Intendiamoci, il film varca le sale cinematografiche in un momento di assuefazione da survival teen, young adult, cinecomics e fiabe classiche in live action, e ognuna di queste categorie tenta di rubare il medesimo pubblico all'altra, omologandosi con i prodotti appartenenti al proprio genere senza troppa fatica e inventando ben poco rispetto ai propri avversari. Per fortuna, invece, Schwentke ha l'intuizione di non mandare tutto in vacca e di sfruttare quel paio di effetti sorpresa utili, appunto, a sorprendere lo spettatore, anche quello più previdente, anche quello che è riuscito a capire tutti i vari incastri ben prima che la storia li sveli. Peccato però che trascuri totalmente l'insurrezione presentata addirittura nel titolo del film, lasciando che tutta la rivolta sia semplicemente un trafiletto secondario molto meno importante dell'amore e del sentimentalismo che ricopre dialoghi e sequenze dedicate alla coppia innamorata di protagonisti. Tanti momenti si risolvono frettolosamente e i nuovi personaggi secondari non hanno lo spazio giusto per incuriosire il pubblico (la madre di Theo James, impersonata da Naomi Watts, su tutti gli altri), rimanendo appena abbozzati, certi di avere più spessore nel penultimo capitolo che ci sta già aspettando al varco. In sostanza i difetti ci sono, ma sono difetti non considerabili e giustificati da un genere cinematografico che non vuole assolutamente far riflettere il pubblico giovane a cui è rivolto, sorvolando su problemi sociali, politici ed etici relativi all'argomento trattato. Detto questo, non si può negare ad Insurgent una certa audacia nell'accennare timidamente le suddette tematiche qui e là, spargendo anche un po' di sangue (fuori fuoco) ed esagerando moderatamente con la violenza. L'avete più visto voi, un film del genere, dopo il primo Hunger Games? Intendo un film ben diretto, con delle sequenze d'azione non confusionarie, dei colpi di scena che funzionano e anche l'audace volontà di portare qualcosa in più alle orecchie del pubblico (una volta uccisa Jeanine chi prenderà il suo posto?, il rovesciamento politico, il fascismo e il comunismo sullo stesso piano. Ragazzi miei, non è roba da poco!). Ecco, questo nuovo capitolo della saga tratta dai libri di Veronica Roth osa quel tanto che basta da farsi apprezzare e da infondere quel pizzico di speranza utile a trascinare il pubblico verso la visione dei prossimi capitoli.
Intendiamoci, il film varca le sale cinematografiche in un momento di assuefazione da survival teen, young adult, cinecomics e fiabe classiche in live action, e ognuna di queste categorie tenta di rubare il medesimo pubblico all'altra, omologandosi con i prodotti appartenenti al proprio genere senza troppa fatica e inventando ben poco rispetto ai propri avversari. Per fortuna, invece, Schwentke ha l'intuizione di non mandare tutto in vacca e di sfruttare quel paio di effetti sorpresa utili, appunto, a sorprendere lo spettatore, anche quello più previdente, anche quello che è riuscito a capire tutti i vari incastri ben prima che la storia li sveli. Peccato però che trascuri totalmente l'insurrezione presentata addirittura nel titolo del film, lasciando che tutta la rivolta sia semplicemente un trafiletto secondario molto meno importante dell'amore e del sentimentalismo che ricopre dialoghi e sequenze dedicate alla coppia innamorata di protagonisti. Tanti momenti si risolvono frettolosamente e i nuovi personaggi secondari non hanno lo spazio giusto per incuriosire il pubblico (la madre di Theo James, impersonata da Naomi Watts, su tutti gli altri), rimanendo appena abbozzati, certi di avere più spessore nel penultimo capitolo che ci sta già aspettando al varco. In sostanza i difetti ci sono, ma sono difetti non considerabili e giustificati da un genere cinematografico che non vuole assolutamente far riflettere il pubblico giovane a cui è rivolto, sorvolando su problemi sociali, politici ed etici relativi all'argomento trattato. Detto questo, non si può negare ad Insurgent una certa audacia nell'accennare timidamente le suddette tematiche qui e là, spargendo anche un po' di sangue (fuori fuoco) ed esagerando moderatamente con la violenza. L'avete più visto voi, un film del genere, dopo il primo Hunger Games? Intendo un film ben diretto, con delle sequenze d'azione non confusionarie, dei colpi di scena che funzionano e anche l'audace volontà di portare qualcosa in più alle orecchie del pubblico (una volta uccisa Jeanine chi prenderà il suo posto?, il rovesciamento politico, il fascismo e il comunismo sullo stesso piano. Ragazzi miei, non è roba da poco!). Ecco, questo nuovo capitolo della saga tratta dai libri di Veronica Roth osa quel tanto che basta da farsi apprezzare e da infondere quel pizzico di speranza utile a trascinare il pubblico verso la visione dei prossimi capitoli.
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