Ma è anche il posto in cui tutto è possibile e i sogni possono diventare realtà.
Abbiamo una visione anti-snob della letteratura. Crediamo che uno dei compiti di un editore sia quello di avvicinare la gente ai libri, non di allontanarla facendole credere di non essere all’altezza. A Las Vegas tolleriamo tutto, ma non le torri d’avorio."E allora andiamo a incominciare.
1) Una breve presentazione per i lettori?
Las Vegas edizioni è una casa editrice nata a Torino nel 2007. Ci occupiamo di narrativa e siamo distribuiti nazionalmente.2) Come ha iniziato a formarsi il progetto di aprire una casa editrice? E quand'è che ha preso la forma di Las Vegas?Dopo alcune esperienze come autore, io (Andrea Malabaila) ho pensato di provare a passare dall’altra parte della barricata. Dopo aver frequentato il Mip (Mettersi in proprio) e aver elaborato un business plan, è nata la casa editrice a cui ho deciso di dare un nome lontano dai soliti schemi.3) Avevi già avuto esperienze nel campo dell'editoria?Soltanto come autore, sia con un editore piccolo sia con un editore di un grande gruppo.Fare dei nomi sarebbe fare un torto a tutti gli altri, ma è chiaro che ognuno di noi ha i suoi preferiti. E il fatto che diversi nostri autori abbiamo pubblicato più di un titolo dimostra che l’affetto è reciproco. Ma comunque in questi casi si dice che il migliore è sempre il prossimo!
5) Ti va di parlarci della vostra formazione come lettori e dei vostri gusti in campo di libri? Magari potreste consigliarci qualche titolo.
Personalmente prediligo la narrativa realistica americana. Autori come Fitzgerald, Salinger, Steinbeck, Yates... Ma ho una passione neanche troppo segreta per Proust, che sto facendo leggere anche a Carlotta. Lei invece preferisce le storie fantastiche, anche se ci sono titoli che ci mettono d’accordo come Revolutionary Road...
6) Credo che Las Vegas abbia una sua voce riconoscibile e un'immagine ben precisa. Credete che l'identità sia un fattore importante per una casa editrice?
Sono contento che tu ci dica questa cosa! È ovvio che sia molto importante, ma questo vale per ogni marchio, che si occupi di libri o di scarpe o di spaghetti. Fin dall’inizio abbiamo puntato anche su una riconoscibilità grafica, proprio per differenziarci dall’enorme quantità di proposte editoriali.7) Domanda dolente. Cosa ne pensi dell'editoria in Italia?Credo che si pubblichino tanti bei libri, molti più di quanti non si creda, ma che siano sommersi da proposte che tentano di acchiappare il lettore mediamente distratto e disinteressato. Col rischio di perdere per sempre lui e molti altri. In un paese di non lettori dovremmo pianificare azioni più produttive, anche a lungo termine, invece molti editori puntano sul consumo immediato e “di moda”, con i risultati che vediamo.8) La mia domanda preferita, quella che faccio sempre: da editori, quali sono state le vostre esperienze più bislacche?Le fiere sono ricche di esperienze bislacche, perché molta gente si avvicina ai libri senza avere alcuna idea del lavoro che ci sta dietro. Alcuni li guardano come oggetti strani, o peggio ancora inutili, perché tanto che ci vuole a scrivere un libro? Secondo loro lo possono fare tutti. Figuriamoci poi che cosa ci vuole per pubblicarlo: l’editore è solo il capitalista brutto e cattivo che si approfitta del talento altrui. In un mondo del genere, in cui il lavoro degli altri non è valutato come dovrebbe, non stupisce che gli editori a pagamento continuino a prosperare nonostante tutta l’informazione che si è fatta grazie a Internet. 9) Qualche anticipazione sulle prossime uscite?La prossima uscita è il secondo titolo della collana tra fiction e non fiction. Si intitola Ho sposato mia suocera, l’ha scritto un autore torinese che si presenta sotto lo pseudonimo di Stefano Grimaldi, e sono sicuro che vi divertirà.