Inter-rail

Da Luciusday
Ehi, è passato un sacco di tempo dall'ultima volta che ho scritto qualcosa... e ne sono successe di cose da marzo! ...anzi, a conti fatti, forse gli avvenimenti salienti non sono stati poi così tanti. Mi sono saltato un'altra stagione estiva di atletica leggera... questa mia caviglia non ne vuol sapere di funzionare, purtroppo. In compenso, sono riuscito ad uscire (che gioco di parole) discretamente indenne dalla sessione estiva degli esami. L'11 luglio, inoltre, ho festeggiato con alcuni amici i 20 anni (il "2" davanti invecchia così tanto? ahaha) in un pub con davanti alla tv la finalissima dei mondiali Spagna-Olanda, vinta dai nostri "cugini" iberici.
Poco tempo dopo (e dopo aver dato, finalmente, l'esame di diritto privato) sono partito in interrail. Il 21 luglio all'aereoporto di Roma Ciampino eravamo in sette: io, Ludovico, Marianna, Mattia, Beatrice, Roberto e Pedro, pronti per prendere un volo diretto ad Oslo. Abbiamo girato la parte bassa della Norvegia: Oslo, Stavanger, la salita sul fiordo di Preikestolen, Bergen.
Oslo è una città interessante, ma nulla di eccezionale, a parte il palazzo reale, la galleria nazionale, il museo di Munch e la casa di Ibsen.
Memorabile la notte in bianco a Stavanger, dove, non essendo riusciti a trovare un ostello ad un prezzo decente, siamo stati costretti a passare la notte in un gazebo. Ho detto bene: un gazebo, immerso in un parco nel centro della città, quest'ultimo attraversato durante la notte da norvegesi ubriachi, ragazzine sballate, turisti. Un turista americano ha voluto fare lo scherzetto di svegliarci nel cuore della notte, mentre eravamo immersi nel sonno e nei nostri sacchi a pelo, e far finta di chiamare la polizia. Poi però se ne è pentito e ci ha regalato 200 NOK per far colazione. Grasso che cola! Scherzi a parte, la Norvegia è davvero costosa, su tutti i punti di vista. Ci ha regalato però dei momenti molto intensi dal punto di vista naturalistico. Per arrivare sul Lysefjord, ad esempio, la mattina stessa del giorno in cui siamo rimasti senza "casa" abbiamo dovuto affrontare una salita di 604 metri in altezza sviluppata in un percorso di circa 10 km contando l'andata ed il ritorno, fatta tutta di rocce, fango e torrenti di acqua leggermente torbida, il tutto condito da un caldo abbastanza anomalo per il clima norvegese e dal fatto che non avevamo provviste per il pranzo. Niente ci potrà togliere d'altra parte la soddisfazione di essere arrivati in cima al fiordo e di poter guardare (con gioia di Roberto) lo strapiombo di 604 metri dall'alto.
Siamo stati anche a Bergen, città portuale nota per il suo mercato del pesce e per l'impianto artificiale di salto con gli sci. Io, Marianna, Ludovico e Roberto ci siamo rimpinzati di salmone, al naturale, affumicato, marinato a freddo, marinato a caldo, gamberetti e un sacco di altre prelibatezze appena pescate e subito dopo gustate. Del resto, dopo una settimana passata a mangiare cheeseburger, ce lo meritavamo...!
Dopo un'altra notte in treno e svariati cambi di vetture durante il percorso, arriviamo a Stoccolma. La città ci colpisce subito per la sua estensione, di molto maggiore rispetto ad Oslo, e per la sua bellezza. Ne abbiamo saputo apprezzare il palazzo reale, il teatro dell'opera, la città vecchia Gamla Stan, Il parco naturalistico di Skansen, il viaggio in battello. Siamo finiti anche in un locale gay-friendly, che però non abbiamo apprezzato molto, almeno noi ragazzi.
Da Stoccolma passando per Malmo arriviamo poi a Copenaghen. Appena arriviamo ci indirizziamo verso l'ostello che aveva cercato Roberto, ma ci ritroviamo quasi subito usciti dalla stazione in una zona abbastanza degradata, in cui la gente che girava per strada ed i negozi sulle vie non promettevano nulla di buono. Appena giunti in ostello non abbiamo una grande impressione: era probabilmente un'ex-palestra attrezzata per fungere da ostello. Dormiamo in una sala comune con 32 letti, abbiamo bagni con docce comuni, la pulizia del posto lascia un po' a desiderare. Vabbé, pensi, sono sempre esperienze che ci porteremo dietro... per fortuna il personale sembrava abbastanza cordiale.
A Copenaghen abbiamo subito visitato Christiania, il famoso quartiere hippie autogestito. Particolari i vasi da fiori e le siepi con pianticelle ovviamente note, e il mercatino per portare ricordini speciali alla mamma. Ah, non potete scattare foto. Perché? Chiedetelo a loro. O a Tiziano Ferro.
E' stato piacevole anche il Castello di Rosenborg, ex residenza della famiglia reale, adesso adibito a museo. In parte la struttura conserva il mobilio e la pianta originale, eccezion fatta per lo pseudocaveau sotterraneo e visitabile che custodisce, tra le varie reliquie e preziosità della dinastia danese, anche le corone del re e della regina, tempestati di gemme preziose.
E la famosa sirenetta, chiederete voi? Non c'era: la sirenetta è "in prestito" all'expo 2010 di Shangai, in Cina. Al suo posto però potrete vedere la famosa opera di Ai Wei-Wei che la sostituisce. Cos'è? Uno schermo che riproduce la sirenetta a Shangai.
Una sera in un pub abbiamo incontrato altri italiani della Basilicata che stavano terminando il loro viaggio di maturità e l'indomani sarebbero ripartiti per l'Italia. I fumi dell'alcool li hanno portati a raccontarci dettagliatamente il loro passaggio per Amsterdam, compresi tutti i particolari di natura erotico-stupefacente. Era solo un "assaggio" di ciò che avremmo incontrato...
Da Copenaghen siamo poi ripartiti per Amburgo, in Germania. Dopo un tour de force per riuscire a trovare un ostello libero, preoccupati di dover bissare gli eventi di Stavanger, riusciamo per un colpo di fortuna a beccarne uno molto bello. Iniziamo a girare per la città, che ci colpisce subito per il suo porto immenso, al quale erano ancorate numeroso barche, ed affollatissimo. Il motivo? Proprio la serata in cui siamo capitati noi, si svolgeva una "sfilata" di navi da crociera. C'era anche gente che ballava sui ponti delle navi, tanta confusione. In seguito dalle parti del quartiere vecchio ci siamo fatti una mangiata colossale di cibo caratteristico. Burp.
La mattina dopo, una parte di noi si sveglia per andare a vedere il mercato del pesce vicino al porto. Non solo vendevano di tutto a parte il pesce, ma c'era anche un capannone in cui c'era un palcoscenico dove suonavano musica rock, bancarelle dove potevi mangiarlo direttamente, il pesce, e ristorantini sparsi, tutto dentro il capannone, condito da tanta gente che beveva birra e altri alcolici. Che ore erano? Le 7 e mezza di mattina.
Dopo Amburgo, arriviamo infine alla tanto descritta, famosa ed agognata Amsterdam. Inizia la ricerca dell'ostello: premesso il fatto che abbiamo dovuto cambiare 3 ostelli mentre eravamo ad Amsterdam, il primo di essi era un ostello cristiano, con tanto di propaganda interna: inviti a celebrazioni, commenti di passi del vangelo, attività ricreative in comune etc. Tutto questo a due passi dalle vetrinette con le signorine tanto desiderate dai nostri amici lucani incontrati a Copenaghen.
Dopo vari giri di "ricognizione" per i vicoletti a luci rosse tipici, ci ritroviamo coffee shops ovunque, con certe vampate di fumo, anche alle 9 di mattina. Se uno lì non fuma, è come se lo facesse ugualmente, tanto è il "fumo" passivo che riceve. Andiamo anche in qualche discopub, proviamo le "stupefacenti" specialità della zona, mangiamo anche dolcetti "corretti", ci ritroviamo a ridere come imbecilli su delle inezie ("se l'ostello si chiama"stay okay"speriamo "nomen omen" cit. Filippo). Dato però che siamo bravi ragazzi non fumiamo (o lo fumiamo poco) tabacco. E' vietato fumarlo all'interno dei coffee shop, e la legge, noi, ci teniamo a rispettarla.
Sempre riallacciandoci al concetto di "bravi ragazzi", siamo andati a vedere la casa-museo di Anna Frank - esperienza toccante, e il Van Gogh Museum - impressionante, e davvero molto bello.
Ci hanno raggiunto poi altri tre avventurieri: Filippo, Domitilla (la sorella di Bea) e Giordi. Pedro se ne è andato via il 4 agosto partendo da Bruxelles, mentre io, Ludo e Mari il 5 agosto abbiamo proseguito per Colonia, dove ci siamo abbuffati a dovere ed abbiamo avuto l'occasione di vedere il Duomo: una piccola Notre Dame ("piccola", ovviamente, si fa per dire). Da Colonia abbiamo poi raggiunto Dusseldorf, e da lì abbiamo preso l'aereo (rigorosamente low-cost) che ci ha portato a Roma-Fiumicino. I nostri amici che proseguivano, i "reduci", hanno proseguito lo stesso 5 agosto il viaggio per Francoforte, Monaco, Vienna e Praga. Chissà cosa ci racconteranno.

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