Intervista a Daniela Lojarro, autrice della saga fantasy “Fahryon”

Creato il 16 novembre 2015 da Soleeluna

L’intervista

Benvenuta nel Sole e Luna Blog! Ti va di presentarti ai nostri lettori?
• Innanzitutto grazie dell’ospitalità! Sono una donna appassionata e passionale che vive sempre tutto sulla sua pelle. Ho la possibilità di svolgere le attività che amo e questo credo che sia impagabile. Sono cantante lirica, soprano per la precisione, ma ultimamente dal palcoscenico e dalla vita “raminga” da artista sono passata alla musico-terapia: altra strada, altro modo di “usare” il mio talento per cui ho anche affrontato un nuovo periodo di studio. Ora, sono i progressi dei bambini nello sviluppo della lingua e della comunicazione oppure delle persone anziane che tornano a provar gioia nella conversazione e nel comunicare a ripagarmi di questa trasformazione. Coltivo la passione per la musica, la lettura, i viaggi, la cucina (tra un capitolo e l’altro o tra una seduta di terapia e l’altra sforno torte, pizze, lasagne …).
Anzitutto complimenti per i tuoi successi internazionali legati al canto! Ci vuoi raccontare qualche cosa?
• A 5 anni decisi che volevo essere una cantante lirica. Il sogno si è realizzato perché avevo un talento naturale. Dopo aver partecipato a corsi di arte scenica con l’attrice Franca Valeri, essermi perfezionata con il celebre tenore Carlo Bergonzi ed aver vinto alcuni concorsi internazionali, a 22 anni ho debuttato nel ruolo di Gilda nel Rigoletto di G. Verdi. Ho cantato in quasi tutti i più importanti teatri del mondo e alcuni brani che ho inciso fanno parte delle colonne sonore di celebri film: Zeffirelli Toscanini; Harron I shot Andy; Scorsese The departed. Non è stato facile e scogli ne ho trovati sulla mia strada da superare e di tutte le dimensioni: ho lavorato sodo per raggiungere gli obiettivi che mi proponevo ma ho sempre potuto contare sul sostegno dei miei genitori e poi di mio marito. La tensione che si creava in teatro e sentire che riuscivo a catturare gli appassionati, a coinvolgerli ha sempre ripagato le ore di studio e anche tutte le cattiverie e malignità che negli ambienti di lavoro competitivi si devono ingoiare. Ho avuto la possibilità di girare il mondo e di conoscere culture diverse: quando ti trovi a svolgere un’attività per diversi mesi di seguito in città come Johannesburg o Seoul scopri aspetti decisamente diversi di quando giri il mondo come turista. L’affetto con cui i fans ancora oggi mi scrivono e mi contattano su Facebook testimonia che certi legami restano indissolubili nel tempo e nonostante la lontananza.

Sei qui per presentarci “Fahryon, il suono sacro di Arjiam”. Chi è Fahryon?
• Fahryon è una neofita dell’Ordine sapienziale dell’Uroburo, che aspira a diventare Magh, cioè un saggio maestro. È un personaggio in fieri che nello svolgersi della vicenda compie un cammino di crescita personale oltre a quello d’iniziazione. Da qui le sue incertezze, il suo continuo mettere in dubbio le conoscenze acquisite e la necessità di mettersi sempre alla prova fino all’ultima che sarà quella decisiva. L’antagonista è Mazdraan che, al contrario, è un uomo sicuro di sé e talmente affascinante che chiunque lo avvicini non può sottrarsi alla seduzione della sua voce calda e sensuale, perdendo perfino di vista il valore delle sue parole per lasciarsi avvolgere, o cullare da essa. Riassume in sé la forza dell’eloquenza, la determinazione, la capacità di piegare la volontà altrui alla propria senza minacce dirette: gode nel vedere gli altri soccombere davanti alla sua placida calma, si bea nel far perdere le staffe al prossimo. Lui, al contrario, non perde quasi mai la pazienza, trova il modo di sorridere anche quando vorrebbe lasciarsi prendere dall’ira. È disposto a tutto pur di ottenere il Potere senza lasciarsi mai distrarre da nulla né da giuramenti, né da affetti, né da legami familiari. Non lo esercita per un motivo preciso: lo ama. Ogni sua frase, ogni mossa, ogni pausa o ogni parola sono soppesate, calcolate e mirate per raggiungere uno scopo preciso: il Potere. Se dovessi usare un’immagine per descrivere i due personaggi, identificherei Mazdraan con una solida roccia e Fahryon con l’acqua che, in costante movimento, alla fine riesce a modificare e a distruggere anche la pietra. È un aspetto del personaggio che può sorprendere i lettori che preferiscono la netta caratterizzazione del personaggio fin dall’inizio; ma a me ha permesso di tessere attorno al suo cammino la storia che si origina appunto nello scontro tra gli adepti dell’Armonia e della Malia, le due forme di magia che si contendono il dominio sulla vibrazione del Suono Sacro tramite il possesso del magico Cristallo del Tempo.

Vuoi parlarci del regno di Arjiam? Quali le sue caratteristiche?
• Arjiam, il regno fantastico in cui ho ambientato la mia storia, è percorso da due grandi fiumi, un po’ come la Mesopotamia (Tigri ed Eufrate) che lo rendono prosperoso. Le sue città sono ricche, affollate di mercanti, guerrieri, ladri, giocolieri, avventurieri, mendicanti, danzatori, pellegrini. I mercati, simili ai suk oppure alle fiere delle nostre città europee durante il Medio Evo, sono colorati e chiassosi, con bancarelle straripanti di mercanzie che provengono da ogni parte del mondo. Ho creato le mie architetture tenendo presente le antiche ville romane ma anche i fiabeschi palazzi della Spagna moresca, ornati da colonne, patii, mosaici dorati, statue, affreschi e contornati da lussureggianti giardini con ruscelli e fontane. Nel mondo di Arjiam, il Suono è il Principio Creatore, è il Suono che non è mai stato emesso ma che è, la cui vibrazione creatrice modella il mondo e lo permea conferendole la vita. Per questo motivo ho deciso di usare la parola “suono”, proprio per sganciarmi da qualsiasi concetto logico ma anche da qualsiasi forma artistica. Il Suono Sacro è l’Unità in cui tutti gli opposti si annullano. Ho scelto di simboleggiarlo con l’Uroburo, il serpente che si morde la coda, uno dei simboli che risalgono all’alba dell’umanità, presente sotto varie forme in molte culture. Indica il continuo rigenerarsi della vita dalla morte, l’eternità, l’unione degli opposti, Morte e Vita, Suono e Silenzio, Luce e Oscurità, all’interno dell’Uno. Altro animale simbolico che appartiene al mondo dei miti di ambito mediterraneo è il Grifo. Il Grifo o Grifone è un essere alato con il becco adunco, la testa e gli artigli di aquila e il corpo di leone. Nei miti il Grifo era posto a custodia di tesori di qualsiasi genere: entrambi gli animali, leone e aquila, esprimono forza, coraggio e audacia. Perciò, mi è parso un simbolo adatto per i Cavalieri che custodiscono i beni più preziosi di un popolo: Giustizia e Libertà. I luoghi principali in cui si svolge la vicenda sono strettamente legati a luoghi reali ma, allo stesso tempo, sono luoghi della mia mente perché intrecciati a ricordi o emozioni o momenti cruciali della mia vita. In particolare, il Santuario del Suono Sacro s’ispira a Castel del Monte, il celebre castello di Federico II° in Puglia a forma ottagonale con otto torri a loro volta ottagonali. Ho immaginato la valle del Nahater come la Gola del Furlo dal punto di vista orografico e paesaggistico mentre la Casa dell’Armonia che sorge all’imbocco della vallata è la Sacra di San Michele in val di Susa, uno dei luoghi magici del Piemonte. La biblioteca della Casa, invece, è lo Scriptorium dell’abbazia di Fonte Avellana nelle Marche. I particolari, però, che legano i luoghi reali a quelli immaginari li lascio scoprire al lettore.

Il tuo è un romanzo dai sapori del fantasy classico. Hai letto qualche fantasy classico prima di cimentarti nella stesura del libro? Pensi che oggi il fantasy classico sia ancora letto?
Come hai scelto l’editore con cui pubblicare?
• Terminata la stesura del manoscritto, ho cercato un editor. Gli amici che lo avevano già letto ne erano rimasti affascinati ma c’era bisogno di un professionista che mi aiutasse in questa fase di limatura. Dopo l’editing, ho escluso di contattare le CE da sola sia per mancanza di tempo sia perché con la mia attività artistica alle spalle immaginavo che senza una solida conoscenza dell’ambiente si sarebbe potuto risolvere in un fallimento. I social si sono rivelati utili e ho incontrato Francesca Costantino, a sua volta autrice e agente letterario. Francesca mi ha messo in contatto con la Ce. Quindi, da una parte un po’ di pazienza nel ricercare contatti e dall’altra fortuna!
Stai già scrivendo il prossimo romanzo?
• A dicembre uscirà il cartaceo di “Fahryon” e in digitale la seconda parte che sarà intitolata “ Il Risveglio di Fahryon. Sto scrivendo una nuova storia sempre per la saga che chiamato “Il Suono Sacro di Arjiam”: nuovi personaggi, altre terre, altri popoli, altre culture … Cosa nascerà dall’incontro? O sarà uno scontro? Chissà!

Cosa pensi dell’odierna editoria emergente?
• L’editoria in tutto il mondo sta attraversando un periodo complesso e non solo per l’introduzione del digitale che considero uno sviluppo positivo visto che sui dispositivi possiamo avere a disposizione migliaia di titoli e accedervi ovunque. I lettori diminuiscono perché “distratti” dalle altre possibilità di “svago”: leggere non è alla portata di tutti nonostante sembri un paradosso dirlo “nell’evoluto” mondo occidentale. Di fronte alla diminuzione del pubblico di lettori, c’è l’aumento di scrittori e l’editoria cerca di approfittarne. L’editore è un imprenditore che fa i suoi interessi sia che si tratti di una piccola casa editrice, sia media, sia grande, sia di tradizione, sia emergente. Sono rarissimi i casi di case editrici che mantengono una politica culturale in cui il libro non sia equiparato a un prodotto. Con questo credo che sia chiaro cosa penso delle case editrici … e vi assicuro che in teatro la situazione non ü diversa né migliore.

Pensi che organizzerai delle presentazione per promuovere il tuo ultimo libro?
• Ne ho organizzate alcune ma per me è difficile riuscire a conciliare il lavoro con gli spostamenti per fiere saloni o presentazioni. Io non abito in Italia, quindi si tratta di un doppio investimento: tempo e soldi.

Grazie per essere stata con noi e buon proseguimento!


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