Intervista a Ferdinando Pastori

Creato il 04 agosto 2011 da Temperamente

di Maria Di Piazza

Ferdinando Pastori è nato a Galliate (NO) nel 1968. Vive e lavora a Milano. Dopo aver studiato economia all’Università Cattolica, lavora per diversi anni nel mondo della moda per un noto stilista. Attualmente è un manager del settore medicale. È appassionato di letteratura americana e ha scritto alcuni romanzi. L’ultimo è stato edito quest’anno, Nero imperfetto, recensito sul nostro sito.

Gentile Ferdinando, ho letto con piacere il suo romanzo e sono rimasta colpita dalla storia, dalla sua capacità di descrivere con cura i personaggi, dal suo stile. Vorrei porle delle domande che spero interesseranno anche i lettori. La prima, e forse la più ovvia, è: da dove nasce questo libro? Quali necessità espressive l’hanno portata a scriverlo?

Prima di tutto, grazie per l’ospitalità nel vostro salotto virtuale. Nero imperfetto è arrivato dopo una pausa abbastanza lunga, infatti sono passati 5 anni dalla pubblicazione del romanzo precedente (“Euthanasia”). L’idea non è stata una di quelle folgoranti, non m’è caduta nessuna mela in testa, s’è trattato piuttosto di un processo diviso in più fasi. L’unica certezza era quella di voler scrivere un noir, perché le storie di perdenti, di dannazione e di sentimenti forti e contrastanti mi affascinano molto di più delle altre. Non mi piacciono i romanzi consolatori, dove i buoni trionfano sempre e comunque. Inoltre ritengo che il genere noir, al momento, sia quello che meglio rappresenti il particolare momento che stiamo vivendo. Dopodiché sono arrivato alla conclusione che il “mio” noir sarebbe stato in qualche modo imperfetto, perché scritto a modo mio. Continuando pertanto il percorso di ricerca e sperimentazione stilistica iniziato con i libri precedenti. La storia, poi, è arrivata poco alla volta. Ispirata da eventi e situazioni diverse.  Una fotografia, una canzone, un dialogo fra sconosciuti ascoltato per caso o una notizia letta su un quotidiano.

Quanto c’è di autobiografico nella figura del protagonista? E quante tracce ci sono, nei diversi personaggi, di persone che conosce nella sua vita reale?

Il protagonista di Nero Imperfetto, così come quelli dei precedenti romanzi, ha le iniziali di nome e cognome uguali alle mie, ma questo è solo un piccolo gioco che mi piace portare avanti libro dopo libro. Io penso che in ogni personaggio ci sia qualcosa di autobiografico perché è dalla realtà, dalla sua osservazione, che tutto nasce. Si comincia a raccontare qualcosa o qualcuno che si conosce bene e si arricchisce il tutto mettendo su carta le proprie fantasie, aspirazioni e  desideri. Magari le proprie paure nel tentativo di esorcizzarle. Senza tuttavia perdere di vista la storia e il suo intreccio narrativo. Per quanto riguarda i miei personaggi, non posso dire d’essermi ispirato a qualcuno che conosco veramente. Sono piuttosto la somma di diverse persone. Rubo caratteristiche fisiche e psicologiche e le amalgamo per creare figure interessanti che stimolino la curiosità del lettore. Personaggi simpatici oppure odiosi, in ogni caso mai indifferenti e banali.

Come mai ha utilizzato l’espediente della narcolessia nella caratterizzazione del protagonista?

L’idea della narcolessia è nata rivedendo il bel film di Gus Van Sant My Own Private Idaho. Cercavo qualcosa che caratterizzasse il protagonista, qualcosa di diverso e di interessante. Un difetto, un limite, che lo rendesse “imperfetto”. Un investigatore privato, ex poliziotto, che corre il rischio di addormentarsi nei momenti meno opportuni mi è sembrato decisamente curioso. A suo modo intrigante. Inoltre, anche il fatto di associare ogni risveglio a una tappa del percorso di conoscenza e di avvicinamento alla soluzione del mistero che sta alla base del romanzo ha contribuito alla scelta.

Solitamente, i romanzi sono scritti in prima o in terza persona. Cosa l’ha spinta a utilizzare l’espediente della seconda persona singolare? C’è “soltanto” una ragione stilistica, o questa decisione racchiude significati simbolici più profondi?

Ho letto Bright Lights, Big City di Jay McInerney parecchi anni fa e da quel momento la narrazione in seconda persona è diventata quasi un’ossessione. A parte gli scherzi, trovo che sotto alcuni punti di vista sia perfetta. La terza è impersonale, lo scrittore racconta sapendo tutto di tutti e quindi il suo interesse, la sua curiosità non cresce di pari passo a quella del lettore. Tanto sa già come andrà a finire. La prima persona è vincolante, il narratore conosce solo quello che lo riguarda direttamente, quello che ha sentito dire. C’è partecipazione, ma si corre il rischio di parlare troppo di se stessi e dimenticare che si sta comunque raccontando una storia. Con la seconda persona si instaura un rapporto diverso con chi legge, è quasi un dialogo. Un espediente, a mio parere, decisamente più coinvolgente. Pagina dopo pagina si aggiorna il lettore rivelando dettagli e informazioni e insieme si possono fare supposizione e previsioni. Tutti sulla stessa barca, tutti a remare nella medesima direzione.

Il suo stile è molto personale e insolito, e l’uso forzato della punteggiatura dona al testo un ritmo accelerato ma come spezzato. Era questa la sua intenzione? Come riesce ad accordare la forma e il contenuto?

Non credo che si possa parlare di ritmo spezzato. Di sicuro, a volte, può apparire poco lineare, ma preferisco le strade piene di curve e dossi a quelli dritte dove il rischio di un colpo di sonno è più elevato. Il ricorso a una punteggiatura e a una sintassi poco ortodosse, così come tutta una serie di informazioni a prima vista estranee al testo, sono l’artificio che utilizzo per costringere il lettore a prestare ancora più attenzione alle parole. Al loro suono e alla loro musicalità. Artificio che, inoltre, mi permette di tenere sempre sotto controllo la velocità della narrazione. Evitare cali di tensione o accelerazioni troppo brusche.

La storia che ha raccontato è ambientata nel mondo oscuro dello spaccio di droga, tra personaggi privi di scrupoli e dotati di una moralità che non corrisponde ai canoni comuni; come è riuscito a rendere in maniera credibile questo tessuto sociale? Si è documentato in qualche modo?

Ogni giorno televisione, quotidiani e web ci bombardano con informazioni e notizie e documentarsi è relativamente facile. Dietro un libro, almeno per quanto mi riguarda, c’è sempre parecchia ricerca. Luoghi, fatti e persone sono importanti e mi sforzo di non lasciare nulla al caso. Per Nero Imperfetto non ho intervistato spacciatori e sfruttatori, ma un amico medico mi ha aiutato a comprendere e conoscere sintomi e problematiche legate alla narcolessia. Il bello di un romanzo, della sua progettazione e stesura, è proprio partire da un fatto reale e poi romanzarci sopra. Quello che faccio è cercare d’immedesimarmi nei personaggi e agire al posto loro.

Quali sono gli autori che predilige, e quali quelli che pensa abbiano influenzato in maniera maggiore il suo modo di scrivere?

Mi piace scrivere  e mi piace ancor di più leggere. Non mi limito ai grandi nomi, anzi il più delle volte compro libri di autori sconosciuti e pubblicati da piccole case editrici. Ciononostante, ci sono ovviamente degli autori che rappresentano un punto di riferimento. Per quanto concerne i racconti non posso fare a meno di citare Carver e tutta la corrente post-minimalista americana. Il mio libro feticcio, quello che non mi stanco mai di riprendere in mano, è Meno di zero di Bret Easton Ellis del quale apprezzo tutta la produzione letteraria. Così come quella di Jay McInerney e Chuck Palahniuk. Ultimamente ho scoperto Victor Gischler che è davvero bravo. Non dimentico gli italiani…Pinketts, Lucarelli, Carlotto…la lista è davvero lunga. Comunque credo che al momento Ellis e Palahniuk siano gli autori che più di ogni altro abbiano influenzato il mio stile di scrittura.

Infine, può svelarci un piccolo segreto: sta preparando un nuovo romanzo? Quando uscirà? Può accennarci qualcosa della storia?

Ultimata la fase di ricerca e raccolta delle informazioni, ho da poco iniziato a scrivere il mio nuovo romanzo. Ancora un noir, anche se decisamente più forte per quanto concerne i temi affrontati. Il titolo provvisorio è Di carne. E di sangue e racconterà una storia di sesso, corruzione, misteri e…tanto altro ancora. Conto di terminare la prima stesura nei primi mesi del prossimo anno e quindi l’appuntamento nelle librerie dovrebbe essere fissato per il 2013.

Ferdinando, la ringrazio molto per averci tenuto compagnia nel salotto virtuale di Temperamente, e per aver avuto la pazienza di rispondere alle mie domande. C’è qualcosa che vuole dire a me e ai suoi lettori e che io non ho chiesto? Grazie ancora, e ancora complimenti!

Grazie ancora a Voi e ai vostri lettori. Spero di essere stato esauriente e invito tutti a sostenere l’editoria italiana. Non solo i grandi gruppi editoriali, ma anche e soprattutto gli editori medio piccoli che si sforzano di offrire prodotti e autori di qualità. A presto.

Per chi vuole continuare a seguire Ferdinando Pastori o per saperne di più potete visitare il suo sito: http://www.ferdinandopastori.com/.


Potrebbero interessarti anche :

Possono interessarti anche questi articoli :

  • Sua Maestà Italia

    Dopo il padiglione del Nepal, l’unico abbandonato per necessità, rimasto a simbolo di un momento interrotto; accanto al padiglione della Corea, coinvolgente... Leggere il seguito

    Il 01 luglio 2015 da   Dallomoantonella
    CULTURA, FOTOGRAFIA
  • After di Anna Todd

    AfterSerie Afterdi Anna Todd  Titolo: After Autore: Anna Todd Edito da: Sperling Kupfer Prezzo: 14.90 € Genere: Romanzo, new adult Pagine: 448 Trama: Acqua e... Leggere il seguito

    Il 01 luglio 2015 da   Nasreen
    CULTURA, LIBRI
  • Il food trucks a New York, Barcellona e Parigi

    La nuova moda è arrivata e le protagoniste sono furgoncini e carovane meravigliose. Stiamo parlando dei food truck, ovvero cibo di prima qualitá sulle... Leggere il seguito

    Il 01 luglio 2015 da   Witzbalinka
    CULTURA, VIAGGI
  • La vetrina degli incipit - Giugno 2015

    L'incipit in un libro è tutto. In pochi capoversi l'autore cattura l'attenzione del lettore e lo risucchia nel vortice della storia. Oppure con poche banali... Leggere il seguito

    Il 01 luglio 2015 da   La Stamberga Dei Lettori
    CULTURA, LIBRI
  • Stasera alle 23 su La7 Drive di Nicolas Winding Refn

    Anno: 2011Durata: 95'Distribuzione: 01 DistributionGenere: AzioneNazionalita: USARegia: Nicolas Winding RefnDrive è un film del 2011 diretto da Nicolas Winding... Leggere il seguito

    Il 01 luglio 2015 da   Taxi Drivers
    CINEMA, CULTURA
  • Luci e ombre di Calabria

    Sono "emigrante". Nel senso che sono emigrata alla fine degli anni Novanta dalla Calabria al Lazio. Sono una di quegli emigranti senza il richiamo forte delle... Leggere il seguito

    Il 01 luglio 2015 da   Luz1971
    CULTURA, LIBRI