Intervista a Greg Capullo: il Cavaliere oscuro da Frank Miller a Anno Zero

Creato il 06 novembre 2014 da Lospaziobianco.it @lospaziobianco

Insieme a pochi altri artisti (tra cui David Finch, Humberto Ramos e Tony S. Daniel), Greg Capullo è riuscito a restare per oltre vent’anni all’apice di un universo avvezzo a rapidi cambiamenti come quello dei comics USA.
Il suo primo lavoro da professionista è su Gore Shriek, serie horror indipendente consigliata a un pubblico maturo. Nel 1991 inizia a collaborare con la Marvel, realizzando storie per Quasar, X-Force e What If?.
Per la Image Comics lavora con Todd Mc Farlane sul personaggio di Spawn fino a diventare uno degli artisti che ne ha realizzato il maggior numero di storie. Dopo il debutto su Spawn #16 (per i testi di Grant Morrison), viene scelto dallo stesso Mc Farlane come artista regolare (a partire dal #26). Nel 1997 realizza poi testi e disegni di un progetto creator-owned, The Creech, di cui pubblica due miniserie da tre numeri, sempre per la Image.
Nel frattempo è impegnato anche nel mondo della musica metal: realizza cover per alcuni album di band come gli Iced Earth, Korn e Disturbed.
La sua storia recente è legata invece a doppio filo con il Cavaliere oscuro: nel 2011 la DC Comics rilancia tutti i suoi personaggi con nuovi numeri 1 e Capullo viene chiamato a realizzare i disegni delle storie di Batman, affiancato ai testi da Scott Snyder (già autore di American Vampire per l’etichetta Vertigo). La coppia Snyder/Capullo ottiene un buon successo sia di critica che di pubblico, riuscendo nel difficile compito di subentrare a Grant Morrison nella gestione del personaggio. Nel corso delle loro storie vengono introdotte nuove nemesi (come la Corte dei Gufi) e filoni narrativi (come Anno Zero) poi ripresi anche in altre serie collaterali.
Abbiamo raggiunto Greg Capullo dal vivo durante la scorsa Etna Comics, tenutasi a giugno di quest’anno.

Quale delle precedenti versioni di Batman ti ha influenzato di più? E quale dei tanti artisti che hanno avuto a che fare con il personaggio ti ha ispirato maggiormente?

Ovviamente siamo sempre esposti a serie tv, cartoni animati, film e tutto il resto. Entra tutto nel tuo cervello e in qualche modo esce dalle tue mani, ma ciò che mi ha influenzato di più è stato il magnifico Il Ritorno del Cavaliere Oscuro di Frank Miller. Lì Superman combatteva contro Batman e Batman indossava un’armatura. Quell’elmo alla Robocop che aveva, lo adoravo! Così quando ho creato il mio Batman ho pensato – per quanto io rispetti gli artisti che l’hanno fatto – che non mi era mai piaciuto quando il cappuccio di Batman diventava tutto spiegazzato per mostrare le sue espressioni, perché secondo me dovrebbe essere più un elmo, duro, che ti protegga. Non riesco a immaginare come una maschera possa farlo, quindi ho unito quell’idea con l’elmo piatto di Frank Miller e ho cercato di renderlo il più liscio possibile, anche come quello della serie animata, molto semplice e lineare. L’ispirazione principale è venuta da lì.

Per quanto riguarda gli artisti che mi hanno spinto a voler fare fumetti, c’è John Buscema, un “italiano” che ha lavorato molto alla Marvel quand’ero bambino. Un altro “italiano”: Frank Franzetta.

Come è nata la collaborazione con Scott Snyder? Lo conoscevi già come autore? In che modo integrate le sue sceneggiature con il tuo stile?
Diciamo che è stata pura fortuna. Scott ed io siamo stati messi insieme da poteri ben al di sopra di noi e sta funzionando. È qualcosa che non si può prevedere. Potresti avere la stessa dose di talento, uno scrittore o un artista altrettanto bravo, ma insieme non avrebbero lo stesso successo, per qualsiasi ragione. In qualche modo, non so come spiegarlo, Scott ed io sembriamo in grado di creare insieme un Batman che orde di fan apprezzano particolarmente. Siamo fortunati. Non saprei descrivere come funziona, ma il fatto stesso che funzioni è fantastico.

C’è una “data di scadenza” sul tuo lavoro sul personaggio e sulla tua run su di esso?
Ho ancora abbastanza strada da fare, secondo il mio contratto. Concluderò Anno Zero. Poi, stando al contratto, dopo l’ultimo capitolo di quell’arco narrativo, ho ancora altri diciassette numeri su Batman. Quindi resterò per un bel po’ di tempo.

Dove hai preso l’ispirazione per il bat-costume di Anno Zero, tranne, ovviamente, per i guanti viola?
L’idea di Scott sul Bruce Wayne di quel periodo è: molto appariscente, come un pavone. Di conseguenza voleva che il costume riflettesse la forte personalità di Bruce. È un po’ più giovane, un po’ più indisciplinato, un po’ più audace, un po’ più selvaggio e quindi Scott mi ha detto: “Voglio che il costume sia incredibile, con linee in stile gare automobilistiche“. Ha menzionato le linee e da lì sono andato al mio blocco da disegno e ho cercato di costruire un design completo. In sostanza è andata così. Molto appariscente, linee da corsa e così è nato tutto. Scott mi dà indicazioni a partire dalla sua mente e io cerco di seguire quella strada e di creare qualcosa di splendido. C’è molta collaborazione.

Qual è il personaggio che ti sei divertito di più a disegnare?
Mi sono divertito un sacco su Morte della Famiglia, una storia sul Joker. Di sicuro il Joker era tosto anche prima che gli venisse riattaccata la faccia, ma il modo in cui l’abbiamo fatto noi… è ancora più mostro. E chi non ama i mostri? Amiamo tutti i mostri.
In secondo luogo c’è Clayface, perché, appunto, si tratta di nuovo di un mostro.

Pensi che ci siano affinità tra la Gotham di Batman e la New York di Spawn?
Adesso che disegno Batman mi accorgo delle somiglianze in modo più familiare. Secondo me, l’intenzione di Todd [McFarlane] era di ricreare Batman, perché adesso riconosco collegamenti che prima non vedevo. C’è qualcosa di simile in Spawn, dove personaggi che dimorano nell’oscurità vagano costantemente tra i vicoli. In Spawn c’è il Clown, in Batman il Joker, e ora, ripensandoci, rimango di stucco. Là ci sono Sam & Twitch e qui ci sono Gordon e Bullock.
Ho notato altre somiglianze, ma non credo siano la stessa cosa, sono personaggi differenti. Non penso mai, nel modo più assoluto: “Che cosa farei se stessi disegnando Spawn adesso?“. Tratto Batman in modo completamente diverso.

Se un giorno dovessi ripensare a quello che hai fatto su Batman finora, cosa riconosceresti di aver aggiunto alla mitologia del personaggio?
È difficile dirlo mentre lo fai, non riesci a vedere così lontano perché sei occupato a farlo! Volendo essere obiettivi direi, probabilmente, Anno Zero. È un racconto delle origini che sfiderà il passare del tempo per un po’. Ma credo che sia una di quelle cose per cui devi aspettare qualche anno prima di poterlo riconoscere. Per ora mi terrò occupato lavorando. È difficile prevedere adesso ciò che sarà. Staremo a vedere.

Se dovessi pensare a un Elseworld di Batman che ti piacerebbe disegnare, quale sceglieresti?
Un Batman steampunk sarebbe stupendo! Età Vittoriana, ma con gadget e roba simile. Sarebbe interessante e si potrebbe creare una storia piuttosto cupa e inquietante, per quell’epoca. Anche Batman a cavallo di un dinosauro sarebbe forte (ride)!

Intervista realizzata in data 7/6/2014

Traduzione di Alessandra Cognetta


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