Come disegno le persone?
Con la consapevolezza di non possedere la tecnica, ed aver ripreso in mano il disegno da poco tempo, dopo anni di abbandono, il che non mi permette sempre di fare ciò che ho in mente, perché disegno le persone così?
Perché la mia osservazione punta al grottesco, anche di persone “sane”.
Anzi: spesso sono quelle che preferisco. Con sane intendo belle esteticamente, di cui tutti hanno un’idea di bellezza canonica.
Se è vero che una parola ripetuta troppe volte perde di senso; un oggetto, se osservato troppo a lungo, da vicino, fa emergere tutte le magagne.
Quella che ci viene presentata come una donna esteticamente perfetta, ha le braccia troppo sottili, che non hanno mai testato la loro stessa forza; mentre la testa risulta enorme, se paragonata all’insieme – lo stile bambola Braz è imperante-.
Perché, se sei sottopeso, l’unica cosa che non può restringersi è la testa.
Quel uomo tanto distinto, che a molti incute timore e rispetto, ha dei pomelli rossi sulle gote, fatti di reticolati di capillari in evidenza, e troppi peli sulle mani.
Così, mentre lo senti parlare di economia o finanza, te lo immagini in mutande, troppo peloso nei punti sbagliati, intento a farsi un cicchetto di troppo.
Ma denigrare non può essere un fine.
Il secondo step è quello di vedere il lato umano, immaginare tutto l’insieme di menzogne, paure, auto-indulgenze, che fanno si che quel essere non appaia davvero armonioso.
Non per forza bello.
Un uomo può essere mal proporzionato nelle sue fattezze, e quindi canonicamente brutto, ma armonioso, limpido direi, perché molto dentro di sé è in pace. Anche le sue debolezze non sono nascoste, e nemmeno brutalmente esibite.
Un uomo, insomma, che ha raggiunto un vero equilibrio interiore.
Ecco perché molte persone che vengono etichettate come belle, se le guardi bene, sono grottesche.
Bukowski è stato un grande scrittore.
A differenza di molti suoi fans, io dico che lo è stato nonostante l’alcolismo.
Un uomo così lucido, cosa avrebbe condividere al pieno delle sue funzioni?
Ma per lo più si ricerca il personaggio, non la persona, e quindi avanti con le incitazioni alla sbornia coatta, o fan site, dove improvvisati scrittori raccontano di cacate e scopate, non per forza separatamente.
La sensibilità di Bukowski è stata altro da questo.
Ma, come molti caratteri tagliati un po’ con la falce, che hanno visioni spigolose e assolute delle cose, lui buttava tutti nel cesso.
Non sempre…
Io, nel mio umile lavoro di narrazione, visiva e non, voglio ricondurre tutto ad un “essere umani e simili”.
Lui scriveva di esser passato accanto a duecento persone e non aver visto neanche un esser umano.
In qualche metropolitana, o facendomi spingere dalla folle in una fiera di paese, ho capito il significato di questa frase.
Ma poi, invece di chiudermi nel mio mondo dorato di consapevolezza e rifiuto, inizio a guardarli uno per uno.
E mi spiace intuire le varie motivazioni che li rendono miseri, infelici, così facile bersaglio di chi comanda e chi giudica.
Questo vorrei esprimere.
Questo è il manifesto della mia produzione grafica.