Insieme

Creato il 06 agosto 2011 da Renzomazzetti

Andrea:tramonto Calasetta.

E’ il momento in cui l’orizzonte sparisce sotto la pressione del cielo e l’ascesa del mare. E’ diffuso nell’atmosfera il sentimento della comprensione. Nelle nuvolette che viaggiano verso il sole duellano l’amore e l’odio. Fra poco la luce diverrà uniforme sempre che il sole cancelli le ombre e le esitanze che lo conducono al declino doloroso e mille volte cantato. L’ultimo raggio si avvia nella solita strada verso casa nostra. Lo accogliamo tranquilli senza un grido. Converseremo insieme tutta la notte. Insieme sogneremo. (meditando, col naso musicando, nel ricordo di Mikis Theodorakis).

… per te io canterò

se tu non puoi cantare

per te sognerò sognerò

e non sarai più solo…

… fratello abbracciami

ovunque tu sia abbracciami …

LA MASSIMA DEL TERZO MILLENNIO

Da FABIO CORSI.

Lo sviluppo della produzione capitalistica produce particolari mutamenti nelle forme fenomeniche della crisi. Questo scriveva Hilferding nel suo Capitale finanziario e vale nell’analisi dell’attuale crisi, che ha dimensioni mondiali. A rischio di fallimento sono gli stati e, questa volta, anche lo stato di maggior peso economico e politico, cioè gli Usa. E va ancora notato come questa crisi capitalistica, che dovrebbe appartenere al mercato investa lo stato e divenga anche politica. A differenza delle precedenti, l’attuale crisi è mondiale perché il capitalismo si è esteso a tutto il mondo e si realizza, peraltro come è già accaduto in passato, in assenza di uno stato forte in grado di frenare o governare la medesima crisi: gli Usa sono nei guai più che altri paesi. La minaccia di un default degli Usa c’è e non è cosa da poco. Insomma questa crisi supera in vastità quella del ‘29, ed esige pertanto interventi di più vasta portata del new deal rooseveltiano e, stando all’Italia, ben di più dell’Iri e della statalizzazione delle banche. Questa crisi è - fatte tutte le differenze - per il capitalismo, qualcosa di analogo a quel che la caduta del muro di Berlino è stata per il comunismo.

A questo punto è inevitabile chiedersi se le ragioni del comunismo possano tornare ad aver voce in capitolo. Nell’attuale desertificazione politica e culturale sembra impossibile, ma è indubbio che dall’attuale crisi (storica, direi) non si esce con il privatismo capitalistico. Da questa crisi, che per gravità supera tutte le precedenti, non si esce rapidamente, sarà di lunga durata, susciterà, come già accade, vaste e appassionate discussioni. E non è da escludere che le ragioni del comunismo tornino ad aver credito. Il vecchio Marx tornerà a farsi sentire. Dopotutto anche il capitalismo è un fenomeno storico, come tutto quel che è di questo mondo. (Valentino Parlato).

PACE E LAVORO, GUTTUSO.


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