Inter: non basta il cuore, finisce il sogno in Champions

Creato il 14 marzo 2012 da Postscriptum

Diego Milito e Gianpaolo Pazzini.Non bastano le loro reti e la vittoria a permettere all'Inter di passare il turno.

La palla è rotonda, lo dicono in molti, ma quando gira per il verso sbagliato e si infila nella tua porta, non riesci a non storcere il naso od incavolarti, sopratutto quando ti hanno riempito la testa di false promesse e speranze vane.

Così accade  che l’Inter più volenterosa e determinata degli ultimi due mesi venga eliminata dal Marsiglia e non a tempo scaduto come tutti amano credere,ma all’andata, o meglio, a inizio stagione; sì perchè quando scegli di sacrificare l’unico giocatore in grado di far la differenza in avanti e poi acquisti giocatori senza aver parlato con il mister o per lo meno senza aver allestito un progetto serio, non puoi sperare di ottenere risultati, sopratutto se in società regnano presunzione e anarchia.

E poi capita di cambiare allenatore, di vivere di alti e bassi continui, di cadere e rialzarsi di continuo ed in questo non c’è nulla di nuovo, nulla che non si sia già visto nel calcio, nulla che l’Inter non abbia già passato sino a poco tempo fa, ma proprio qui sta il punto, di solito dagli errori si impara ed i periodi di transizione sono fondamentali per rifondare, cose che purtroppo pare i nerazzurri non stiano facendo.

Moratti ha ragione, anche se lo ha capito in ritardo madornale, non è Ranieri il problema, il rpoblema – e qui lo ripetiamo da mesi- è un gruppo dirigente inadeguato e troppo dittatoriale, una presidenza molle e permissiva coi sottoposti, un gruppo di giocatori oramai in gran parte usurati ed appagati e per altro spesso anche superficiali e disinteressati; eccoli i problemi di quest’Inter, un team che non lancia Alvarez e lascia partire Coutinho, una squadra che non da fiducia a Castaignos e non acquista ricambi giovani e capaci in difesa dove Lucio è il migliore esempio di come si possa condurre una difesa in cima al mondo e poi trascinarla con se nel guano e non ci si riferisce qui all’errore da dilettante di ieri ma bensì a tutto il corso della stagione, in cui non ha fatto altro che star fuori posizione, danneggiare ed innervosire Ranocchia ed il mal capitato esterno difensivo di turno incolpandoli per le sue mancanze fino all’apogeo di ieri.

C’è un gruppo che va smembrato e ricostruito, su solide basi certo, ma privando si di giocatori evidentemente indolenti e supponenti come Sneijder o Maicon, gente oramai priva di ogni spirito combattivo come Cordoba o Chivu, gente che anche se dal grande cuore, come Cambiasso, non è più in grado di risultare decisiva per tutta la stagione. Ranieri lo sa bene e per questo predica serenità e non teme l’esonero, proprio perchè il tecnico capitolino sa di aver preso una squadra allo sbando sotto tutti i profili e sa anche di aver fatto molto più dell’ipotizzabile per rimetterla in piedi, però come si suol dire, cavare sangue da una rapa non si può.

E allora basta con i processi del giorno dopo, basta con le accuse di mancanze e le sentenze di condanna, come e perchè le cose siano andate male è chiaro a tutti e non c’entra nulla che due anni fa l’Inter vinse tutto, perchè il Milan che oggi domina in campionato ha avuto bisogno di tre lunghi anni per riuscire a tornare in vetta, per rinverdire la squadra e sviluppare un progetto solido attorno ad un mister ed a giocatori simbolo e star lì a far sondaggi tra i tifosi su chi dovrebbe andar via è inutile, come lo è parlare di fallimento, perchè l’Inter di ieri sera è la migliore Inter degli ultimi mesi, per carattere, gioco e determinazione, è solo che la palla è rotonda e quando all’Italia del pallone gira male poi c’è sempre il francese di turno a far andare peggio le cose, chiedere a Trezeguet e Zidane per averne conferma, o per lo meno quasi sempre.

Da dove dovrebbe ripartire l’Inter di Moratti? Se lo chiedete a chi scrive, bè la risposta non può che essere da Moratti, che usi la sua forza per azzerare i dirigenti e creare un apparato nuovo, snello e capace, che crei un codice etico e tecnico che vada rispettato da ogni elemento in società, che dia spazio ai tantissimi talenti sfornati dal vivaio nerazzurro salutando, seppur con enorme riconoscenza, quei vecchi soprammobili di giocatori che ancora tiene in campo.

L’Inter di Mourinho è finita nel momento stesso in cui ha vinto la Champions, l’Inter di Massimo Moratti non è ancora esistita, forse è il momento giusto per farla nascere e crescere nel prossimo biennio, acquistando e coltivando solo giovani talenti, dando spazio a tutti quelli già presi e pronti e sopratutto smettendola di vivere nel passato, perchè i successi passati non servono a dar forza nè al presente, nè tantomeno al futuro, per quello ci vogliono solo pazienza,rigore,lavoro ed umiltà.


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