Nel corso dell'intervista Federico Fantacone ci guida nella conoscenza delle nuove frontiere della formazione on line, sempre più proiettata verso logiche multincanali e digitali: "siamo passati dalla FAD all'e-learning, all'apprendimento "aumentato". L'evoluzione dell'apprendere conduce a sperimentazioni continue e innovative: dalle le tecnologie indossabili fino ad arrivare a logiche di reality e gamifcation per motivare e stimolare maggiormente l'engagement degli e-learner . "Ogni salto di paradigma tecnologico genera anche un salto di paradigma metodologico. Gli approcci metodologici oggi dominanti oscillano tra il costruttivismo sociale ed il connettivismo". Occorre poi fare i conti con le esigenze del fruitore: si passa ad esempio dai learning games costruiti su modelli di apprendimento immersivo, agli instant learning, che presentano necessità più just in time e modelli connettivsti. Un'intervista davvero ricca di spunti e riflessioni che scandiscono il passo della rivoluzione e innovazione della formazione: "oggi anche la parola e-learning sta diventando obsoleta". Completano l'intervista un'analisi sullo stato della fomrazione in Italia e i possibili scenari futuribili da percorrere.
1) Buongiorno Federico e grazie della disponibilità. Domanda di rito. Chi è Federico Fantacone? Ripercorriamo il percorso professionale
Sono un learnalholic...Ho cominciato nel lontano ;-) 1984 nel Gruppo Olivetti, nella funzione Risorse Umane, prima in stabilimento (un inizio molto "old economy") e poi nelle Staff Centrali. Ho "debuttato" presto nel mondo della Formazione (manageriale e progetti strategici di Gruppo) e delle tecnologie della formazione: credo di aver fatto la prima videoconferenza nel 1989 e di aver installato (da floppy disk) il primo corso CBT, come si diceva allora (Computer Based Training) un paio di anni dopo. A partire dal 2001 ho assunto le prime responsabilità "pesanti" nel campo che nel frattempo si cominciava a chiamare non più FAD ma e-learning, organizzando, insieme a Venice International University e con la collaborazione di altre università e centri di ricerca, uno dei primo Master in E-learning Management in Italia. E in seguito diventando responsabile dell'offerta e-learning e delle partnership internazionali, nell'ambito di un ruolo più ampio di Vice Direttore Generale. Dal gennaio 2014 sono Direttore Progetti Speciali di Arcadia Consulting, che mi ha dato l'opportunità di proiettare molto più avanti le competenze e le soluzioni nel campo dell'edutech, o , come preferisco dire, dell'apprendimento aumentato. Oggi anche la parola e-learning sta diventando obsoleta.
2) La formazione sta evolvendo e si avvia verso modelli sempre più digital, omnicanali e con un concetto di fruizione nei tempi e modi preferiti dall'utente! C'era una volta l'aula?
L'aula c'è ancora. Negli stessi USA la formazione on line ha superato solo a partire dal 2009 la quota di 1/3 della formazione totale. Una volta la risposta sarebbe stata: blended! Integrazione di formazione on line e formazione in aula per il raggiungimento di un unico obiettivo di apprendimento. Ma la realtà è che i progetti blended sono ancora oggi molto rari.
La formazione aziendale è o totalmente in aula (per esempio, la formazione manageriale) o totalmente on line (Sicurezza, Compliancy). Peccato, perchè il blended learning è un'esperienza ricca per il partecipante. Ma è anche difficile da progettare, e le skill avanzate di progettazione non sono così diffuse. Hai ragione, omnicanalità: mi piace dire che siamo passati dalla FAD all'e-learning, all'apprendimento "aumentato": cioè arricchito nello spazio fisico di fruizione (mobile learning), nello spazio virtuale (realtà virtuale, ma anche più semplicemente simulazioni, giochi, apprendimento immersivo di tipo scenario-based-learning) , nello spazio "aumentato" in senso stretto: contaminazione e sinergia tra realtà fisica e realtà virtuale, attraverso le soluzioni di AR, augmented reality.
3) Webinar on line: continua a crescere un modus operandi di fare formazione con meccanismi live sul web! Questione di cultura e è professionalità! Necessità dei brand di diventare editori di se stessi. A che punto sono le nostre Pmi dal punto di vista culturale nell'approcciare queste nuove logiche di apprendimento e confronto?
La sfida ora è l'aula virtuale. Una sfida in cui Arcadia è pienamente coinvolta, con un palinsesto di almeno 4 webinar al mese, lanciato a ottobre, sulla Qualità, Sicurezza, Dlgs 231, Finanziamenti, Innovazione tecnologica e persino soft skill! Non è certo una novità ma solo recentemente sta diventando un elemento stabile, non più spot, del sistema e-learning aziendale, possiamo così parlare di Webinar Based Learning. E si arricchisce l'offerta di sistemi avanzati di telepresenza.
I webinar consentono di unire i vantaggi della formazione d'aula (rapporto diretto con il docente, unità di tempo, quindi è più facile organizzare l'integrazione di tempo di lavoro e tempo di formazione) e della formazione on line (si fruisce dovunque, da pc come da tablet e smartphone, è possibile rivedere la registrazione del webinar), senza contare costi bassissimi (un nostro webinar di 2 ore costa 29 euro, molti sono gratuiti), e le possibilità, date dalle applicazioni più recenti, di interazione con il docente: survey volanti, test di apprendimento, condivisione di file, desktop e applicazioni, lavagne virtuali, addirittura possibilità di dividere il gruppo collegato in aula virtuale in sottogruppi assegnati a tutor diversi.
Non vedo differenza tra PMI e grandi aziende nell'approcciare i webinar ed in generale l'apprendimento digitale: troviamo grandi sensibilità in PMI così come atteggiamenti molto conservativi nelle Grandi Aziende. Chi vuol fare, ed ha una strategia su questo, formazione continua, non può che andare verso l'apprendimento digitale, perchè non c'è altro modo di rendere economicamente sostenibile il Long Life Learning, ovvero "un'ora di formazione al giorno, tutta la vita". Certo, occorre avere un partner per l'e-learning che oltre alle soluzioni tecnologiche sappia definire per l'azienda un approccio su misura, centrato sullo specifico business case aziendale, ed una strategia di change management.
Prevediamo in Arcadia, anche sotto l'effetto dell'Expo 2015, un aumento della domanda di formazione linguistica nelle PMI, che tanto contribuiscono all'unico indicatore positivo dell'economia del nostro Paese, quello dell'export. Questa domanda potrà avvalersi di soluzioni e-learning di nuova generazione. Proprio per questo Arcadia ha siglato in questi giorni un accordo con il leader europeo della formazione linguistica on line, con un'offerta dedicata alle PMI, ottenendo l'esclusiva in 6 regioni: Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli VG, Lazio e Abruzzo.
4) Wearables tech e formazione: frontiere innovative per apprendere su più dimensioni attraverso interazioni a 360° e sfruttando i big data a disposizione. I google glass sono l'esempio calzante di una rivoluzione in atto. Possiamo fare qualche esempio di sperimentazioni e test intrapresi?
Abbiamo importato ormai mesi fa dagli USA un Google Glass, ed iniziato le sperimentazioni. Ma siamo interessati anche ad altri dispositivi, come gli "armband" (per esempio, Myo: https://www.thalmic.com/presentations/) , bracciali digitali che "leggono" i gesti e i movimenti del braccio attraverso i quali consentono di controllare device senza contatto fisico ("touchfree"). Con un nostro partner tecnologico, Imagetools, stiamo creando un team di sviluppo di applicazioni di Myo per la formazione. Le tecnologie indossabili ci interessano - e qui stiamo indirizzando le nostre sperimentazioni - come strumento per esplicitare la conoscenza tacita, il sapere in azione: per esempio con i Google Glass posso catturare direttamente da chi esegue una determinata operazione, magari tipica di un mestiere raro, da non dimenticare, traducendo in un video istantaneo il suo punto di vista soggettivo. Importanti prospettive si aprono per la formazione alla Sicurezza, all'uso corretto di macchine ed attrezzature. In generale consideriamo l'addestramento, la formazione professionale, come il terreno applicativo più fertile per le tecnologie indossabili. Ma siamo anche attenti e sensibili alle problematiche di Privacy ed in generale relazionali che il wearable comporta, e che potrebbe, se non adeguatamente previste o corrette, frenarne la diffusione.
5) Gamification e formazione: il gioco on line diventa un percorso esperienziale e formativo per interagire, simulare e creare situazioni di reality aziendali! A che punto siamo?
Sulla gamification occorre muoversi su più fronti, perchè le sensibilità e i budget sono molto diversificati. Funzionalità per introdurre dinamiche di gioco (questo si intende per gamification, che non è quindi necessariamente on line) sono ormai integrate in molte piattaforme e-learning, che prevedono possibilità di assegnare badge (riconoscimenti visuali del livello di competenza raggiunto) , fare rating (le classiche "stellette" associate ad un documento o contributo), pubblicare classifiche tra chi partecipa ad un game, che spesso altro non è che una versione multimediale e metaforica di un test di verifica della conoscenza acquisita su un prodotto, servizio o un processo aziendale.
Per gamificare a (relativamente) basso costo è sufficiente utilizzare queste funzionalità, se parliamo di formazione on line, o progettare creativamente percorsi formativi misti, che si "giocano" parte in aula, parte sul campo, e magari anche on line, disseminando indizi in luoghi fisici e/o virtuali diversi dove gruppi di partecipanti vengono indirizzati assistiti da tutor. Indizi reperibili con una web research, o puntando il proprio smartphone su un QR code, o semplicemente....sotto una panchina in Piazza tal dei tali! Il gioco può avvenire in aula, in modo molto fisico, assemblando con il Lego, pongo e bastoncini, creando modellini e plastici alla Bruno Vespa ;-)
I vantaggi dei serious game sono tipicamente associati ad un incremento dell'engagement dei dipendenti. L'obiettivo "serio" non è semplicemente quello di mettere a disposizione esperienze di e-learning più ricche e meno meccaniche, che evitino l'effetto di "page turning" che affligge la maggior parte dei corsi e-learning, ma quello di aumentare il committment e la motivazione , e modificare i comportamenti di lavoro. Credo che questo determinerà la graduale scomparsa dei learning game che semplificano, che riducono l'esperienza ad un videogioco sul modello "sparatutto", di tipo caricaturale, anche se divertenti, e si affermeranno quelli che simulano la vita reale, scenario-based-learning, real life environments, e mirati, specifici: per esempio le dinamiche di gestione di un progetto. E' per questo che Arcadia, attraverso una partnership internazionale, promuove un simulatore di gestione di progetto, sviluppato per essere usato sia in aula sia on line, che sottopone ai giocatori tutti i classici dilemmi e sfide della fase di execution di un progetto.
6) Come cambiano gli approcci metodologici della formazione on line?
Ogni salto di paradigma tecnologico genera anche un salto di paradigma metodologico. Gli approcci metodologici oggi dominanti oscillano tra il costruttivismo sociale ed il connettivismo.
In Arcadia non siamo tanto interessati a diatribe accademiche su quanto di realmente nuovo e diverso ci sia nelle diverse teorie della conoscenza. Certamente la formazione on line richiede un approccio molto flessibile, meno "curricolare", meno gerarchico alla progettazione e conduzione di un intervento e-learning. Occorre lasciare autonomia agli e-learner, animare e guidare in qualità di facilitatori più che come esperti project work significativi per i partecipanti e basati sul mutual learning, sul confronto-scambio tra pari di esperienze e competenze, che va solo "accompagnato". Non si può più non tenere conto della componente "social" dell'apprendimento e dell'apprendimento collaborativo-cooperativo ed informale, istantaneo, a volte neppure intenzionale. In fin dei conti i learning games includono un modello di apprendimento immersivo, e quindi molto impegnativo e rigido, anche se "ingaggiante". All'opposto abbiamo il modello instant learning, l'unità informativa-formativa minima, che cerco e trovo quando mi serve, just in time, cercandola in Rete con un motore di ricerca o iscrivendomi ad un webinar o comprando un corso su un Mooc. Un modello certamente più "connettivista". Con il difetto della frammentarietà.
Oggi cambiano più drasticamente gli approcci organizzativi al processo di progettazione e produzione della formazione ed in particolare dell'e-learning. Dal modello ADDIE (Analysis, Design, Development, Implementation, Evaluation) per grandi step e pochi momenti di validazione , si sta passando ad un modello "agile", sotto l'influenza dei modelli AGILI di Design & Development del mondo industriale e dei progetti sw. Un modello che vede continue iterazioni tra "cliente" e "fornitore", prototipazioni, avanzamento per approssimazioni successive. Non a caso il più noto di questi modelli si chiama SAM, Successive Approximation Model, e la battuta oggi è che stiamo passando da Addie a Sam!
7) Come si cattura l'attenzione di un utente che fruisce di un corso on line?
Qui la risposta è lapidaria e molto personale: non con la quantità di multimedialità, piuttosto con la significatività del contenuto (quello che serve quando mi serve, perfetto "time-to-competence"), con uno storyboard creativo ed interattivo, con un tutoraggio intelligente. Apprendere ad apprendere on line non è una skill "spontanea".
8) Fra dieci anni parleremo ancora di Webinar?
Sì , ma li fruiremo attraverso device completamente diversi dalla classica triade notebook, smartphone, tablet
9) Innovare significa sperimentare continuamente e spesso intraprendere percorsi pionieristici! E' la ricetta giusta anche nel campo della formazione?
Il nostro Paese non emerge certo dalle ricerche internazionali come innovatore nella formazione, complice anche il ritardo nell'Agenda Digitale. Per n° di aziende "formative" e n° di ore di formazione per dipendente siamo tra gli ultimi posti nell'Europa dei 28. Non migliori erano i risultati di una famosa ricerca sull'E-learning Readiness dell'Economist di qualche anno fa: in tutte le 4"C" - Content, Capability, Culture, Connectivity, il nostro Paese era molto in ritardo rispetto non solo al Nord Europa, da sempre leader nella formazione on line, ma anche, seppure con distacchi inferiori, rispetto a Inghilterra, Francia e Germania e altri. Ma proprio per questo occorre aumentare il tasso di innovazione e intraprendere percorsi pionieristici.
I player dell'e-learning tradizionale sono in Italia da anni sempre gli stessi. Ma d'altra parte stanno nascendo decine di start-up misconosciute con grandi idee e grandi soluzioni, anche applicabili ai processi di apprendimento. Sono queste idee e questi progetti che rivoluzioneranno il modo di pensare e fare formazione nei prossimi 10-15 anni. E' per questo che Arcadia ha dedicato gli ultimi mesi nello scouting di partner tecnologici, con particolare attenzione al mondo delle start-up. Con le quali animiamo a Milano e Roma, rispettivamente il 25-26 novembre e 2-3 dicembre 2014, due seminari avanzati sul ruolo delle tecnologie emergenti nel futuro della formazione, per dare un primo livello di visibilità al nostro percorso di partner edutech delle aziende italiane.
Per dettagli e approfondimenti visita il sito di Arcadia Consulting