Intervistiamo oggi Giovanna Zucca, autrice di Mani Calde edito da Fazi Editore.
1- Cercando su internet, si trova poco su di te. Chi è Giovanna Zucca?
Ciao sono una quarantenne, (ahimé, come è potuto succedere? Dov’ero quando dai venti e trenta passavo ai quaranta e oltre?) sono infermiera di sala operatoria e da sempre libera pensatrice.
La passione per il libero pensiero mi ha portata alla laurea in filosofia all’università Ca Foscari di Venezia, con una tesi creativa su degli improbabili Aristotele, Platone, Empedocle e tutta l’allegra brigata ad una trasmissione di Porta a Porta di Bruno Vespa. Il tema era l’etica e il Bene Comune. Se ne sono sentite delle belle…
Appassionata di scrittura e lettura (parlerei di bulimia letteraria) e di uscite con le amiche, discussioni interminabili su “Li due massimi sistemi” e a tempo perso dispensatrice di consigli su tematiche amorose per le mie protette.
2- Tu lavori in ospedale, luogo dove si svolge la maggior parte della storia. La realtà descritta nel libro rispecchia quella che vivi tutti i giorni?
Rispecchia quella che vivevo alcuni anni fa quando lavoravo nella sala operatoria di neurochirurgia. Ci ho lavorato per diversi anni e sono stati indimenticabili, nel bene e nelmale.
Il bene quando dopo lo sconforto iniziale (il primo impatto è stato tragico: strumentisti su trespoli altissimi con rimorchi di ferri tra i quali scegliere. Il mio primo pensiero fu: non riuscirò mai, questi hanno un’intelligenza superiore. Ovviamente mi riferivo ai colleghi già esperti che vedevo all’opera. Poi impari e diventi come loro e non ti senti affatto dotato di intelligenza superiore, però sei soddisfatto dei progressi e acquisti sicurezza.
Qui viene il male, perchè se non devi concentrarti a imparare e cercare di non sbagliare ferro hai tempo per pensare e vedere. Dopo un po’ quello che vedi ti si deposita nel cuore e non va più via… ti immedesimi troppo.Questo è quello che è accaduto a me, non è una regola generale. Dunque sono passatta ad un’altra specialità, meno coinvolgente.
3- C’è chi scrive per proprio piacere personale, chi punta alla pubblicazione e chi scrive per gli altri. Tu perché scrivi? Come hai cominciato?
Io non credo di scrivere per me. O meglio, non solo per me.
Scrivo perchè come tutti coloro che si cimentano con la parola scritta ritengono di aver qualcosa da comunicare agli altri.chi con un film, chi con una poesia,una canzone… o una storia.
Io volevo che la storia di Davide andasse per il mondo e raccontasse di come a volte l’impossibile accade.
Siamo sospesi nella trascendenza e il logos che ci permette di comunicare è una forza esplosiva che se trova il canale giusto innesca una reazione a catena che porta a esiti sorprendenti.Scrivo da sempre ma mani calde è il primo romanzo che ha superato la mia severa critica.
Mentre lo leggevo mi commuovevo e questo mi ha portata a pensare che forse valeva la pena di provarci a farlo pubblicare.
4- C’è uno scrittore particolare che vedi come modello da seguire?
Tanti sia del passato (sono una Janette, ovvero una fedele ammiratrice della Austen) sia contemporanei. Mi piacciono molti generi, ma penso che posso scrivere solo alla mia maniera, di istinto e di getto.Non sarei mai capace di impormi uno stile.
5- Hai dovuto fare tanti tentativi prima di trovare un editore?
Devo dire di no. Tramite il consiglio di un amico che aveva letto il romanzo appena finito, l’ho inviato alla Fazi. A loro è piaciuto ed eccomi qui.
6- Hai mai partecipato a concorsi letterari? Credi che siano utili?
Ho partecipato qualche anno fa a un piccolo concorso di gialli. Si doveva scrivere un racconto in due ore. Avevo scritto di Pitagora che furioso contro un discepolo per aver rivelato al mondo l’esistenza di numeri razionali lo uccide occultandone poi il cadavere in un campo di fave (Pitagora nutriva un odio feroce per le fave,forse dovuto a una malattia detta favismo). Ovviamente non ho vinto.
7- In genere si sconsiglia agli esordienti di mandare i propri manoscritti alle case editrici definite “big”, hai qualche consiglio da dare a chi si trova nella tua situazione?
Purtroppo non ne so ancora molto. Non sono in grado di dare suggerimenti. Posso basarmi unicamente sulla mia esperienza: un amico convinto delle potenzialità di Mani calde mi ha suggerito la Fazi Editore e cosi ho fatto.
8- Come ti poni di fronte al muro del foglio bianco?
Come chi ha troppe idee e tutte insieme. Devo selezionare.sono un’isterica della parola, voglio dire tutto e subito e tutto insieme. Parlo anche molto velocemente… indicativo no?
9- Hai altri progetti in cantiere? Nuove pubblicazioni prossime?
Mi piacerebbe scrivere la storia vera del dott. Bozzi, che ne è stato di lui, di sua figlia Susan, di Mari suo fedele collaboratore. E’ tornato un cafone malefico o è cambiato davvero? Ecco, penso a questo.
10- Considerazioni finali e saluti
Vi ringrazio per le interessanti domande. Mi hanno permesso almeno spero di farmi conoscere un po meglio. Spero che Mani calde trovi la sua strada e regga bene agli scossoni del mondo editoriale. Che ce la faccia contro i titani già conosciuti e affermati.
Spero che grazie a voi questo mio piccolo bambino cresca e stia in molti comodini e nelle borse di tanti viaggiatori e a babbo natale ho chiesto questo dono: un giorno in treno vedo di fronte a me una ragazza che tira fuori dalla sua borsa questo libro.
Allora guardandomi penserà che sono una sfigata, che probabilmente è stata lasciata dal marito o fidanzato e si strugge per questo, visto che vedrà un volto rigato di lacrime che non avrà il coraggio di dire nulla.
Voglio salutare tutti voi dal profondo del cuore. Vi ringrazio e scusatemi se mi sono dilungata: sono logorroica e più cerco di dominarmi più il controllo mi sfugge, inoltre se ho fatto un minimo di bella figura questo è dovuto più alle domande che alle risposte che come al solito sono disordinate confuse e… felici.
Tanti saluti e mani calde sui vostri visi.
Giovanna