Intervista a Manuela Maroli

Creato il 18 dicembre 2015 da Wsf

The wounded child ( 2014 ) Bibliocaffè letterario, ROMA ( IT ) Thanks to Ilaria Palomba & Luigi Annibaldi

The wounded child ( 2014 ) Bibliocaffè letterario, ROMA ( IT ) Thanks to Ilaria Palomba & Luigi Annibaldi

In culo oggi no
mi fa male

E poi vorrei prima chiacchierare un po’ con te
perché ho stima del tuo intelletto

Si può supporre
che sia sufficiente
per chiavare in direzione della stratosfera

Jana Cernà
Benvenuta su Words Social forum Manuela!

Grazie dello spazio che mi avete concesso, affronto quest’intervista con la massima spontaneità e trasparenza, come se fossimo in un salotto tra amici e colgo l’occasione per salutare i lettori del vostro centro sociale dell’Arte!

Come e quando nasce il tuo percorso artistico “trasfigurativo” in Marked Melody?

Voglio fare una precisazione, il mio percorso artistico nasce nel 1999, nel campo della Body Art, la mia interiorità “chiamava” a gran voce, è iniziata così una ricerca dionisiaca appena dodicenne. Le mie ferite interiori sono emerse in superficie, nel mio caso nella carne. Era più che altro un’esigenza, un bisogno di comunicare la mia sofferenza, la mia gioia di vivere, la mia rabbia, la mia ribellione. L’esperienza di piercer è stata molto importante ed ha cambiato il mio rapporto con il corpo, riscoprendone la sacralità, la “religiosità”. All’epoca ero conosciuta come Manu piercer.

Arriviamo quindi alla “trasfigurazione”, nel 2010 nasce il Nick name “fotografico” Marked Melody, collaboravo con il video artista e docente DAMS Alessandro Amaducci e posavo, in qualità di modella/performer per una serie di opere fotografiche che furono esposte a Palazzo Leonardo a Torino. Volevo un nome che richiamasse la musicalità della Vita, dunque scelsi Melody, e Marked ( Marcata ) per via dei miei tratti somatici piuttosto marcati e androgeni; esprimeva bene anche la mia personalità impetuosa, “dinamitardica”. Nel 2013 è avvenuta la mia Rinascita ed ho iniziato a compiere atti poetici, ispirata inizialmente da una violenza verbale nei miei confronti, dalla rabbia creai: “Giù le mani dal clitoride” la mia prima performance. Fu uno scandalo a Torino soprattutto per l’immagine che avevo scelto come locandina, ho avuto infatti problemi di censura su facebook e il giorno della performance avevo il profilo bloccato. Ero sulla strada giusta, dunque! Una nuova me stessa era nata, un’altra era morta. Più mi riScoprivo, più avevo bisogno di tirar fuori i tesori che vi trovavo dentro.

Cosa pensi che Manuela invidi a Marked Melody e viceversa?

Bella domanda! Ho il Sole in Leone e il mio ascendente è Acquario ( come Carl Gustav Jung ). Questi due segni diametralmente opposti generano una “macchina” potente che se non gestita, può sbandare e andare fuori strada. Manuela e Melody sono rispettivamente il Leone e l’Acquario, nessuna ha nulla da invidiare all’altra, poiché in realtà sono una cosa sola.

Quali autori hanno maggiormente influenzato il tuo modo di creare?

Citerò artisti, scrittori, poeti e filosofi. Marcel Duchamp per la decontestualizzazione, Hakim Bey è invece il mio grande punto di riferimento a livello mistico, concettuale e poetico, Lao Tse per la saggezza, Alejandro Jodorowsky per la temerarietà, Ilaria Palomba ( filosofa e scrittrice ) per il pensiero critico del contemporaneo; infine grazie alle letture di alcuni testi di Claudio Marucchi ( filosofo e scrittore ) ho approfondito il misticismo ed altre conoscenze. Tuttavia, il mio modo di creare deriva dalla mia personale ricerca in cui fondo poesia, filosofia e misticismo libertario; sono molto ispirata dalle persone che mi capita di incontrare ogni giorno, o da emozioni che nascono a seguito di fatti importanti che accadono nella mia vita, in quella degli altri e ciò che accade nel mondo.

Untitled_Radura Photographer: Marika Maroli

Untitled_Radura Photographer: Marika Maroli

Untitled_Radura Photographer: Marika Maroli

Una delle artiste contemporanee di spicco della body art è senza dubbio Gina Pane che definiva le sue performance e il suo corpo in questa maniera: “Vivere il proprio corpo vuol dire allo stesso modo scoprire sia la propria debolezza, sia la tragica ed impietosa schiavitù delle proprie manchevolezze, della propria usura e della propria precarietà. Inoltre, questo significa prendere coscienza dei propri fantasmi che non sono nient’altro che il riflesso dei miti creati dalla società… il corpo (la sua gestualita) è una scrittura a tutto tondo, un sistema di segni che rappresentano, che traducono la ricerca infinita dell’Altro.”, che cos’è per te il corpo?

Per me il corpo è la tela più preziosa che esista, come ho detto molte volte, ed ho sempre vissuto il mio corpo come un’opera d’arte, grazie appunto alla mia esperienza di piercer; il corpo per me è Sacro ed ho un grande rispetto per la Vita, faccio arte pro-vita. Utilizzo il mio corpo come strumento di lotta contro il servilismo intellettuale, filosofico e spirituale. Il corpo è la poesia dell’anima.

Le tue performance si cibano non solo di poesia ma anche di sociale. Un’iniziativa particolarmente rilevante è stata: “giù le mani dal clitoride” esibizione nata per contrastare le mutilazioni genitali femminili.

Le mie opere nascono da un’idea, emozione, ispirazione. Dopodichè lascio fiammeggiare l’azione liberamente nell’improvvisazione. Dal momento che la maggior parte delle mie performance hanno un approccio che amo definire “individualmente collettivo” è molto importante il ruolo dei partecipanti. Spesso sono i partecipanti a creare le mie azioni, mi piace dare l’input e poi vedere cio’ che accade, è molto emozionante poiché non so mai cosa accadrà, e devo dire che l’empatia che si crea, le emozioni che si sprigionano sono potenti e davvero fantastiche, magiche direi!

Giù le mani dal clitoride ( 2013 ) Thanks to Manuela Livorno ( Go_Diva Worm Art ) Photographer: Fed Conti

Giù le mani dal clitoride ( 2013 ) Thanks to Manuela Livorno ( Go_Diva Worm Art ) Photographer: Fed Conti

“Dell’erotismo si può dire che è l’approvazione della vita fin dentro alla morte.” Bataille.
Che cosa c’è di concettualmente e visivamente erotico nel tuo modo di esibirti?

Il termine esibizione non si addice alle mie performance poiché le vivo con un sentimento di condivisione totale (scusate se sono così puntigliosa a volte, ma ci tengo ad essere precisa, per non essere fraintesa).
L’erotismo è uno scoppio, per questo motivo utilizzo i palloncini, amo trasmettere e comunicare una sensazione di travolgente meraviglia. Quando scoppio i palloncini sto comunicando: “ehi, sono qui, tu? ci sei? che fai? Sei sveglio, svegliati e stupisciti e stupiamoci, insieme! Utilizzo anche l’erotismo come strumento di sovversione, di ribellione; ad esempio nella mia performance “Me Lo Dia” avevo effettuato una vera e propria “distruzione creativa”, coinvolgendo l’erotismo in un contesto letterario/poetico; devo molto alle letture giovanili di De Sade, dalle quali rimasi completamente affascinata, insieme alle letture di Pierre Louis, Saffo e Jana Cerna, una delle mie scrittrici preferite; figlia della famosa Milena di Kafka.

Omnia vincit amor ( love conquers all ) 2015 Photographer: Stefano Boffi

Omnia vincit amor (Love conquers all) 2015 Photographer: Stefano Boffi

Omnia vincit amor (Love conquers all) 2015 Photographer: Stefano Boffi

Come definiresti la poesia?

La poesia è la sporcizia che pulisce il mondo, è fottere il presente in ogni posizione, è un calcio all’impossibile.

L’arte è per te santa o puttana?

Santa puttana. Amo unire gli opposti.

L’incontro con la scrittrice Ilaria Palomba (Homo Homini Virus) come ha modificato/arricchito il tuo modo di creare?

L’incontro con Ilaria è stato molto importante per me. Fui invitata da lei a fare una performance a Roma per la presentazione del suo saggio sulla Performance Art ed accettai subito. Rimasi estasiata dall’incontro con Ilaria, Olivia Balzar e Luigi Annibaldi, tre persone eccezionali. Posso affermare che il nostro incontro ci ha arricchite entrambe a livello interiore ed artistico. E’ stato uno scambio, un dare e ricevere. Amo tantissimo Ilaria, la sua intelligenza e la sua dolcezza, è una delle persone più importanti della mia Vita.

Homo homini virus ( 2015 ) Con Ilaria Palomba Cassero LGBT Center Photographer: Ariase Baretta

Homo homini virus ( 2015 ) Con Ilaria Palomba Cassero LGBT Center Photographer: Ariase Baretta

Come definiresti il connubio artistico che siete riuscite creare?

Potentissimo. Abbiamo creato la performance “My body is my spirit” durante il primo evento d’arte che ho curato per Svergin_Arte, il collettivo che ho fondato nel 2014. Ilaria ha espresso che non è più interessata alla performance art anche a causa di alcuni“artisti” che hanno mostrato il loro lato più individualista; siamo pieni di queste famose “prime donne”, che siano uomini o donne non importa. Capisco Ilaria perfettamente poiché ho vissuto i suoi stessi turbamenti. Suggerisco ai lettori di WSF di leggere il suo romanzo “Homo homini virus” che ha vinto, tra l’altro, il premio Carver 2015 e che spiega meglio di me queste dinamiche assurde. Questo è stato un anno molto difficile per me, mi sono fermata a riflettere su quale senso avesse continuare a fare performance art immersa in un ambiente che ho scoperto competitivo, freddo, ipocrita e crudele. Credo che chi faccia arte debba prendersi una grande responsabilità verso la collettività, da ciò ne consegue che non puoi batterti per ideali, erigendoti a paladino della giustizia e poi sei tu il primo a commettere ingiustizie! La maggior parte degli artisti che ho conosciuto sono troppo centrati su se stessi. L’egocentrismo, il narcisismo cela in realtà una grande carenza emotiva, molti artisti hanno l’unico interesse di ingigantire il loro Ego, di gonfiare il loro portafogli e non di essere parte di un progresso culturale! Vivono di invidia e gelosia, questo denota sicuramente una scarsa fiducia in se stessi e nelle proprie capacità. Per me non si possono nemmeno definire artisti, sono solo mestieranti. Per questi “artisti” fare arte è creare sotto le macerie degli altri. Lo trovo ripugnante.

La Fenice ( 2014 ) Thanks to Lavanderie Ramone Photographer: Sergio Cippo

La Fenice (2014) Thanks to Lavanderie Ramone Photographer: Sergio Cippo

La Fenice ( 2014 ) Thanks to Lavanderie Ramone Photographer: Sergio Cippo

La Fenice ( 2014 ) Thanks to Lavanderie Ramone Photographer: Sergio Cippo

La Fenice ( 2014 ) Thanks to Lavanderie Ramone Photographer: Sergio Cippo

Quanto è difficile essere “entità libere” nell’Italia di oggi?

E’ molto difficile. Bisogna lottare contro tutti, contro il mondo intero. Sono sicuramente una persona scomoda, e lo sarò sempre più, non me ne vogliate.

Puoi anticiparci qualcosa sui tuoi futuri progetti?

Vivere al meglio la mia Vita e migliorare la vita degli altri, della collettività. Mi aspetta il Tour “ME.LO.DIA” ed ho ideato insieme al mio uomo una performance live che proporrò a breve nelle Marche. A maggio avrò una piccola parte nel film “Fallacy”, sotto la regia di Kevin Bisbangian ( U.K. )

People Kill Artists ( 2015 ) Roma Thanks to Ilaria Palomba & Luigi Annibaldi Photographer: Serena Dattilo

People Kill Artists ( 2015 ) Roma Thanks to Ilaria Palomba & Luigi Annibaldi Photographer: Serena Dattilo

People Kill Artists ( 2015 ) Roma Thanks to Ilaria Palomba & Luigi Annibaldi Photographer: Serena Dattilo

Grazie Manuela!

Grazie a te Christian e allo staff di W.S.F.
Approffitto dello spazio concessomi, condividendo i miei links e faccio un appello a tutti gli artisti a visitare il mio gruppo di Svergin_Arte su facebook, gruppo dell’omonimo collettivo artistico e con il quale ho intenzione di creare davvero qualcosa di straordinario, se solo gli artisti iniziassero ad uscire dal loro narcisismo per giungere all’alterità. ( Siamo sempre lì, è un cane che si morde la coda ).
Credo che le collaborazioni artistiche siano molto stimolanti e favoriscano il vero progresso dell’umanità. Non dimenticate che tante rivoluzioni culturali del passato sono nate da collaborazioni artistiche tra varie personalità. Siamo niente senza l’Altro!

Links:
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