I giorni si susseguono rapidi. E scorrono in quella strana regione che sta tra l’inizio delle lezioni e la vacanza con un tempo tutto loro. La ‘povna ne trascorre a scuola una larga maggioranza; e visto che – rispetto ai suoi soliti settembre – la settimana di esami, scrutini, riunioni e aggiustamenti non si interseca con Neverland, le sembra che tutto vada molto tranquillo e molto bene.
In mezzo, il prefabbricato si anima con mille storie sotto traccia; e la ‘povna (che l’ha presa così, decisamente giuggiola) sfarfalla di qua e di là, facendo la cretina in giro con scioltezza. La stagione compiacente permette (a lei, così come a parecchi altri) di sfoggiare ancora, con finta noncuranza, i vestitelli; e lei li mette, e poi si appollaia, come il suo solito, da qualche parte (per esempio sul tavolo di lavoro di Mafalda). Ad aspettare che la raggiungano le storie.
Arriva, per esempio, la mamma di Gian Burrasca: deve ritirarlo dalla scuola, causa trasferimento. Il suo talento calcistico lo porta a giocare su un lago nordico e lontano, infatti – e lei, insieme alla burocrazia, ci teneva a salutare la ‘povna di persona.
Poi è alla volta degli adempimenti per il progetto Libro-on-line, sui ranghi di partenza.
“Mi fai da segretaria perfetta, ‘povna?” – scherza il collega Hal9000 (prima di sfidarla a Ruzzle).
La ‘povna ride, dice “Certo!” (che le sue dieci dita, alla tastiera, sono virtualmente imbattibili) e poi si mettono a organizzare il gran lavoro.
In ultimo, le scrive il narratario (finalmente): “Mi sono successe tante cose, ho bisogno di parlarti. Non al telefono, preferirei a voce”.
Questo, succede, nell’aria del prefabbricato. E ancora altro. La ‘povna – che il profumo di romance lo riconosce a pelle – si gode la sceneggiatura, soddisfatta. Pensa a un anno (quell’anno) che ancora ricorda puntuale, in un rosario di memoria consapevole.
E, tra uno svolazzo e l’altro, aspetta, fiduciosa, la trama del futuro.