Intervista a alessandra paoloni

Creato il 10 giugno 2013 da Linda Bertasi @lindabertasi
Ciao Alessandra, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.
Ciao Linda e grazie per avermi ospitata.
Di me non c'è molto da dire, sono una ragazza che come tante altre crede nei propri sogni e fa di tutto per realizzarli. Sembrano parole scontate o frasi fatte ma ti assicuro che non è così.
 Abito in un piccolo paese alle porte di Roma (che non è Tiepole anche se Marcellina ha dei punti in comune con il paese di Emma) e conduco una vita ordinaria. Passo la maggior parte del tempo e leggere e scrivere nella speranza che tutto ciò che faccio raggiunga più persone possibili.
La tua passione per la letteratura ha radici profonde. Com’è stato il tuo approccio con la penna?
Da bambina mi divertivo a riscrivere le storie che leggevo.
“Rubavo” i personaggi ai libri e facevo fare loro delle avventure nuove, frutto della mia fantasia. Nella scrittura ho sempre ritrovato una parte di me, una sorta di rifugio, qualcosa con cui esprimermi in totale libertà e sicurezza.
Già dalle elementari scrivevo qualche racconto in modo molto acerbo naturalmente, ma ricordo che la maestra mi lodava sempre per i miei 'temini'. Questo mi rendeva orgogliosa, per quanto una bambina poteva esserlo,e forse è da allora che l'amore per la scrittura si è radicato in me e non mi ha più lasciato. Ho cantato, suonato, dipinto, ma la scrittura resta per me l'arte più preziosa e quella che mi riesce forse meglio.
Collaboratrice di periodici indipendenti e riviste online, esordisci nel 2008 con una raccolta poetica “Brevi monologhi in una sala da ballo di fine ottocento”. Parlaci di questo esordio.
Era il 2008, eppure mi sembra trascorsa un'eternità. Ho scritto i 'Brevi monologhi' (che ora si possono trovare su amazon al prezzo irrisorio di 0,89 €) in un periodo non facile della mia vita. Non sto ora a raccontarvi nello specifico quali erano in quel momento i miei problemi, ma posso dire di aver riversato in questa operetta i miei pensieri e parte della mia anima.
Se dovessi scrivere ora un libro del genere forse non ne sarei in grado, ma perché le poesie furono dettate dalle emozioni di quei particolari mesi.
E' stato un esordio che mi ha lasciato molte soddisfazioni soprattutto perché mi ricordo che tutti si chiedevano come una ragazza così giovane potesse scrivere pensieri vicini ad anime magari più mature. Ripensandoci ora risponderei che non sempre è la fantasia da sola che fa partorire una storia, ma ci sono periodi nella vita che ti portano a scrivere cose che altrimenti non scriveresti.

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Seguiranno due fantasy “Un solo destino” e “Heliaca la pietra di luce”. Perché questo cambio radicale di genere letterario?
In realtà quando ho pubblicato i monologhi, “Un solo destino” era solo da editare. L'avevo già scritto tempo addietro. Inoltre mi piace definirmi una scrittrice poliedrica; ho naturalmente dei generi che posso definire “preferiti” ma amo spaziare e cimentarmi in più generi letterari possibili.
I due fantasy ora non sono più disponibili e "Un solo destino" altro non era che "La Stirpe di Agortos" uscito un anno fa. Una saga questa sfortunata per le scelte sbagliate che ho fatto.
Nell’aprile del 2012 pubblichi sotto pseudonimo “La stirpe di Agotros”. Parlacene e raccontaci il perché di questa scelta dell’anonimato.
Come ti dicevo “La Stirpe di Agortos” altro non era che “Un solo destino" rieditato. Quando ho contattato la REI per sottoporre il manoscritto, l'editore mi disse di cambiare nome visto che il libro era già stato pubblicato. Così feci.
Ci tengo però a sottolineare che questa saga non è più in commercio. La collaborazione fallimentare con la Edizioni Rei mi ha costretta a interrompere di nuovo la saga. Ecco perché la chiamo “sfortunata”. Tuttavia posso tranquillizzare i lettori della stirpe dicendo loro che non mi arrendo e che anzi, sono già a lavoro. Ma non posso dire altro per il momento.
Partecipi a diversi concorsi dall’esito vittorioso. Un tuo racconto “In fuga per ricominciare” viene scelto per l’antologia “365 Storie d’Amore” dal Writer Magazine di Franco Forte. Un altro racconto “Sulla strada per la fine” è tra i vincitori del concorso “On the Road: diari di viaggio” indetto dalla Libro Aperto Edizioni e inserito in un’antologia. Il racconto “La cura”, invece, viene inserito nell’antologia digitale “La prima volta” edita dalla Triskell Edizioni(disponibile gratuitamente). Ti piace scrivere racconti? Come nascono le tue storie? E’ un genere a te congeniale più del romanzo o della poesia?
C'è stato un periodo in cui partecipavo a parecchi concorsi e con mio immenso piacere mi ritrovavo quasi sempre tra i vincitori. Stentavo a crederci io stessa.
Si, mi piace scrivere racconti soprattutto se il tema dei concorsi stimola la mia fantasia. Le storie nascono così come nasce un romanzo, da un'intuizione, da un'idea che trovo in un libro, in un film o semplicemente uscendo di casa.
Certo, scrivere un racconto comporta meno lavoro di un romanzo. La lunghezza è minore, anche se in un romanzo puoi rilassarti pensando che hai davanti ancora molte pagine da scrivere e rimandare magari una scena o una spiegazione, mentre in un racconto devi essere abile a concentrare il tutto in poche pagine. Non è poi così facile come sembra.
La maggior parte dei concorsi prevede un limite di battute. Uno scrittore deve saper articolare la trama le sensazioni e il messaggio del racconto in un tot. di pagine. Se il tema mi attira colgo questa sfida sempre molto volentieri.
Sempre con un racconto “Come il vento su Top Withens” è tra i finalisti al concorso “Impronte d’amore” edito da Butterfly Edizioni e compare nell’antologia dall’ omonimo titolo pubblicata a inizio anno. Parlacene.
Quella era la prima volta che scrivevo un racconto d'amore.
Il concorso della Butterfly m'incuriosiva e ho voluto tentare la sorte. Ho ambientato il racconto a Top Whitens che si dice fosse stato d'ispirazione per la Bronte e il suo C"ime Tempestose". Sarà stata forse proprio questa ambientazione a suggerirmi l'idea della storia di Drake e Jeanne di cui vi riporto la breve sinossi: “La vita di Jeanne, che vive assieme a sua sorella e a suo padre a Top Withens, cambia quando Drake arriva in quel luogo bucolico e ventoso. Lo sconosciuto ferito e senza storia desterà in lei un sentimento mai provato prima. Ma potranno due nature di così diversa indole coesistere? Lei attaccata alla sua terra, lui alla sua idea di libertà. L'amore saprà superare ogni ostacolo o la lontananza? Lo straniero troverà radici in lei, e Jeanne in lui il suo cuore.”
Il racconto è piaciuto tanto che mi hanno chiesto di scrivere un romanzo su questi due personaggi. E' un'idea che ho accarezzato, ma devo tener conto prima di tutto quello che ho ancora da scrivere. Magari un giorno verrà anche il turno di una rivisitazione di questo racconto. In fondo mi piacerebbe tornare a Top Whitens, almeno con l'immaginazione, ancora una volta.

Nella primavera 2013 arriva un racconto lungo "Oltre l'oscurità" edito dalla Libro Aperto Edizioni. Di cosa tratta?

"Oltre l'oscurità" è un lungo racconto che mandai alla Libro Aperto Edizioni per un concorso sempre sul tema d'amore. E' piaciuto e mi è stato chiesto di pubblicarlo in edizione ebook, offerta questa che ho subito accettato.
E' un racconto paranormal romance, dove il mistero si fonde coi sentimenti, ambientato in una tenuta immaginaria (Landlord) nelle terre dello Yorkshire alla fine dell'ottocento.
A questo proposito vorrei segnalare un giveaway e una sorta di concorso che attualmente ho avviato nel mio blog, ovvero si può vincere la copia in ebook del racconto e partecipare alla stesura del secondo volume. Si, perché d'accordo con la Libro Aperto Edizioni scriverò un seguito in collaborazione con il vincitore.
Per sapene di più andate qui nel mio blog LA MIA STRADA FINO A QUI.

Nel novembre 2012 pubblichi il romanzo “La discendente di Tiepole” con la Butterfly Edizioni. Cosa troveranno i lettori tra le sue pagine?

"La discendente di Tiepole" è un romanzo di genere urban fantasy scritto l'anno del mio esordio, il 2008, e tenuto nascosto nel cassetto per svariati motivi.
Quando ho incontrato la Butterfly qualcosa mi ha suggerito di inviare loro il manoscritto, e così è iniziata per me questa nuova avventura.
I lettori nel libro troveranno un romanzo diverso dagli altri dello stesso genere. Mi sono sforzata di apportare degli elementi originali a una trama che alla prima lettura può sembrare banale e scontata. I personaggi sono reali, la protagonista così come i maledetti. Il fantasy fa da contorno a una storia realistica, la storia di una ragazza che vede capovolgersi il suo mondo all'improvviso.



Quali temi affronti nel tuo romanzo?

Il rapporto genitori- figli a me tanto caro, o quello del destino o della predestinazione. Il tema dell'amore e dell'amicizia, sentimenti che salvano nella vita. Il tema della discendenza, delle proprie origini e dei pregiudizi.
C'è molto nella discendente, questi temi e altri. E' un calderone di idee e misteri che a volte possono confondere. Ecco perché alla fine ho adottato la scelta di troncare la storia e scriverne un seguito.
Qual è stato l’input per “La discendente di Tiepole”?

Non ho mai negato di aver avuto l'idea leggendo "Twilight" della Meyer.
Il libro diede in un certo senso l'avvio al boom dell'urban fantasy, e io quando lo lessi feci una scommessa con me stessa: sarei stata in grado di scrivere un libro di questo filone ma allo stesso tempo originale?
'La discendente' è nata per gioco, e non avrei mai pensato che sarebbe stata così apprezzata.
C’è un anneddoto, una curiosità che vuoi raccontarci relativa alla stesura di questo romanzo?
Forse il fatto che non pensavo sarebbe piaciuto. Ecco spiegato uno dei motivi per cui l'ho lasciato nel pc per tanto tempo.
Come ho detto 'La discendente' è nata per gioco, mi sono seduta al computer e ho iniziato a scrivere per semplice divertimento. Ricordo che mi rilassava. Poi però ho capito che potevo pretendere di più da questo libro.
Nel 'La discendente' c'è molto di me, molto della storia del paese in cui vivo, alcuni nomi dei personaggi hanno un significato affettivo per me (non Christian, lui l'ho preso in prestito da Christian Bale).
Il paese stesso è in realtà un paese che esiste davvero ma che ancora preferisco non rivelare.
Il genere fantasy sembra essere nelle tue corde più degli altri. Come nasce la passione per questo stile?

Il fantasy, o anche l'urban fantasy, è quello che rientra di più nel mio genere letterario; questo sia per la scrittura che per la lettura.
Il fantasy mi permette di parlare per metafore di fatti che accadono in realtà quotidianamente.
 Mi piace mascherare la realtà e nascondere dei messaggi tra le righe. E non è facile scrivere questo genere perché si rischia allo stesso tempo di discostarsi troppo dal reale e di annoiare il lettore con concetti troppo astratti nei quali non si può rispecchiare e immedesimare. Anche in questo caso il fantasy va dosato con ingredienti realistici.
Hai un discreto bagaglio di esperienze letterarie alle spalle, c’è un consiglio che daresti agli emergenti che si affacciano a questo mondo?
Il consiglio che do sempre è di perseverare. Io stessa ogni giorno trovo almeno tre motivi per lasciar perdere tutto.
La scrittura non paga a meno che non vi chiamate King, Rowling o Follett. Se qualcuno intraprende questo mestiere pensando di fare soldi ha sbagliato decisamente strada.
La scrittura è un dono e un'arte e come tale deve essere interpretata. Ha bisogno di dedizione e di molta cura. Bisogna sempre perfezionarsi, la pubblicazione del libro non significa che si è arrivati anzi; il cammino è appena iniziato ed è tutto in salita.
Ci saranno sempre persone pronte a criticarvi per ciò che fate, accettate le critiche (costruttive ovviamente) fatene tesoro e andate avanti. I lettori sono preziosi e non solo perché leggono quello che scrivete ma perché dai loro consigli si impara moltissimo. 'Umiltà'. Questa sconosciuta a molti non deve mai mancare.
Vuoi anticiparci qualche progetto futuro?
Il seguito de "La discendente di Tiepole" sta prendendo forma proprio in questo periodo, ma non voglio affrettarmi troppo per non deludere le aspettative di nessuno. Inoltre come ti anticipavo sono a lavoro per "La stirpe di Agortos"; no, non mi arrendo. Non trovo giusto penalizzare un libro solo per delle scelte sbagliate in merito alla casa editrice. Questi sono alcuni dei progetti che mi aspettano.
Di idee ne ho tantissime in cantiere, mancano il tempo, la concentrazione e un paio di occhi buoni.
Grazie Alessandra. Per me è stato un vero piacere intervistarti. In bocca al lupo per tutto!
Grazie a te Linda di avermi ospitata qui nel tuo blog. Crepi il lupo e un saluto a tutti i tuoi lettori.
Per seguire Alessandra  LA MIA STRADA FINO A QUI

 
 

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