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Intervista a colei che ha fatto della cultura, la sua arma di vita -

Creato il 16 luglio 2012 da Ale27 @alessandrobagn1

Intervista a cura di Alessandro Bagnato a colei che ha fatto della cultura, la sua arma di vita. Intervista ad  Elvira Tonelli. 1.   Ciao Elvira e benvenuta nel mio blog, vuoi presentarti ai miei lettori? Parlaci di te come persona Cosa dirvi di me? Sono una persona normalissima che ama tantissimo leggere e scrivere. Sono laureata in Scienze Politiche e mi ha sempre affascinato il mondo giornalistico, ma mai avrei pensato un giorno di farne parte. Invece, eccomi qua!! Mi definisco piuttosto riservata, forse troppo, e mi “scopro” piano piano e solo con chi reputo degno di fiducia. Mi sono sposata lo scorso ottobre e ora, con mio marito, vivo a Verzuolo, nel Saluzzese. Mi piacerebbe disporre di più tempo libero per dedicarmi alle mie passioni, ma tra lavoro e casa non è possibile… 2.  Elvira, ho avuto modo di leggere il tuo “background” e devo dire che è a dir poco fantastico. Prima di passare alle successive domande, vorrei complimentarmi con te per la crescita professionale che hai ottenuto negli anni e per i successi che hai riscosso.   Ti sei laureata nel 2007 in Scienze Politiche? Ci parleresti di questa tua esperienza nel mondo universitario? Ci daresti una tua opinione in merito alla situazione odierna delle università italiane? Cosa consiglieresti di fare a chi si è appena preso il diploma di maturità? L’università è il valico giusto per accedere al mondo del lavoro?  Nel 2005 ho acquisito la laurea triennale in Scienze Politiche nella sede di Cuneo della Facoltà e nel 2007 quella magistrale a Torino. Sono contenta del percorso scolastico e dei risultati conseguiti, anche se ammetto che gli ultimi due anni sono stati piuttosto impegnativi e faticosi, sia per la mole di studio sia per il tragitto che, quasi giornalmente, dovevo compiere tra Cuneo e Torino. Ho, infatti, deciso di fare la “studente pendolare”. Come dicevo sono soddisfatta, ma attualmente non so cosa consiglierei a chi si è appena diplomato. Mi guardo intorno e vedo una situazione critica ovunque, non noto più differenze tra chi è solo diplomato e chi è anche laureato, per cui mi troverei davvero in difficoltà a dare un qualche consiglio. L’unica cosa che mi sento di dire è che, se uno ha la possibilità economica e la voglia di studiare, può frequentare l’università per aumentare e migliorare la propria cultura, quindi per interesse personale, ma pensare che con una laurea il mondo del lavoro è migliore, beh… questo non è affatto vero, purtroppo!! 3.  Dopo l’esperienza all’Università, hai svolto uno stage a Grp Televisione che ti ha permesso di entrare nel circuito del giornalismo. Ci parleresti di questa tua esperienza? Cosa ha lasciato in te questo periodo della tua vita? Quella di Grp è stata davvero una esperienza entusiasmante. Non ho guadagnato nulla (come nella maggior parte degli stage, anche questo era non retribuito), ma ho imparato tanto e ho conosciuto delle persone fantastiche!! Si lavorava bene, ma sempre con il sorriso sulle labbra!! Qui ho imparato le nozioni basilari della comunicazione televisiva, ho imparato a montare i servizi con appositi programmi, sino a giungere, nell’ultimo periodo a condurre il telegiornale in diretta!! Non ti dico la soddisfazione di vedermi in tv!!! Quindi, come avrai capito, questo periodo mi ha lasciato tanto… E, ancora adesso, ripensandoci, ne sento nostalgia!! 4.   Successivamente, hai lavorato nello stesso ambiente, ossia, quello giornalistico e precisamente nell’emittente Radio Stereo 5. Ci parleresti anche di questa tua esperienza? Di cosa ti occupavi all’interno della Radio? Cosa ha lasciato in te questa esperienza? Qui è iniziato un altro periodo della mia vita lavorativa. Sempre nell’ambito giornalistico, ma completamente diverso, come ambiente e come lavoro. La radio ti permette di esprimerti “di nascosto”. La gente sente la tua voce, ma non ti vede e questo, per certi aspetti, può essere di aiuto. Qui, comunque, ero addetta di redazione ed essendo una emittente di informazione, mi occupavo di realizzare le varie edizioni dei giornali-radio della giornata, e i vari format (trasmissioni dedicate a enti, associazioni, ecc.). Poi c’era un aspetto che mi piaceva molto meno, e cioè il marketing, la vendita di spazi pubblicitari. Ho fatto anche quello. 5.   Nel 2010 hai pubblicato il libro “In fondo si può essere felici” edito da Statale 11. Ci parleresti di questo tuo libro? Qual è l’intreccio che fermenta la storia di questo tuo libro?  Dov’è ambientato? Su chi hai intrecciato la storia? Perché decidesti di scriverlo? Ci parleresti della scelta del titolo e  della copertina per questo tuo libro? INTERVISTA A COLEI CHE HA FATTO DELLA CULTURA, LA SUA ARMA DI VITA -Mi ha sempre affascinata la figura degli scrittori. Era un mio sogno che, pensavo, sarebbe rimasto irrealizzato, invece, mai perdere la speranza! Questo libro si basa su una riflessione sul concetto di felicità: cos è la felicità e, soprattutto, come si fa ad essere felici? Da lì è partita tutta la storia. Una storia ambientata in parte a Torino, in parte in Cina che vede due protagonisti principali: Fabio e Rebecca. Una storia, di per sé, banale, ma che è riuscita a catturare l’attenzione di alcuni lettori. La copertina è stata prodotta dalla casa editrice e da me apprezzata. Riguardo al titolo, potrà sembrare strano, ma l’ho scelto ancor prima di scrivere il libro. 6.  Chi sono i personaggi che alimentano l’intreccio del tuo libro? Ci parleresti anche di loro? Perché decidesti di inserirli nella tua storia? Che messaggio vorresti dare ai tuoi lettori con l’aiuto dei tuoi personaggi? Tutti loro cosa rappresentano realmente? Chi è il personaggio principale? Perché hai intrecciato la storia del tuo libro su di lui? Rebecca è il primo personaggio che compare nel libro. Una ragazza timida, insicura, con genitori un po’ assenti. Poi c’è Fabio, un ragazzo sicuro di sé, estroverso che riuscirà a far breccia nel cuore della ragazza. Tra i due nasce una intensa storia d’amore che sarà, però, piuttosto sofferta. Nonostante questo, alla fine ciò che sembrava destinato a finire per sempre, ricomincia in modo ancora più determinante di prima. Una storia che vuole lanciare un messaggio di speranza di fronte alle brutture della vita, qualunque esse siano. Tutto il racconto è intrecciato intorno alla figura di Rebecca nella quale, pur non essendo una storia autobiografica, un po’ mi rispecchio. Ma compaiono anche altri personaggi fondamentali per l’evolversi del romanzo, ad esempio Zhang Jo, una sorta di “femme fatale” che, però, poi scenderà con i piedi per terra. A fare da sfondo al tutto, oltre alla storia d’amore, emerge l’aspetto più reale dei problemi legati al mondo del lavoro, le insoddisfazioni, le frustrazioni… Argomenti di estrema attualità. 7.   La  storia, su cui si basa l’intreccio del tuo romanzo, non potrebbe rischiare di essere definita banale da chi legge il tuo testo? Può essere visto il tuo testo come un dattiloscritto già visto e rivisto? Cosa rende unica la tua opera? Cosa rende la tua opera migliore rispetto quelle del tuo stesso genere o di altri generi? Questa è una bella domanda. Certo la mia storia può essere definita banale perché è il classico romanzo d’amore, con qualche tradimento all’interno, ecc. ma ciò che la rende unica (ovviamente per me che l’ho scritta), è il punto di partenza e di conclusione. Tutto parte e finisce con il concetto astratto di felicità. Solo che, anziché scrivere un saggio, più serio, più pesante da leggere e interpretare, ho preferito spiegare il concetto attraverso una storia.  Non definisco la mia opera migliore o peggiore di altri generi. Questo è il mio genere preferito, ed è pertanto normale che abbia scritto una storia così. Poi, per fortuna, ognuno di noi ha delle preferenze. Quindi a qualcuno sarà piaciuto, ad altri meno, ad altri ancora proprio per niente. 8.   Ci daresti un giudizio sulla tua opera? Come ritiene che sia la tua opera dal punto di vista della commerciabilità? Io, personalmente, sono molto critica con me stessa. Ho fatto un buon lavoro, a mio parere, ma potevo fare sicuramente di meglio. Riguardo proprio alla scrittura e leggibilità del testo, col senno di poi, sarei entrata più nei particolari, dando meno cose per scontato. Tutto sommato, sono soddisfatta di questa esperienza e dei risultati ottenuti. Risultati ristretti alla mia zona anche e soprattutto a causa della totale assenza della casa editrice nella promozione. Ho dovuto fare quasi tutto io, ed essendo totalmente inesperta, è ovvio che ho faticato non poco. Ma va bene così. Come ho detto all’inizio, per me quello di pubblicare un libro era un sogno “inarrivabile” e invece si è concretizzato per cui, anche se i risultati non sono stati sorprendenti, mi accontento!! Comunque, un consiglio che voglio dare a tutti coloro che hanno un libro nel cassetto, non rivolgetevi alla STATALE 11. E accertatevi che la casa editrice che vi contatta sia all’altezza di promuovere al meglio la vostra opera perché, come si sa, la pubblicità è l’anima del commercio, ma è necessario che qualcuno vi segua nel migliore dei modi. 9.   Quando scrivi ti accosti a qualche scrittore, autore, pensatore, del tuo stesso genere o di altri? Intanto ho due scrittori preferiti e dei quali cerco di non perdermi nessun libro: Danielle Steel e Nicholas Sparks e quello è un po’ il genere che seguo. Non mi paragono a loro, anche perché sto parlando di due scrittori di fama internazionale, e poi perché ognuno ha il suo stile e il suo modo di esprimersi e ognuno di noi è diverso dagli altri. 10.   In cosa punti quando scrivi? Punti di più al linguaggio dei tuoi scritti o miri di più al contenuto, ossia, all’intreccio? Quando scrivo cerco di utilizzare un linguaggio facilmente comprensibile e leggibile da tutti. Ovvio che punto molto al contenuto, cercando di “buttare giù” una storia che abbia un senso, che non sia troppo scontata e che intrighi prima di tutto me stessa. Terminata l’opera, ad una prima approfondita rilettura, cerco di eliminare tutti i refusi che, inevitabilmente, scappano nella foga della scrittura. Vi confesso che spesso e volentieri ho dei blocchi e rimango per alcuni giorni, a volte anche mesi, senza scrivere. Ad esempio attualmente, sempre e solo nel poco tempo libero (ahimè) sto scrivendo un altro libro… Ma più di una volta mi sono fermata per periodi più o meno lunghi. Un po’ per mancanza di tempo, appunto, un po’ per veri e propri blocchi. 11.   Hai coinvolto altre persone nei tuoi progetti? Se è sì, perché? Te la senti di svelarci qualcosa?! Nei miei progetti inizialmente non ho coinvolto nessuno, tant è che nessuno sapeva che stavo scrivendo un libro. Solo prima di accettare il contratto di pubblicazione ho svelato il mio progetto e ho fatto leggere il libro al mio ragazzo. Se l’ho pubblicato è anche grazie a lui che mi ha spronato a buttarmi in questa impresa!!! E infatti è a lui che il libro è dedicato, “alla persona che mi ha colorato la vita”!!. 12.   Ci sapresti dire dove possiamo acquistare il tuo libro? Beh… sull’acquisto del mio libro non posso dirvi molto, perché a marzo è scaduto il contratto con la casa editrice. Al momento ne ho ancora delle copie io a disposizione, se qualcuno fosse interessato può contattarmi a questo indirizzo mail [email protected]. Posso inviare anche la versione e-book. 13.   Dal 2011 lavori per Cuneocronaca.it, un giornale online. Ci parleresti anche di questa tua esperienza? Che compiti svolgi? Com’è stato il percorso che ti ha portata sin qui? Dalla radio, al giornale on line! Il passaggio è stato veloce in quanto i due mezzi di informazione fanno capo allo stesso editore. Semplicemente c’è stata una riorganizzazione interna, mi hanno proposto di occuparmi del giornale e io ho accettato. Il mio compito consiste nel valutare i vari comunicati stampa che giungono in redazione, modificarli per renderli maggiormente leggibili, fare i titoli e pubblicarli. 14.  Elvira, oltre a questa tua intensa attività, collabori anche con l’Associazione Servizi Culturale di Torino. Ci spiegheresti di cosa ti occupi per l’associazione? Ci parleresti anche dell’Associazione? L’associazione Servizi Culturali fa capo alla casa editrice 0111 edizioni. Mi occupo della registrazione di audiolibri e della valutazione dei testi per una eventuale successiva pubblicazione. 15.   Inoltre ti occupi di correzione di bozze  e dell’editing di libri. Ci parleresti di questa tua attività? Questo è un lavoro che faccio saltuariamente, sempre per via del poco tempo libero a disposizione. Dopo aver svolto un corso per correzione di bozze ed editing, ho deciso di mettermi a disposizione di chi vuole una revisione del libro prima di inviarlo alle case editrici. E così quando mi contattano, mi faccio inviare il testo, lo correggo e lo invio nuovamente all’autore “pulito”. 16.  Il tuo sogno è quello di diventare un autrice di massima fama? E come pensi di arrivarci? Hai altri sogni nel cassetto? Ti va di svelarci qualcosa!!! Mi piacerebbe diventare una autrice un minimo conosciuta, sapere che i miei libri piacciono, ma al momento non mi definisco un’autrice, anche perché ho all’attivo un solo libro. Il mio vero sogno sarebbe quello di lavorare per una casa editrice seria, non solo come collaboratrice esterna. Insomma… poter fare solo quello!! Ma, appunto, è solo un sogno!!! 17.   Ci daresti qualche link per poterti seguire ed essere aggiornati sulle tue attività? Ho un blog nel quale do visibilità a tutti gli autori emergenti che me ne fanno richiesta, pubblicando una presentazione delle loro opere, insieme ad una loro presentazione personale. Per dare un’occhiata: http://elviratonelli.blogspot.com. Diversamente mi potete contattare alla mail [email protected]. Risponderò a qualunque vostra domanda!! 18.   Ci sveleresti i tuoi progetti odierni e quelli futuri? Di cosa ti stai occupando ora? Al momento, come ho già accennato, sto lavorando ad un nuovo libro e tra alti e bassi cerco di andare avanti. Sono a buon punto, ma di strada da percorrere prima di una eventuale pubblicazione, ce n’è ancora!!! Se avete pazienza, prima o poi vi farò conoscere l’evolversi della situazione!!! 19.   Vedi la scrittura di altri generi letterari oltre a quelli già pubblicati nel tuo futuro? Mai dire mai, anche se sono abbastanza abitudinaria!! 20.  Sono solito chiudere le mie interviste con una domanda alla “Marzullo”. Per te, Elvira, vivere significa amare o amare significa vivere? Amare significa vivere… Chi non ama, vive a metà. L’amore, in qualsiasi forma (verso un oggetto, un animale, una persona, una cultura, una lingua, una religione, ecc.) ci permette di migliorare la nostra vita. L’amore ci completa l’esistenza!! Grazie di essere stata nel mio blog e di avermi concesso questa intervista.

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