INTERVISTA A…/ Giovanni Baglioni, in tour con Vick Frida: “Mi sono costruito un piccolo bagaglio ed un linguaggio musicale per poter comporre cose mie”

Creato il 07 aprile 2011 da Iltelevisionario

Giovedì 7 aprile 2011 alle ore 21 è andato in scena al teatro Da Ponte di Vittorio Veneto (TV) la prima delle tre tappe venete previste di “D’istanti non Distanti – legno e fiato tra onde quadre”, il nuovo spettacolo musicale-teatrale che vede protagonisti Giovanni Baglioni e i Vick Frida (affermata electropop band italiana). Seguiranno Venerdì 8 aprile al teatro Goldoni di Bagnoli di Sopra (PD) e Sabato 9 aprile al teatro Mattarello di Arzignano (VI). Uno spettacolo che riunisce due realtà musicali ognuna con il loro percorso, la loro identità, il loro mondo sonoro. Due mondi distanti che si intersecano e si combinano variamente dando vita ad uno spettacolo che porta in scena i due distinti ambiti sonori ed il percorso stesso di contaminazione. Attraverso una sceneggiatura incentrata sui vari momenti di un incontro, lo spettacolo presenta vari episodi musicali che propongono le due personalità, col proprio carattere, per condurre poi gradualmente verso un’integrazione completa.  La nostra inviata Alessandra Giorda ha intervistato per ilTelevisionario Giovanni Baglioni.

(di Alessandra Giorda) Bello, simpaticissimo, sguardo tenebroso, competente nel suo lavoro, ottima proprietà di linguaggio e maturità nell’espressione dei concetti, superiore alla media dei suoi coetanei, con grande piacere ho intervistato Giovanni Baglioni. In quest’intervista ripercorriamo la sua evoluzione professionale, costruita non perché figlio d’arte, ma ricercando nel profondo di se stesso la strada. Suspense riguardo la vita sentimentale ed interessante riflessione su domande semplici in apparenza, ma alle quali risponde con uno sfondo filosofico. Nel privato cosa farà? Passatempi dove mette a frutto l’intelligenza! Senza dimenticare quelli che suo padre Claudio, già supponeva, quando alla nascita di Giovanni gli dedicò la stupenda canzone “Avrai”, che ad un certo punto recita “giochi elettronici…”. Conosciamo meglio questo talento!

D: Quando muovi i primi passi nella musica?

R: Non saprei definire sinceramente. La mia curiosità si delinea fin da piccolo, favorita anche dalla famiglia da cui provengo. Ho studiato chitarra classica a circa 8 anni. Dopo un anno ho sospeso le lezioni perché era cambiato il maestro, il nuovo non mi piaceva e facevo i capricci. Ho continuato a suonare, come hobby, fino a sedici anni, come tante persone che lo sanno fare anche molto bene. Per divertimento con gli amici e scrivendo qualche canzone. Ho avuto un’esperienza per un periodo come seconda chitarra acustica in una formazione rock magari più contemporaneo con riferimenti al passato come i Led Zeppelin. Questo episodio è stato senza ambizioni professionali altissime, c’era più il piacere di stare insieme. Dopo tre anni, complice il fatto che iniziavo l’Università presso la facoltà di Giurisprudenza, ho smesso di suonare con il gruppo in questione. Il momento della svolta si evidenzia verso i ventun’anni, quando ho conosciuto William Thomas Emmanuel, un chitarrista australiano, bravissimo e meraviglioso. Era stato portato in Italia da Dodi Battaglia dei Pooh. Ho ascoltato questo disco da un mio amico ed era la prima volta che udivo un pezzo per sola chitarra acustica. Questo fatto mi ha scombussolato e mi sono posto come obiettivo, sempre per piacere personale, di suonare a quella maniera che era molto particolare e tecnicamente molto avanzata rispetto alla mia preparazione. Ci sono, poi, stati altri riferimenti sempre inerenti alla chitarra acustica. Mi sono costruito un piccolo bagaglio ed un linguaggio musicale per poter comporre anche cose mie. Da lì date, concerti, collaborazioni fino a quella che sto portando avanti ora con i Vick Frida.

D: Perché la chitarra e non un’altro strumento? Cosa ti attrae?

R: Non lo so. Ogni strumento ha delle particolarità. Un po’ perché ho incominciato con quella e suonare la chitarra era quello che ero capace fare. Mi sono posto via via traguardi successivi poiché avevo le basi che mi ero costruito prima. Non la vedo come un seme piantato chissà quanto prima. Avrei anche potuto smettere e dedicarmi ad altro. E’ un qualcosa che evolve in maniera graduale e sempre un po’ imprevista. Questo è anche il bello.

D: Cosa ti aspetti dal tour nel Veneto?

R: Per me è un’esperienza nuova. Avevo fatto altre collaborazioni, ma mai che volgessero ad un livello così elevato. E’ la prima volta che c’è uno spettacolo costruito al quale si è voluta dare una giustificazione profonda e non accostare alla meno peggio due percorsi musicali molto differenti.

D: Quali sono i progetti lavorativi futuri?

R: Non lo so. Questo impegno con i Vick Frida mi ha assorbito più di quanto pensassi. Mi sono imbarcato in quest’avventura, ma sempre con l’idea di un altro tour con principalmente la chitarra acustica. Per ora sono stato fortunato ad affidarmi alle intuizioni ed al piacere che potevano esercitare su di me i lavori fatti. Mi auguro che possa continuare così ed individuare al meglio le future esperienze da assaporare.

D: Sei fidanzato?

R: Ah che domanda!

D: I tuoi fans vogliono sapere.

R: Lo capiranno nel vedere il mio comportamento.

D: Cosa temi nella vita?

R: Eh… Bella domanda! In realtà potenzialmente tante cose. Credo che le paure vengano più fuori quando ci si abbandona all’inattività e dipendano anche molto dalla nostra propensione a cercare di combatterle e sconfiggerle. In ognuno di noi ci sono paure che se esistono c’è un motivo. Quanto ci affliggano e quanto ci tocchino è determinato da quanto siamo desiderosi, vogliosi ed attivi nel cercare di superarle, perché poi alla fine non si sconfiggono, ma si possono affrontare in una certa maniera e guardando oltre. Paure non giustificate mi assalgono quando mi abbandono all’inattività, quando ho un impegno e progetti tutto cambia. Ultimamente sono afflitto dalle vicende di cronaca che riguardano il nostro Paese e ci rendono tutt’altro che orgogliosi. Senza contare quelle drammatiche che coinvolgono il mondo. Se si guarda a tutto con l’abbandono di cui ti ho espresso poc’anzi è la fine. Necessita avere della positività e speranza nel futuro.

D: Quali sono i tuoi hobbies?

R: Quando si parla di giochi elettronici mi sale l’adrenalina. A volte sono un po’ una dannazione e riconosco di avere un’attrattiva alla quale spesso non riesco a resistere. Ho provato motivi di applicazione di qualche piccolo talento, come la risoluzione di certi enigmi e rompicapi. Quest’ultimi non solo su video, ma anche cartacei come la settimana enigmistica. Il cubo di Rubik è stata una mia sana ossessione per tempo, tant’è che ho dedicato un brano che s’intitola proprio Rubik.



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