Intervista a Carlo Nesti, tra serie A, Champions e Pallone d’oro

Creato il 10 dicembre 2013 da Simo785

A cura di Maurizio Borio.

Questa settimana abbiamo incontrato Carlo Nesti, apprezzatissimo radiotelecronista, giornalista dalla grande competenza tecnica unita ad una spiccata coscienza etica e morale, oltre che fondatore insieme al nostro sito di Sportmod, l’unione di siti web per l’informazione sportiva moderata.

E’ infatti un convinto sostenitore dello stretto rapporto fede-sport, argomento sul quale ha partecipato a dibattiti pubblici e grazie al quale ha potuto anche presenziare a udienze del Papa Bergoglio.

Con lui abbiamo spaziato sui temi più caldi del momento del panorama calcistico nazionale e mondiale.

Questa è la prima parte, sul torneo di serie A e la Champions League, cui seguirà una seconda che toccherà la Nazionale e l’evoluzione del calcio italiano.

Carlo, la serie A è giunta a più di un terzo del suo cammino. Vede la Juventus ancora come la più forte? Quante possibilità hanno Napoli e Roma d’inserirsi nella lotta per il primato?

La Juventus mi ha sorpreso, 3 scudetti di fila sono un obbiettivo molto difficile da raggiungere e francamente pensavo che l’attenzione si spostasse sulla Champions. Dopo la rocambolesca sconfitta con la Fiorentina, però, i bianconeri hanno cambiato passo e al momento sono senz’altro la squadra da battere. Anche il cammino in Champions si è raddrizzato, nonostante la prima vittoria sia arrivata soltanto alla 5° giornata e il campo di Istanbul su cui si decideranno i destini bianconeri sia caldissimo.

E’ difficile individuare il vero antagonista della Juventus. Vedo meglio la Roma, che può godere di una stagione senza impegni europei ed ha una delle difese migliori d’Europa. La difesa, da sempre, è il fattore decisivo nella conquista di un titolo, e i giallorossi hanno una coppia centrale decisamente superiore: Benatia e Castan sono difensori di spessore.

Ma tutta la squadra, in generale, è più equilibrata. Poi c’è Totti a far la differenza; è un vero uomo squadra e sembra vivere una seconda giovinezza. I suoi lanci e le sue aperture sono illuminanti quanto quelli di Pirlo.

Non mi convince invece il Napoli: la fase difensiva è lacunosa, dovuta soprattutto alla mancanza di veri difensori esterni: i vari Armero, Maggio, Mesto in realtà sono delle ali. Inoltre il modulo di Benitez è piuttosto sbilanciato.

So che per gennaio il Napoli cerca un centrocampista di copertura in più, in grado di far rifiatare i tre titolari svizzeri, oltre a un forte centrale di difesa. Io però punterei la mia attenzione anche su un difensore esterno, una delle mancanze principali dei partenopei.

Passiamo all’Europa. Quali sono le chance delle squadre italiane di proseguire il loro cammino?

La qualificazione del Milan, se avverrà, avrà del miracoloso. Non tanto, o non solo, per le carenze tecniche dell’organico. Quanto per i problemi e i cambiamenti societari e soprattutto per gli infortuni plurimi che hanno colpito la squadra di Allegri e posto l’attenzione su una preparazione atletica ai limiti del deficitario.

Gli infortuni (quasi tutti muscolari) sono giunti a pregiudicare la disponibilità, in alcuni casi, di 7 giocatori su 11, spesso su giocatori di grande qualità (Kakà, El Sharaawyi, Montolivo) e sulla difesa, reparto falcidiato. Anche la sfortuna ci ha messo il suo zampino.

A gennaio Il Milan avrà gli innesti di Rami e Honda, ma difficilmente potrà rimontare in zona Champions in campionato.

Il Napoli ha un ostacolo pressoché insormontabile nell’Arsenal. E’ in grado di fare una grande partita ma le varie alchimie di classifica lo penalizzano quasi definitivamente.

Quanto alla Juve, può tutto. Essere eliminata come proseguire; addirittura, con un po’ di fortuna, potrebbe arrivare fino in fondo.

Il tandem Tevez-Llorente è di primo piano; lo spagnolo è tecnico e bravo non solo di testa. Ha avuto bisogno di un tempo fisiologico per mettersi alla pari dei compagni (era il primo a capire di dover fare una preparazione più attenta degli altri per raggiunge la titolarità) e anche per assimilare gli schemi di Conte (ricordate quanto ci misero a entrare in forma, pur su altri livelli, Platini e Zidane?).

Per lui poi, come per un altro spagnolo, Borja Valero, questo è un anno importante, quello che porta ai Mondiali.

In chiave potenziamento, con la trentina di milioni resa virtualmente disponibile dalla qualificazione Champions, mettendo insieme i segnali che arrivano da corso Galileo Ferraris, pare che la strada verso Nnaingolan sia ormai sgombra. Lo stesso Cellino, sempre molto ostico nelle trattative, ha confermato.

La Juve cerca anche un esterno, Conte l’ha richiesto espressamente, soprattutto in considerazione dei forti dubbi che permangono sul pieno recupero di Pepe, a causa dell’entità dell’infortunio e dell’età. Si fanno i nomi di Menez, Lucas e Biabiany. Con esterni di qualità Conte potrebbe finalmente attuare un cambio di modulo, anche per fronteggiare situazioni tattiche, in Europa, diverse da quelle che si manifestano in Italia.

Una battuta sul pallone d’oro: qual è il suo favorito?

Tutta la vita Ronaldo, credo che quest’anno il giocatore più indicato sia assolutamente lui, per le cifre incredibili che ha tenuto nel Real e per aver trascinato il Portogallo ai Mondiali.

Spenderei però una parola per un altro grande del calcio europeo, che purtroppo non ha mai raggiunto quest’ambito trofeo: Ibrahimovic.

Credo che più di una volta l’avrebbe meritato, sa fare reparto da solo ed è decisivo come pochi. Colpisce il fatto che sia sempre stato tanto incisivo nei campionati nazionali, vincendo ovunque, quanto raramente determinante in Champions League. Per non parlare del fatto che è stato penalizzato dal militare in una nazionale, la Svezia, di seconda fascia.


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