Intervista a gina nalini montanari

Creato il 11 novembre 2014 da Linda Bertasi @lindabertasi

Ciao Gina, benvenuta nel mio blog. Raccontaci qualcosa di te.
Fin da bambina ho imparato a guardare e ad ascoltare: la nonna mi accompagnava in chiesa a “guardare”, come diceva lei, quanto erano belle le statue dei Santi che  apparivano straordinarie ai miei occhi di bambina; in famiglia c’era uno zio che, alla radio, ascoltava sempre musica lirica di cui era molto appassionato e quando era in casa intonava le romanze preferite; ancora oggi, a distanza di tanti anni, risento la sua voce.  
La laurea in Lettere Classiche e l’insegnamento negli Istituti Superiori. Dove trovi il tempo per scrivere?
Ho incominciato a dedicarmi alla scrittura quando ho smesso di essere attiva nella scuola: mi mancava il dialogo sempre stimolante con i giovani, così ho deciso di  continuarlo sulla pagina.
Una delle tue passioni è la ricerca storica, tecnica che hai affinato con gli anni. Da dove nasce questa inclinazione?
Debbo ritornare alla nonna che di ogni cosa mi raccontava la storia: vera o inventata che fosse, comunque mi incantava; determinante poi è stato l’insegnamento della Storia.
La passione per i giovani autori è insita in te, curi prefazioni, presentazioni e recensioni. Qual è il tuo pensiero sui giovani scrittori di oggi?
Nella mia esperienza ho incontrato giovani che credono in quello che fanno e vi si dedicano con “cuore indiviso”, consapevoli di quanto sia in salita la strada intrapresa; questo atteggiamento li porterà ai traguardi ambiti, nonostante i  tempi poveri di lettori.
Il tuo esordio avviene nel 1994 con "Dove risorge l’arte rinasce il Paese". Daccene un assaggio?
Il volume rientra nel progetto di ”Tutela e Salvaguardia del patrimonio artistico” della regione Emilia-Romagna e documenta gli interventi conservativi effettuati su opere di vario genere allo scopo di sottrarre al degrado il patrimonio di opere  d’arte, testimonianza della nostra memoria storica. Per esemplificare posso fare riferimento al recupero di una preziosa Terracotta policroma del XV secolo, raffigurante una  “Madonna con Bambino” sita nel Museo di Schifanoia (Ferrara).
Da qui inizia una fitta attività letteraria dove la religione è in primo piano e, nel 2002, confezioni saggi dedicati alla figura di Lucrezia Borgia. Perché questa scelta? Cosa ti lega a questa importante figura storica?
Nel 2002 Ferrara celebrava il V centenario delle nozze  di don Alfonso d’Este con Lucrezia. La città esplodeva di manifestazioni e di pubblicazioni; io stessa scrissi diversi saggi e tenni varie conferenze. Studiando il personaggio mi colpì il suo profondo desiderio di iniziare qui a Ferrara una nuova  vita; una volta divenuta duchessa d’Este, Lucrezia volle affossare il passato e vivere il suo ruolo di duchessa in piena dignità, senza trascurare quello di madre tenera e affettuosissima, di donna pia sollecita di opere di carità; questo aspetto della sua  devozione religiosa mi ha particolarmente incuriosita e coinvolta.  
Nel 2003 pubblichi "Il giovane Vincenzo Monti e Ferrara, la città del cuore", questo saggio ti era stato commissionato dalla Biblioteca comunale di Ferrara per celebrare il 250° anniversario dell’Istituzione. Parlacene.
Il cuore carnale di Vincenzo Monti, oggi custodito presso la Biblioteca Ariostea, testimonia l’amore del poeta per la città estense che lo accolse giovane universitario. E’ a Ferrara, le cui contrade considerava abitate dalle Muse, che Monti scoperse la sua vocazione alla poesia e non alle scienze mediche o giuridiche cui era stato indirizzato. Accolto con stima nei cenacoli culturali cittadini, ben presto la fama lo chiamava a Roma, a Milano dove divenne il cantore ufficiale del periodo napoleonico; ma il suo cuore rimase a Ferrara , e sempre in questa città volle che anche  la figlia Costanza frequentasse gli studi.    
Dal 2004 al 2007 dedichi le tue pubblicazioni a Suor Maria Benedetta Mazzolani e Anna Sforza. Quale personaggio femminile della Storia stimola più il tuo interesse?
Tutti i miei personaggi femminili da Anna Sforza d’Este a Erminia Fuà Fusinato; da Lucrezia Borgia a Marietta Rossi Scutellari; da suor Maria Benedetta Mazzolani a Costanza Monti e altre sono  determinate nell’affermare la propria personalità. Ed è il loro spendersi sempre in prima persona che mi interessa.  
Nel 2009 collabori con Chiara Mantovani a "Vent’anni di servizio di accoglienza alla vita", edito che spicca per il tuo impegno come socio ventennale nel “Movimento alla vita”. Raccontaci quest’esperienza.
Una esperienza struggente ed entusiasmante, come lo può essere per ogni donna, stare accanto e aiutare con fattiva partecipazione un’altra donna che si trovi in difficoltà per una gravidanza inattesa o perché manca dei mezzi necessari per far crescere i propri figli.
Nell’anniversario del 150° d’Italia collabori al volume-rivista "Amor di Patria". Parlacene.
E’ stato un lavoro impegnativo e appassionante; nel saggio ho trattato l’evoluzione dei concetti di Patria e Nazione nella grande lirica italiana da Dante al 1861, quando l’idea Patria-Nazione si concretizza in una collettività politica con il proclamato Regno unitario.
L’incontro con l’artista Mirella Guidetti Giacomelli getta le sue radici già nei primi anni della tua attività letteraria con "La Gerusalemme Liberata nei disegni di Mirella Guidetti Giacomelli" ed è destinata a proseguire sino a sfociare nel tuo ultimo lavoro "L’anima di un’artista, Mirella Guidetti Giacomelli". Cosa troveranno i lettori all’interno di quest’ultimo libro?
Una serie di fotogrammi storici entro cui si iscrive il vissuto dell’artista e la rivelazione della sua vocazione alla scultura in un coro di voci di studiosi dell’arte che commentano le sue opere.


Cosa ti ha colpito maggiormente della vita di quest’artista?
La ferrea, inesauribile volontà di studiare, cercare, sperimentare per attingere sempre nuovi approdi e la sua grande umiltà; lei stessa dice che la sua arte è un mistero.
Ti sei distinta negli anni in concorsi dedicati alla prosa edita e inedita, l’ultimo premio è proprio di quest’anno consegnato dal comune di Perdifumo (Sa). Cosa ricordi di quest’esperienza?
Premetto che non sono un’assidua, attenta frequentatrice dei premi letterari e quelli cui partecipo devono richiedere poca documentazione e possibilmente nessuna quota di adesione. Certo mi ha fatto piacere ricevere il premio Città di Lerici,  Val Senio, Niccolini, il trofeo G. Scheible e altri. Questo del Comune di Perdifumo è stata una sorpresa, perché prima non avevo mai affrontato la poesia.  
Hai altri progetti di cui vuoi metterci a parte?
In questo tempo mi attendono alcune prefazioni per raccolte poetiche di autori ferraresi e intanto sto pensando a un altro volumetto di racconti sul genere di "Suggestione natalizia a Ferrara" e di "Tempo perso", esauriti in pochi mesi.
E’ stato un grande onore ospitarti nel mio blog! In bocca al lupo!

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