Ciao Laura, sono io a sentirmi onorata per questa bella accoglienza e, lo confesso anche un po’ emozionata. Ti sono grata per l’affetto che dimostri da ormai due anni per “Lacrime d’Ametista” e devo confidarti che sei tra quelli che mi hanno fatto capire che stavo percorrendo la strada giusta e che non ero l’unica a essere innamorata di questa storia e dei suoi protagonisti.
Che cosa dirti di me? Sono bella, intelligentissima e soprattutto modesta… scherzo, ovviamente. Sono una timida insicura che da bambina ha individuato nei libri il modo più immediato per intraprendere viaggi fantastici e conoscere persone interessanti e che a quindici anni, ha deciso trasformare in racconti le avventure che sognava, scoprendo così che scrivere era gioia per il suo animo creativo. Oggi continuo a fantasticare e a raccontare le mie storie cercando di trasmettere quante più emozioni è possibile a chi le legge. Sai, non è facile coltivare i sogni e mantenere vive le proprie passioni. Il lavoro, la famiglia, la vita spesso prendono il sopravvento, ma quando una è caparbia come me, forse – e sottolineo forse- ce la può fare a far divenire realtà i propri desideri.
2) Ho scoperto questo romanzo partecipando a un torneo, me ne sono innamorata all’istante, senza conoscere l’autrice, o meglio, avevo già stretto amicizia con te, ma non sapevo che fossi stata tu a scriverlo. Vuoi parlarci di quest’esperienza? Cosa ti ha lasciato? E cos’è il Torneo di cui parlavo? Cosa consiglieresti a chi ha intenzione di parteciparvi per la prima volta?
Mi ricordi giorni di fuoco! Parli del torneo per eccellenza, il Torneo Ioscrittore, indetto dalla GeMs, il più controverso e innovativo concorso letterario esistente nel nostro paese. Io vi ho partecipato per tre anni di fila arrivando per due anni in semifinale. La terza volta iscrissi proprio “Lacrime d’Ametista” e superai la prima fase arrivando tra i duecento semifinalisti. Una buona posizione considerando che eravamo partiti in millesettecento. Immaginate un’orda aspiranti scrittori che si leggono a vicenda in assoluto anonimato e giudicano le opere degli altri assegnando voti e giudizi, una carneficina! -Sorrido al ricordo- Non voglio entrare nel merito dell’organizzazione, dei pregi o dei difetti del torneo, quella competizione mi ha fatto tanto arrabbiare, ma mi ha anche dato molto. Tanto per cominciare mi ha permesso di sentirmi parte di una realtà più ampia e palpitante di quello che si possa pensare. Mi ha aiutato a crescere come autrice e mi ha permesso di conoscere tanti che condividono il mio stesso interesse e con i quali ho potuto confrontarmi e scambiare esperienze. Durante i tre anni di torneo ho imparato a diffidare dei più, ma ho anche avuto la possibilità di conoscere persone generose e geniali che ora ho l’onore di avere tra i miei più cari amici. La scrittura è un lavoro solitario, ma Ioscrittore mi ha permesso di addentrarmi in un ambiente difficile come quello dell’editoria nel quale ero del tutto estranea. A conti fatti un bilancio positivo, insomma, se non ci si avvicina con la speranza di dare una svolta immediata alla propria carriera da scrittori, ma si cerca un modo per crescere e farsi le ossa.
La sorte assegnò “Lacrime d’Ametista” proprio a te, cara Laura, fosti mio giudice nella prima fase e rimanesti così colpita dall’incipit che gridasti ai quattro venti di esserti innamorata del romanzo, di avergli dato un dieci pieno e che volevi assolutamente che vincesse. Ricordo che sorridevo e mi gongolavo davanti allo schermo del computer e che mi mordevo la lingua per resistere alla tentazione di gridare ai quattro venti «Sono io Laura, sono io che l’ho scritto! Quella è la mia creatura!». Invece continuai a dialogare con te e con almeno altri due giudici che parlavano entusiasti del mio romanzo mantenendo l’anonimato, che è la regola principale della partecipazione al Torneo.
Cosa consiglio a chiunque sia indeciso se partecipare o meno? Iscrivetevi. Non aspettatevi che la competizione vi assurga alla vetta delle classifiche editoriali, non che vi dia fama né denaro, ma ci sono ottime possibilità che vi conceda la possibilità di imparare tantissimo, anche dalle cose negative. Se siete fortunati poi, troverete giudici che valuteranno i vostri scritti con sincerità e allora il torneo vi darà la possibilità di individuare le falle della vostra scrittura o di capire che come autori siete perfetti già così.
3) Questo romanzo nasce con il titolo “Demoni e meraviglie”, vuoi raccontarci come ha cambiato nome e in che maniera l’hai scelto?
A dire il vero il titolo del romanzo non è mai cambiato, a essere modificato è stato il titolo della saga. Lacrime d’Ametista, infatti, è il primo di una trilogia che in origine avevo intitolato Demoni e Meraviglie e che ora si è evoluta ne Il Fato degli Dei. La decisione di cambiare titolo non è partita da me, ma dalla direttrice editoriale della Butterfly Edizioni, la volitiva Argeta Brozi, che mi ha consigliato di scegliere un nome più rappresentativo per la saga, suggerimento che ho accolto di buon grado. Certo non è stata una scelta facile. Immaginate di ribattezzare vostro figlio dopo tre anni dalla sua nascita, come vi comportereste? Nonostante l’iniziale ritrosia, sapendo che è per il suo bene, vi affannereste per scegliere il nuovo nome, che sia davvero giusto per lui e così ho fatto io. Demoni e Meraviglie era ispirato alla famosissima poesia di Jacques Prevert e da titolo anche al sesto capitolo del romanzo, quello in cui i due protagonisti si guardano per la prima volta negli occhi. Il tormento e le emozioni che Fredric riconosce nello sguardo di Roswita, sono i demoni e le meraviglie che davano il titolo all’intera saga.
Dovendo convenire però sul fatto che c’era, in effetti, la possibilità che Demoni e Meraviglie potesse dare un’idea sbagliata della saga a chi si fosse avvicinato per la prima volta alla trilogia, mi sono concentrata sull’idea d’insieme dei tre romanzi e ho cercato di identificare un unico punto d’incontro e quel fulcro l’ho trovato di nuovo nella protagonista, Roswita. È lei Il fato degli Dei, una ragazzina nata per cambiare il destino e per salvare la sua razza dalla supremazia di divinità malevoli e predominanti.
Facciamo sapere ai lettori di cosa parla il tuo romanzo?
Devo riassumere in poche righe una storia di circa duecentocinquanta pagine, dando l’idea della trama, ma senza rivelare troppo… accipicchia spero di riuscirci!
Lacrime d’Ametista è un fantasy di ambientazione fiabesca. Immaginate una realtà in cui la civiltà sia divisa in tre regni: Il regno delle sette terre, abitato dai mortali che sono definiti incompleti per via della loro caducità; il regno di Fomoria, abitato da esseri immortali privi di sentimenti positivi e il regno di Elidoria, abitato da esseri fatati benevoli. La protagonista, Roswita, è l’ultima primogenita incompleta nata nell’anno nel quale, secondo una rivelazione della Creatrice, nascerà la predestinata in grado di sconfiggere la terribile Irmin, principessa del regno del male e sposa di Felmasio, re degli incompleti. Per questo motivo Irmin ha ordinato l’uccisione di tutte le primogenite nate in quell’anno. Roswita è dunque destinata a essere assassinata poco dopo la nascita, ma è salvata da Iosò, una misteriosa anziana che la porta via con sé e la tiene nascosta nel bosco, lontana da tutti, per prepararla al destino che la attende. La ragazza cresce serena e inconsapevole. Raggiunge l’adolescenza senza avere sentore di quello che è il suo destino, fin quando un giorno per puro caso, s’imbatte in un giovane che la colpisce dritta al cuore. È Fredric dei Noctiluca, principe cadetto, figlio di Felmasio e di Irmin. Qui ha inizio un susseguirsi di eventi magici, emozionanti e drammatici che stravolgeranno la vita dei protagonisti e porteranno Roswita a combattere per il proprio amore e per la salvezza della razza incompleta. Eventi che le riveleranno la verità sulla propria nascita e sul proprio destino, costringendola a prendere coscienza di sé e a rinunciare alla propria fanciullezza e alla propria innocenza.
Lo so, è solo l’inizio, ma non credo di poter dire di più!
4) I personaggi di questo libro sono indimenticabili. Ci presenti i principali?
Intorno alla protagonista, Roswita, che crescerà sotto gli occhi del lettore, ci sono una moltitudine di personaggi, tutti fondamentali. C’è Irmin la nemica da sconfiggere che riserva enormi sorprese e si dimostrerà essere un personaggio complesso e mai scontato. C’è Fredric, il giovane dall’animo controverso di cui s’innamora di Roswita, suo fratello Nem, il futuro re, giovane forte e dall’animo giusto. C’è Felmasio, loro padre, re debole piegato al volere della perfida Irmin. Iosò invece è l’anziana maga che salva Roswita e che la cresce con amore e fermezza forgiando il suo carattere e poi Lupa, la migliore amica di Roswita, Anacleto il brunetto che comunica con lei attraverso il pensiero…Parlarvi di ognuno di loro non è possibile e rischierei solo di creare confusione nel lettore. Ma posso dirvi che ognuno è fondamentale e che ognuno di loro ha lasciato una traccia indelebile dentro di me.
Comunque so dove vuoi arrivare cara Laura, conosco il tuo punto debole, tu adori Nem e ti capisco!
5) Lacrime d’Amestista uscirà presto per la Butterfly edizioni, come sei approdata a questa casa editrice e quale il motivo che ti ha spinta a sceglierla?
Me ne hanno parlato durante il torneo letterario Ioscrittore, alcuni miei colleghi che avevano già pubblicato con questa CE. L’ho osservata a lungo, valutando il loro approccio alla professione, il loro modo di interagire con i lettori, la loro capacità di farsi conoscere far parlare di sé. Ho partecipato a un paio di concorsi per antologie indetti dalla Butterfly entrando a far parte della rosa dei prescelti e ho potuto costatare la loro serietà e la precisione che hanno nel rispettare gli impegni. Più andavo avanti nella mia osservazione, più mi rendevo conto che l’entusiasmo di chi aveva già pubblicato con loro era giustificato. Ora posso confermarlo, la Butterfly Edizioni è un’isola felice in questa foresta piena di lupi e di agnelli e Argeta Brozi è una donna in gamba che sa il fatto suo e non si ferma davanti alle difficoltà che questo settore sta affrontando da troppo tempo, ormai.
6) Questo è il primo romanzo di una trilogia. Come si riesce a mantenere vivo l’interesse del lettore per tre libri consecutivi?
Diciamo che te lo farò sapere dopo la pubblicazione del terzo volume, ok? –Sorrido scaramantica – No scherzo, Il fato degli Dei in origine doveva essere un romanzo singolo, ma poi in corso d’opera mi sono resa conto che la storia era così complessa e avvincente (me lo dico da sola, ops!) che non meritava di essere affrettata e ridotta. Ho deciso quindi di dividerla in tre volumi ognuno dei quali segue parte dell’evoluzione dei personaggi e delle loro vicende. Suppongo che siano diversi i fattori che fanno affezionare chi legge: In primis la capacità da parte dell’autore di mantenere teso quel filo rosso che unisce il lettore alla storia e subito dopo la sua abilità nel tenerlo con il fiato sospeso accrescendo in lui il desiderio di conoscere il destino dei propri beniamini. Altro elemento fondamentale, però sono la veridicità dei personaggi e la loro profondità che, insieme alla giusta ambientazione, fanno desiderare di tornare al più presto in quei luoghi e accanto a quei personaggi che sono entrati di prepotenza a far parte del proprio immaginario. A me è capitato così con le saghe che mi hanno conquistata, ma se sarò stata capace di avvicinarmi a questo risultato, lo deciderà chi leggerà Lacrime d’Ametista.
7) Chi è Donatella scrittrice?
Una sognatrice che si emoziona e s’innamora per prima delle storie che scrive e spera di trasmettere quelle medesime sensazioni a chi la leggerà.
8) Qualche consiglio per gli autori emergenti? E tu, ne leggi di emergenti?
Si io leggo molti emergenti. Mi capita di leggerli per recensire le loro opere sulla rivista on line con la quale collaboro, I-Libri, ma spesso lo faccio anche per curiosità e devo dire che riservano ottime sorprese. Che consigli dare? Io stessa sono un’autrice emergente, non sono ancora riuscita a cacciare la testa fuori dall’acqua…conosci qualcuno che possa darli a me i consigli? Te ne sarei grata!
9) Ebook o cartaceo?
Domanda controversa, ma ti rispondo di getto: cartaceo. Certo è comodissimo leggere sul tablet anche al buio e portarsi dietro in duecento grammi mille libri, ma il rapporto fisico che continuo ad avere con il libro cartaceo non potrà sostituirlo nessun e-book. Quando mi capita di leggere un romanzo su supporto elettronico e scopro di amarlo, devo comprarlo in cartaceo, altrimenti mi sembra che non sia mio.
10) Progetti futuri? Dove può seguirti il pubblico?
In questi giorni sto scrivendo il volume conclusivo de Il Fato degli Dei e sono concentrata su quello, ma soprattutto sull’esordio di Lacrime d’Ametista che tra pochissimo vedrà la luce e da buona mamma mi sto adoperando per creargli una calorosa accoglienza e per farlo conoscere a più persone possibile. Chi volesse saperne di più e cominciare a entrare in confidenza con i personaggi e l’atmosfera del romanzo, può visitare la pagina facebook che ho aperto per la saga: https://www.facebook.com/ilfatodeglidei
Per il resto continuo a lavorare perché i miei sogni si realizzino.
Avrei continuato con quest’intervista ancora per molto tempo, ma non voglio tenerti impegnata tutta la giornata. Ti ringrazio per essere qui e non vedo l’ora di tenere il tuo, (e anche un po’ mio!), romanzo fra le mani!