Grazie Dylan, piacere di conoscerti e di conoscere tutti i lettori del blog. Beatrix K è lo pseudonimo di Beatrice Fiaschi, giornalista e scrittrice romana di quasi trent’anni con tante passioni tra le quali, la più grande, è quella per la scrittura, avvertita sin da bambina come bisogno impellente.
Dalla tua biografia leggo che sei molto interessata al mondo della comunicazione e della scrittura. Sono le tue principali passioni? Fai anche il mestiere di editor? Cosa pensi degli autori emergenti contemporanei?
Come ti dicevo, da sempre amo leggere e scrivere e così, quando è stato il tempo di scegliere cosa fare nella vita, non ho avuto dubbi e ho scelto una facoltà letteraria come Scienze della Comunicazione, che mi avvicinasse anche al mondo del giornalismo. Successivamente mi sono laureata anche in Editoria e ho seguito l’iter per l’iscrizione all’albo dei giornalisti pubblicisti del Lazio, confermando la mia doppia anima: da una parte sono molto interessata a raccontare giornalisticamente la realtà dei fatti, dall’altro lato mi piace anche perdermi nella lettura e nell’invenzione di storie di fantasia. Quindi al momento collaboro sia con diverse testate, sia con alcune case editrici per le quali sono editor, ossia curo i testi prima che vengano pubblicati, li limo, li rendo inattaccabili e faccio in modo che l’opera diventi perfetta, sprigionando il suo meglio. Molti autori esordienti si rivolgono a me anche privatamente per questo tipo di lavoro e il mio primo consiglio è quello di rimanere umili e accettare i consigli di un occhio esterno abituato a cogliere i segreti delle parole: non tutti purtroppo comprendono che il lavoro sul testo è innanzitutto un percorso per crescere insieme e per migliorare.
Veniamo al tuo libro La leggenda degli Intarsicats. Già il titolo è particolare, non trovi? Anche il protagonista, Joao, ha un nome non comune: ci spieghi l’origine del titolo e del nome del giovane protagonista?
Il titolo è nato per incuriosire e spingere il lettore a chiedersi subito chi siano gli Intarsicats, una parola strana, che rimane impressa. Io adoro le parole strane. D’altra parte però il nome del protagonista, Joao, è un nome comune di persona: infatti in Portogallo, luogo dove il romanzo è ambientato, il nome maschile più diffuso è proprio Joao. Questo per trasmettere l’idea che per essere protagonisti non occorre essere supereroi ma basta essere una persona comune. A ognuno di noi potrebbe capitare di vivere una storia straordinaria come quella di Joao.
Joao viene influenzato fortemente dalla nonna, che la sera gli racconta di un mondo oltre l’oceano dove vivono gli Intarsicats. Chi sono? E in quale misura i racconti della nonna strappano il ragazzino dalla realtà?
Gli Intarsicats sono i protagonisti fantastici della storia che racconto e nascono dalle suggestioni evocate in me dal mondo animale, in particolare da quello felino. Sin da piccola ho vissuto coi gatti e sono stata affascinata dalle loro movenze e dal loro carattere ben delineato, li trovo degli esseri mistici che possono comunicarci molto, se solo riuscissimo ad andare oltre e ci predisponessimo all’ascolto. Nel caso de “La leggenda degli Intarsicats”, è la nonna del protagonista a metterlo in contatto con questo mondo fantastico, attraverso i suoi racconti che agiscono sulla già fervida immaginazione di un bambino piccolo. Questo mi interessa particolarmente sottolinearlo perché secondo me i nonni sono delle figure importantissime per la nostra crescita affettiva e mentale: i loro racconti sono la più grande eredità che possa esserci lasciata, e per me è stato così.
Quali sono i temi affrontati in questo libro?
I temi che si possono rinvenire nel testo sono tra i più classici: il valore dell’amicizia e dell’amore e le diverse tipologie in cui questo si manifesta nel corso della vita, ognuna delle quali è importante. Esiste anche la tematica della morte, vista come perdita, come lutto e come dolore, ma anche come spinta per ricominciare più forti di prima. Il romanzo è infatti un viaggio di scoperta di se stessi attraverso un mondo fantastico che permette al protagonista di vedere lati di sé che non voleva vedere, scoprendo potenzialità assurde. La tematica sottostante è quella del valore della narrazione: la parola ha il compito di eternizzare il sentire e dobbiamo preservarla a tutti i costi, mentre troppo spesso nella nostra realtà mediatica perde valore e viene banalizzata.
Certamente l’idea di una realtà popolata da gatti enormi dalle fattezze fantastiche è innovativa. Come ti è venuta in mente?
L’idea principale del romanzo riguardante gli Intarsicats è una suggestione che ha sempre albergato in me, sin da piccola, quando i gatti bellissimi che incontravo per strada mi apparivano come creature misteriose, aprendo le porte a un mondo fantastico. Ho abitato fino a qualche anno fa a Cinecittà, un quartiere periferico di Roma col pregio di avere molti spazi verdi, per cui quando uscivo di casa incontravo spesso dei gatti, talvolta apparivano come vere e proprie visioni immaginifiche, coi loro colori sfumati e i loro versi ammalianti. Questo ha influito molto sulla mia vena creativa, provocando in me grandi suggestioni che mi hanno sempre accompagnato nella vita, finché non ho deciso di scriverle e regalarle affinché potessero stimolare l’immaginazione di tante altre persone.
Secondo te quanto i comportamenti e le abitudini dei bambini possono venire influenzati dal mondo degli adulti?
Molto. I bambini sono piccole spugne che assorbono stimoli e suggestioni dall’esterno, per cui le figure genitoriali di riferimento sono determinanti per il corretto sviluppo delle facoltà mentali, prime fra tutte la curiosità, che è alla base dell’intelligenza. Nella vita di tutti i giorni, sempre più frenetica, spesso dobbiamo dividerci tra un numero di impegni così alto da non aver tempo per i nostri figli, anche loro sin da piccoli scissi tra mille attività. Per questo i ragazzi stanno smarrendo importanti punti di riferimento. Anche per il protagonista Joao è così e la vicinanza con la nonna diventa quindi un valore imprescindibile per lui: avendo stimolato la sua fantasia di bambino, ha permesso che lui crescesse come un uomo creativo, curioso, determinato e forte, consapevole delle sue origini e del suo percorso.
Hai già tenuto delle presentazioni del libro? Quale riscontro hai ottenuto dai lettori?
Sto organizzando una specie di mini-tour per la presentazione del libro, in orari e luoghi diversi, dove potrò incontrare i miei futuri lettori e rispondere a tutte le domande che vorranno pormi. È la cosa più importante per un esordiente stare vicino al pubblico e trasmettere tutta la passione e l’entusiasmo che lo animano.
Quali i tuoi progetti futuri? Dove possiamo seguirti?
Vorrei continuare a scrivere, avere sempre il tempo per farlo è il mio più grande sogno. Sicuramente voglio proseguire anche a portare avanti il mio progetto editoriale www.inthematrix.it sul quale da luglio 2014 investo molto tempo e in cui credo moltissimo. E poi sto già lavorando al secondo romanzo, stavolta sul mondo canino. Se volete seguirmi, potete aggiungere il mio contatto su Facebook (dove esiste anche il gruppo dedicato al mio romanzo), LinkedIn, Twitter e Google +. Per saperne di più sui miei progetti, sono anche disponibile sul gruppo Facebook: https://www.facebook.com/groups/365609833631345/members/ e sul sito www.inthematrix.it dove potrete anche scrivermi. Il libro è ordinabile direttamente dalla pagina web della casa editrice al link http://www.arduinosacco.it/product.php?id_product=1244
Regalare un libro secondo me è sempre un gesto gradito, è come regalare un mondo nuovo e la possibilità di sognare, per cui fatelo ogni volta che potete. Grazie Dylan, saluti a tutti e un augurio per la realizzazione dei vostri sogni!
Grazie, Beatrice, per averci dedicato parte del tuo tempo.
Il romanzo è presto disponibile presso i distributori online