Riportiamo solo qualche estratto.
"..negli ultimi due-tre decenni abbiamo assistito ad una notevole svolta a sinistra: i progressisti sono diventati socialisti. Hanno abbracciato un socialismo soft, di tipo europeo. Non intendono nazionalizzare l’economia, ma controllarla, in modo da dirigerla indirettamente. I progressisti hanno abbandonato l’idea di una rete di sicurezza nel mercato: vogliono assistenzialismo dalla culla alla tomba. Purtroppo questa ideologia sta diventando via via più attraente agli occhi di una nuova classe di cittadini che dipendono dallo Stato. Che chiedono al governo di trovare loro una casa, di dar loro un aiuto per trovare lavoro, di pagare loro le spese sanitarie e dell’istruzione e una pletora di altri desideri. E le minoranze etniche, soprattutto, stanno gradualmente diventando dipendenti dalla droga di Stato. "
"Quel che è successo è semplice: per elevare i poveri e rendere tutti uguali si stanno colpendo e distruggendo i creatori della ricchezza. Alla fine non ci sarà neppure più nulla da redistribuire, ma in compenso avremo molta più gente che chiederà aiuti di Stato. Questo circolo vizioso è ben visibile in Grecia. Ma anche in Italia, Spagna, Portogallo e in altri Paesi europei solo apparentemente stabili. E’ affascinante l’esempio della Grecia. Ogni osservatore razionale può constatare che sia uno Stato in bancarotta, dopo aver tassato tutto il tassabile e predato tutte le risorse possibili, dopo aver fatto scappare i produttori di ricchezza. Quando il governo di Atene, semplicemente, dice alla sua gente che non ha più nulla da redistribuire, la gente scende in strada e spacca tutto. La loro è la moralità dei bambini: vogliono tutto, strillano, fanno i capricci, non si rendono conto dei limiti imposti dalla realtà. Ecco, negli Stati Uniti ci stiamo avvicinando a uno scenario simile."
"..quel che ci vorrebbe veramente, in questo Paese, è una presa di coscienza dei produttori. Stiamo combattendo una guerra civile fredda, fra i produttori e i consumatori di tasse, fra i produttori e gli espropriatori. E sono questi ultimi, purtroppo, che dettano le regole del gioco e fissano gli standard morali."
Redazione EconomiaeLiberta.com