Intervista a Lucia, la vincitrice del nostro contest alle prese con il suo orto sinergico

Creato il 05 febbraio 2012 da Coltivareorto @ColtivarelOrto

Questa volta abbiamo intervistato Lucia, la vincitrice della copertina del nostro calendario, che ci ha parlato del suo piccolo ma importante orto sinergico.

1) Innanzitutto, congratulazioni per aver vinto il nostro piccolo contest. La tua foto era veramente bella, sembra costruita ad arte. Puoi raccontarci come ti è venuta l’idea per quel soggetto e quella composizione?
È stato un attimo! Guardando la pianta dei peperoncini mi sono accorta che era già un bouquet, e poi i tageti con il loro giallo mi sono sembrati perfetti..il tulle rosso che si intravede è quello dei confetti della mia laurea…il tutto su una delle zucche che ho seminato con mia madre!un personale omaggio “floreale” alla sinergia, che è la chiave di una “nuova” agricoltura e di una nuova condivisione della natura, da cui abbiamo tanto da imparare.

2) Come mai hai deciso di coltivare un orto?
La decisione è nata dopo aver letto molto sull’agricoltura sinergica, in un periodo (la scorsa primavera) in cui sentivo il bisogno di “crearmi” un rifugio. È stato molto efficace! Un’ ottima terapia contro la sensazione che nulla intorno cambi: guardare il tuo orto mutevole che nel silenzio più assoluto regala più emozioni di qualunque altra invenzione umana.

3) Hai un orto sinergico. Perché proprio questa scelta?
Vivo in una regione in cui il concetto di rispetto per l’ambiente fatica molto a prendere piede, nonostante ci siano molti giovani impegnati su vari fronti affinché qualcosa possa cambiare. Siamo figli di un tempo che ci vuole schiavi di prodotti chimici, bombardati da messaggi che vogliono allontanarci sempre più da uno stile di vita semplice con gravi ripercussioni sull’ambiente e sulla stessa società. Ci nutriamo di additivi alimentari dalla comprovata nocività e di alimenti le cui materie prime sono state coltivate, in gran parte, con metodi di agricoltura convenzionale. Ho un sogno di “decrescita” che mi fa sentire forte ed è per questo che ho deciso di sperimentare una tecnica le cui origini si perdono nella notte dei tempi quando la caccia era per gli uomini e l’agricoltura per le donne.

4) Quali sono gli ortaggi che coltivi di più?
Il mio orto è un bancale (a forma di mezzaluna), l’unità costitutiva di un orto sinergico per cui c’è di tutto un po’…pochi esemplari per ogni famiglia, seguendo le “regole” delle consociazioni: ho coltivato lattughe, cipolle, piselli, pomodori, fagiolini, fragole, carote e peperoncini; il tutto alla costante presenza di erbe aromatiche e officinali come salvia, basilico, maggiorana, menta, lavanda, calendula e di piante utili all’orto come tageti e nasturzi.

5) Quali difficoltà hai incontrato nel coltivare il tuo orto?
La difficoltà maggiore è stata con gli afidi sui fagiolini, avrei dovuto prevenire con il macerato di ortica.

6) Usi concimi e antiparassitari naturali?
Come antiparassitari uso il macerato ottenuto dall’ ortica che lascio crescere rigogliosa attorno all’orto, mentre per quel che riguarda la concimazione il terreno è pacciamato con paglia biologica che oltre a preservarne le naturali condizioni si decompone apportando ulteriore nutrimento.

7) Quali lavori sono indispensabili per un orto sinergico?
La maggior mole di lavoro in un orto sinergico è richiesta nella progettazione e realizzazione dei bancali, con un’accurata scelta delle piante e delle posizioni. Dopodiché il lavoro si limita all’aggiunta di paglia di tanto in tanto e al controllo delle infestanti che si riduce comunque moltissimo in quanto la pacciamatura non ne permette lo sviluppo.

8 ) In base alla tua esperienza, hai qualche consiglio da dare a chi inizia a fare l’orto?
A causa della mia breve esperienza e delle piccolissime dimensioni del mio orto a scopo “sperimentale” non mi sento molto nella posizione di dare consigli. Gli unici forse di leggere molto, di informarsi e di cercare le risposte nella tradizione del luogo in cui si sceglie di fare l’orto, magari utilizzando vecchie varietà dalla comprovata resistenza alle avversità. E poi di osservare e annotare tutto con cura, una buona organizzazione prima di passare alla pratica aiuta molto ad evitare errori in corso d’opera!

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