Insidious – figata di fantasmi

Creato il 03 novembre 2011 da Soloparolesparse

Se cercate un film di fantasmi di quelli classici, che vi facciano un po’ sobbalzare sulla sedia sappiate che Insidious è il film che fa per voi.
James Wan mette insieme una pellicola decisamente forte, pulita, con tutte le sorprese al punto giusto e capace di fare paura con i mezzi più classici… che non è roba da poco.

Josh e Renai si trasferiscono in una nuova casa con i loro tre figli, i due bambini grandi e la piccolina.
Qui però le cose non sembrano andare granchè bene… Renai vede strane presenze e Dalton una sera si addormenta per non risvegliarsi più. Un coma che i medici non sanno spiegare.

Le presenze nella casa si moltiplicano e così la coppia si rivolge ad una sorta di medium coadiuvata da due attrezzatissimi acchiapafantasmi.
La faccenda si complicherà non poco, ma non voglio svelarvi dettagli fondamentali.

Chi l’ha detto che debba per forza esserci qualcosa di nuovo in un film perchè questo funzioni?
Ok, l’ho detto io… fate finta di niente!
Insidious funziona alla grande pur essendo un classico film di fantasmi.
Si salta sulla sedia quando appaiono forme indistinte dietro una tenda, quando un ruomore che non dovrebbe esserci fa spalancare gli occhi, quando una porta che prima era chiusa la ritroviamo aperta, quando capiamo, man mano che il film prosegue, quali sono i segreti nascosti.

Wan da una mano non indifferente alla faccenda con una serie di movimenti di macchina perfettamente finalizzati allo svolgersi della vicenda.
Ed una grossa mano la danno anche le interpretazioni di Patrick Wilson, che sta in secondo piano per tutta la prima parte del film per poi sorprenderci, di Rose Byrne, che fa urletti e faccette nel pieno del filone del genere, e soprattutto Lin Shaye, inquietante come sa essere lei.

Alcune scene sono davvero ottime e “wow” è l’unico commento che mi viene in mente.

E splendido e anche l’altrove, presentato come un mondo da incubo parallelo e nel quale la rappresentazione delle anime in pena è davvero inquietante.

Ma l’inquietudine (la tensione, la paura a tratti…) è il filo conduttore di tutto il film e trova spazio anche nel bel finale che rovescia ancora una volta le attese e regala l’ultima scudisciata in zona Cesarini.

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