quel Josh Lambert interpretato da adulto dal sempre più onnipresente Patrick Wilson. Fondamentalmente la pellicola gira attorno ai fatti narrati nel primo capitolo, in cui il piccolo figlio di Josh era caduto in un coma profondo, ma si scopre essere in realtà trattenuto in un mondo parallelo da delle anime inquiete; a salvarlo sarà il padre, anch’egli col dono di vedere i morti nel sonno. Adesso è Josh a essersi portato d’appresso qualcosa dall’aldilà, e la famiglia Lambert tornerà a dover affrontare case infestate e fantasmi arrabbiati.

Piccola grande nota di merito già all’inizio del lungometraggio, i titoli di testa, con un’enorme scritta rossa e una musica spaventosa stile anni ’70, che ricordano un po’ i film dell’orrore dell’epoca, un po’ quelli che oggi si direbbero splatter (la differenza a volte è sottile e non sempre il secondo termine deve avere un’accezione negativa). In questo mi ha ricordato parecchio Quella casa nel bosco, pellicola dello stesso genere datata 2012 e diretta da Drew Goddard. Altra nota di merito (stavolta solo grande), la regia. Da anni l’horror è sinonimo di inquadrature mosse, volutamente sporche e spesso nauseanti che, almeno in teoria, dovrebbero conferire realismo al girato; Insidious 2 è invece diretto seguendo i canoni tradizionali, niente capogiri durante la sua visione, niente sforzi immani alla vista per cercare di seguire i particolari, ma una regia semplice che ti permette di godere del film per tutta la sua durata. Come già detto il protagonista è Patrick Wilson, i comprimari le bravissime Rose Byrne e Barbara Hershey che interpretano rispettivamente sua moglie e sua madre.

L’idea originale di Insidious 2 sta nell’espediente di mostrare quella sorta di universo parallelo in cui vivono le anime dei defunti in continuità con il mondo dei vivi, in un mix di reale e soprannaturale che per tutto l’arco della pellicola cattura l’attenzione e permette continui colpi di scena giustificando la presenza di momenti horror decisamente efficaci. Geniale in tutto ciò lo spezzarsi del continuum spazio-temporale nella realtà alternativa, permettendo al protagonista intrappolato di poter interagire con se stesso sensitivo da ragazzino, in una sorta di cerchio che pian piano si stringe facendo comprendere meccanismi della trama che all’inizio appaiono un po’ confusi. La pazzia derivante dalla possessione trasforma Josh in un sadico maniaco che sente una voce che gli comanda di fare a pezzi la sua famiglia; e qua iniziano una serie di citazioni e omaggi chiari a Shining, col personaggio intento a terrorizzare i suoi cari e sfondare porte per cercare di raggiungerli e ucciderli. Il film insomma risulta ben fatto e discretamente recitato, l’idea originale ma con citazioni non stucchevoli. Le promesse vengono mantenute e questa risulta essere, a mio avviso, la pellicola horror migliore dell’anno (e forse la migliore da un po’ di tempo a questa parte).


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