La settimana scorsa abbiamo avuto il piacere di intervistare telefonicamente l'autrice madrilena Clara Sánchez, autrice del caso editoriale Il profumo delle foglie di limone (Lo que esconde tu nombre, Premio Nadal 2010), che è stato anche il suo primo romanzo tradotto in italiano. Con il suo ultimo libro, Le cose che sai di me (El cielo ha vuelto), si è aggiudicata nel 2013 il Premio Planeta, il più prestigioso riconoscimento letterario spagnolo, che annovera tra i vincitori passati autori come Manuel Vázquez Montalbán, Mario Vargas Llosa, Camilo José Cela e Juan José Millás.
L'autrice
Clara Sánchez ha raggiunto la fama mondiale con il bestseller Il profumo delle foglie di limone, in cima alle classifiche di vendita per oltre due anni. Con Garzanti ha pubblicato anche La voce invisibile del vento e Entra nella mia vita. È l'unica scrittrice ad aver vinto i tre più importanti premi letterari spagnoli: il premio Alfaguara nel 2000, il premio Nadal nel 2010 e il premio Planeta nel 2013 con Le cose che sai di me.
Il libro
L'intervista
Prima di tutto vorrei ringraziarla, ovviamente, per il tempo che ci sta dedicando, e farle i complimenti per il Premio Planeta. Com'è cambiata la sua vita da quando lo ha vinto?
Grazie per le congratulazioni, naturalmente sono felicissima di aver ricevuto un premio così importante, che mi ha inserito nella lista dei principali autori non solo spagnoli, ma anche ispanoamericani. E' un premio molto prestigioso, che ha ormai sessantadue anni, ed è come se mi avesse introdotto più a fondo nel mondo della letteratura, però sul piano personale non è cambiato nulla: le sfide, a livello letterario, sono sempre le stesse, e io voglio continuare come sempre a raccontare le cose che più mi interessano nel modo più semplice possibile.
I titoli dei suoi romanzi in Italia sono stati cambiati con altri che generalmente attraggono più un pubblico femminile (ad esempio l'ultimo romanzo, El cielo ha vuelto, è stato reintitolato Le cose che sai di me). Quando scrive lei si orienta verso un destinatario prettamente femminile?
Be', non so se i titoli italiani siano stati cambiati per attrarre più il pubblico femminile, credo che faccia parte dell'apporto creativo dato dall'editore all'opera, quel granello di cambiamento che si riserva. Comunque sì, le donne sono importantissime nella mia narrativa perché credo che per troppo tempo siamo rimaste in silenzio, e questa nuova esplosione di vita, di libertà, di lucidità è per me fonte di ispirazione.
I suoi romanzi, o almeno quelli pubblicati in Italia e che quindi ho avuto modo di leggere, hanno tutti protagonisti femminili, per l'appunto. C'è qualcosa in cui i suoi personaggi femminili si somigliano?
Hanno tutte in comune il fatto di essere coraggiose, di osare, tutte sono arrivate a un momento critico della loro vita in cui sta succedendo qualcosa di particolare e devono lanciarsi, essere coraggiose, guardare la vita in modo diverso. Questo tipo di eroismo quotidiano, quello di cui non si parla nei giornali, è per me molto commovente. I miei personaggi femminili sono persone normali, donne comuni, che in un determinato momento della loro esistenza diventano donne coraggiose.
Nel romanzo la protagonista, Patricia, finisce per affidarsi a pratiche occulte. Cosa ne pensa di queste pratiche e delle persone disperate che si mettono in mano di fattucchiere e maghi sedicenti?
Se si considera la cosa nell'ottica della realtà, sì, persone come Viviana [la veggente del romanzo che mette in moto la storia e a cui Patricia finisce per affidarsi completamente] sono ciarlatane, si approfittano degli altri. Ma se si considera Viviana come personaggio letterario, è una persona fantastica, perché riesce a mettere un briciolo di magia nella vita di Patricia. E questo è proprio ciò di cui abbiamo bisogno per vivere, perché siamo esseri creativi, dotati di immaginazione. Se pensassimo sempre in modo razionale, non ci sarebbero maghi né personaggi magici nella letteratura. E' chiaro quindi che tutto dipende dall'ottica.
Perché il personaggio di Patricia lascia che tutti si approfittano di lei, e per di più si sente sempre in debito verso gli altri? Il marito interessato solo ai suoi soldi e al sesso, la sorella da lei stipendiata, i genitori che mantiene, e soprattutto Manuela che la sfrutta in ogni modo possibile.
Capita a tutto di lasciarci, in qualche modo, 'vampirizzare' dalle persone che ci circondano, di lasciare che le persone che amiamo ci sfruttino. Nel caso di Patricia, in realtà, noi lettori lo sappiamo perché lo vediamo dal di fuori, sarà la sua lotta, la sua avventura psicologica, a farle realizzare cosa sta succedendo. C'è anche una lettura più profonda: la risposta a questo quesito viene dal romanzo stesso, tocca a noi lettori scoprirla.
Come si è documentata del mondo della moda e dei modelli?
Parlando con professionisti del settore, cosa che mi ha fatto realizzare che in realtà non era un mondo così distante e difficile da capire, perché siamo continuamente invasi dalle immagini nelle riviste, dalle modelle, dalle sfilate. Molte cose ho scoperto di saperle già, appunto perché non è un mondo alieno, ma sempre presente nelle nostre vite. Noi viviamo nel mondo attraverso la vetrina della moda.Qual era il messaggio principale che intendeva lanciare con Le cose che sai di me?
Intanto volevo che la lettura intrattenesse i lettori, che si lasciassero coinvolgere e trasportare dalla trama di questo romanzo, e che desiderassero sapere a tutti i costi l'identità della persona che voleva la morte di Patricia. E che poi, chiuso il libro, iniziassero a pensare ai temi del romanzo: l'amore, la paura, il successo...
Ha letto recentemente libri italiani che le sono piaciuti? Quali sono gli autori italiani che considera imprescindibili?
Visto che in questo momento sono a Ferrara, non posso non citare Bassani e il suo Il giardino dei Finzi-Contini, un'opera meravigliosa, imprescindibile. Poi tutti sanno della mia adorazione per Natalia Ginzburg, che ho citato all'inizio del mio romanzo Entra nella mia vita. In realtà sono moltissimi, davvero. Un altro scrittore italiano fondamentale, per me, è Italo Calvino, che ha anche ispirato lo pseudonimo con cui ho presentato il mio ultimo romanzo al Premio Planeta [José Calvino]
L'ultima domanda è più che altro una mia curiosità: so che si è occupata delle prefazioni ad alcuni romanzi di Yukio Mishima. Io adoro Mishima e la letteratura giapponese. Cosa più le piace di questo autore e della letteratura giapponese in generale?
E' una letteratura molto delicata, infatti si parla di uno stile, di un'estetica Mishima. Mi sono divertita molto a scrivere le prefazioni perché Mishima è un autore particolare - come tutti sappiamo, ha avuto una vita 'strana', rotta, a metà tra tradizione e modernità. In generale quella giapponese è una letteratura molto sensibile, in grado di avvolgere nella seta anche i temi più duri, diretti e difficili.
Abbiamo terminato. Ancora grazie mille per la sua disponibilità, e colgo l'occasione per ringraziare anche Francesca dell'Ufficio stampa Garzanti e l'interprete Michela, che hanno reso possibile l'intervista. In bocca al lupo per il futuro!