Al Ministro degli Affari esteri
MELIS, NARDUCCI
Per sapere; considerato che:
- L’11 gennaio 2012 ore15 circa il cittadino italiano Stefano Salaris, incensurato, residente a Ittiri (prov. di Sassari) giungeva all’aeroporto di Boston, munito di regolare passaporto e di visto di ingresso per turismo per far visita al fratello Gian Luca, che da circa 10 anni vive a Boston dove ha anche messo su famiglia;
- Superata la dogana, all’Ufficio immigrazione, dopo attenta perquisizione e lungo interrogatorio, l’Ufficio stesso eccepiva che il permesso di soggiorno di Gian Luca era scaduto. Pertanto tratteneva il Salaris Stefano presso l’Ufficio. Avendo questi richiesto di essere messo in contatto col Consolato italiano, gli veniva di fatto negato; avendo richiesto l’aiuto di un interprete, non conoscendo il Salaris bene la lingua inglese, gli veniva fornito un interprete con scarsa conoscenza dell’italiano; trascorsa in aeroporto la notte dell’11 in una stanza senza alcun tipo di conforto, il 12 a metà mattinata veniva trasferito in un primo carcere e quindi in un secondo, il carcere di Sufolk. I trasferimenti avvenivano in manette e coi piedi ugualmente incatenati (come da regolamento, gli veniva spiegato). A nulla valevano le sue rimostranze. In carcere gli venivano sequestrati tutti gli effetti personali, fatta indossare la tuta arancione in dotazione ai carcerati ed era rinchiuso in una cella assieme a persone di varia nazionalità ivi detenute;
- la carcerazione del Salaris durava tre notti, senza che vi fossero comunicazioni esterne. Solo grazie al prestito di una carta telefonica da parte di un compagno di cella riusciva infine a chiamare il Consolato, il che gli valeva prima il trasferimento in cella singola (13 gennaio) e poi, finalmente, ma dopo tre giorni di detenzione, il trasferimento in aeroporto (14 gennaio verso le 12);
- solo il 15 gennaio Salaris rientrava a Roma, ove veniva preso in consegna dalla polizia italiana e accompagnato ai voli nazionali per proseguire verso la Sardegna;
si apprende dalla famiglia e dal sindaco di Ittiri (dell’intera vicenda si è frattanto occupata anche la stampa sarda) che al Gian Luca Salaris, il fratello residente a Boston, è stato consigliato di non divulgare i fatti, facendogli intendere che altrimenti che avrebbe potuto patirne le conseguenze;
- se il Ministro sia stato posto tempestivamente a conoscenza della gravissima vicenda, se il Consolato italiano a Boston abbia ugualmente tempestivamente agito in favore del nostro connazionale, se infine le nostre autorità diplomatiche abbiano chiesto alle autorità statunitensi, sia pure posteriormente ai fatti, i chiarimenti dovuti;
- quali determinazioni intenda assumere il Ministro per impedire che fatti di analoga gravità abbiano a verificarsi in simili circostanze.
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