In questi giorni meditavo spesso sulla morte, sul senso che le diamo e come uno può reagire quando si trova a fare il grande e decisivo passo. Penso che tante volte si ci perde in un bicchiere d'acqua, che si mette sempre al centro dei propri interessi e pensieri se stessi, senza minimamente preoccuparci degli altri. Questo è il primo passo che si compie per far soffrire gli altri. Non interessa che gli altri soffrano, ma interessano i propri comodi e la propria salvezza materiale, non di certo spirituale. Facendo così si avvia una spirale di “violenza egoista”, in cui, appunto, l'egoismo fa da padrone, rendendoci ciechi, proprio come i Farisei che credevano di essere nel giusto, volevano essere ligi nel rispetto delle Leggi, ma, fondamentalmente, infrangevano continuamente la Carità, l'amore fraterno. Una persona che pensa solamente a se stessa, che non riesce a comprendere nemmeno minimamente la sofferenza altrui, perde il senso della vita stessa e per questo motivo desidera morire. Nello stesso istante in cui, la persona mette al centro gli interessi degli altri, soprattutto nelle minime cose, il cuore si dilata e comprende che forse la sua sofferenza e minore di quella degli altri. So che non si ci può incoraggiare guardando la sofferenza degli altri, ma nel momento stesso in cui si esce da se stessi e si tende la mano, la nostra ferita del cuore si rimargina. Ed è proprio così! Chi vive per se stesso, perde il gusto e il senso della vita; chi non lavora per migliorare il mondo e questo molto spesso significa cominciare da se stessi, perde tempo e la sua vita è insignificante.
Forza Francia! L'Italia è con voi!