Partiamo ad esempio da Aurel Milloss, danzatore e coreografo di origine ungherese, del quale possiamo navigare circa 1400 schede descrittive, con relativi allegati digitali all’interno del fondo sul Teatro e Melodramma. Chiamato da Tullio Serafin alla direzione del ballo del Teatro dell’Opera di Roma (1938-44), poi da Arturo Toscanini al Teatro alla Scala di Milano (1945-50) Milloss riorganizzò e rinnovò profondamente il panorama coreografico italiano, stabilendo legami fondamentali di collaborazione con l’ambiente artistico, musicale e intellettuale del nostro Paese.
La navigazione a filtri proposta all’utente evidenzia in modo estremamente efficace i rapporti, le risonanze, le intersezioni continue tra musicisti, pittori, coreografi, scrittori restituendo organicità e unitarietà alla cultura artistica e letteraria del Novecento italiano e con essa ai preziosi archivi conservati e curati dalla Fondazione Cini
Fra le opere più significative della sua vastissima produzione Il mandarino meraviglioso, documentato in archivio, con il quale il 12 ottobre 1942 debuttò al teatro alla Scala di Milano. Sua la coreografia dell’opera composta da Bela Bartók e ideata anni prima in Ungheria a stretto contatto col compositore. Scene e costumi furono affidati ad Enrico Prampolini.
Ecco Aurel Milloss nel ruolo del mandarino, una fotografia di un bozzetto delle splendide scenografie di Prampolini, mentre la scheda ci restituisce tutte le informazioni sull’opera. Ancora Prampolini allestisce le scenografie (e disegna i costumi) de La Tarantola, un altro balletto di Milloss portato in scena al teatro dell’Opera di Roma nel 1942. Se a questo punto eliminiamo il filtro la Tarantola che abbiamo usato nella nostra ricerca e espandiamo l’elenco dei filtri delle persone avremo un’idea degli innumerevoli rapporti tra il coreografo e i protagonisti della cultura, italiana e non.
Bozzetto di Enrico Prampolini per Il mandarino meraviglioso
Sappiamo che Milloss commissionò balletti ai maggiori musicisti italiani – da Casella a Petrassi, da Dallapiccola a Vlad, da Berio a Nono, o Rota, e le scenografie ai pittori italiani emergenti: a parte Prampolini, Severini, De Chirico, Mafai, Scialoja, Guttuso, Cagli, e l’elenco potrebbe continuare. Questo panorama è evidente proprio dalla maschera di ricerca. Aggiungiamo il filtro Scialoja e otterremo 70 risultati (ammiriamo queste bellissime scenografie dell’opera di Stravinskj, autore fondamentale per Milloss). Ovviamente il gioco di navigazione potrebbe continuare all’infinito sostituendo i filtri con i nomi dei pittori, degli attori, dei musicisti elencati nei risultati di ricerca.
450 schede con allegati – disegni originali, figurini per costumi e bozzetti scenografici – appartengono al fondo di uno dei più affermati scenografi europei, Pierluigi Samaritani.
Di Ulderico Rolandi, un medico straordinariamente appassionato al melodramma – la Fondazione conserva numerosi e pregiatissimi libretti d’opera collezionati da Rolandi – sono consultabili oggi quasi 1400 ritratti di compositori, musicisti, cantanti e personaggi legati al mondo musicale, 38 caricature.
Studi per l’atto I, II e III
Ancora di grande interesse le tracce della Compagnia dei giovani , il sodalizio nato tra Giorgio De Lullo, Romolo Valli, Rossella Falk, Anna Maria Guarnieri, Elsa Albani che rinnovò il teatro italiano dagli anni Cinquanta ai primi anni Settanta e che poté contare sull’apporto dello scenografo Pierluigi Pizzi, presente in archivio con 450 schede- qui indichiamo la scenografia per D’Amore si muore, la commedia firmata da Patroni Griffi che ebbe un ruolo di primo piano nel consolidamento del gruppo di artisti. Il fondo Teatro e melodramma conserva infine le tracce di bozzetti, disegni, figurini, andati in fiamme per l’incendio della Fenice nel ’96 : circa 430 fotografie (diapositive il più delle volte) che documentano gli oggetti teatrali ormai scomparsi (ecco la diapositiva degli studi per le scenografie di Armida).
L’immagine dello slideshow proviene dal Fondo Milloss: sono le prove del balletto Le Sacre du printemps, in scena il 27 marzo 1941 al Teatro dell’Opera di Roma; in alto in questa pagina un acquerello di Pierluigi Samaritani per il Lago dei cigni in scena nel 1988 al Segerstrom Center for the Arts.
La descrizione degli archivi dell’Istituto per la musica e del Centro studi del vetro sarà svolta in un altro approfondimento