Biongiorno a tutti. Oggi è l’ultimo giorno di scuola. Meno male! E tra le tante cose da fare, ho deciso di intervistare Maria Grazia Crozzoli per i libri “Io, Claudia e Plük” e “PlüK, mia madre”.
Ecco l’intervista.
1)Cosa significa per te la scrittura? Che bella domanda . Non è facile rispondere. Nella scrittura, mi stacco dai deliri quotidiani, fermo i ricordi senza permettere che vaghino nell’oblio, concedo spazio alla fantasia, arricchisco me stessa, scambiando i miei pensieri con chi ha voglia di leggerli; ripercorro con più oculatezza ed attenzione eventi che mi hanno colpito e , magari li guardo da un’altra prospettiva trovando , nel negativo, la nota più solare
2) Comʼè stata la tua esperienza letteraria finʼora? Direi positiva, faticosa senza dubbi, ma positiva e comunque diversa per i rispettivi romanzi. Mentre nel primo “Io, Claudia e Plük”, c’era l’entusiasmo che mi ha accompagnato come esordiente, nel sequel “Plük, mia madre” è subentrata la paura di non farcela, il blocco dello scrittore faceva capolino di continuo, in alcune sequenze , le parole sembravano non sortire l’effetto che volevo dare. Spesso sono tornata sui miei passi, cancellando, ricostruendo, ricucendo in modo da non dare nulla per scontato. Errore facile quando si racconta, anche da un altro punto di vista, una storia vissuta realmente.
3) Quali soddisfazioni stai avendo con il tuo libro “Io, Claudia e PlüK”? La soddisfazione iniziale si è concretizzata nel momento in cui l’editore mi telefonò per dirmi che me lo avrebbe pubblicato. Faccio ancora presentazioni, anche se nel tempo si sono dileguate lasciando il posto al secondo romanzo”PlüK, mia madre” Direi che sono soddisfatta dei risultati e questo mi ha spinto a procedere con il seguito
4) Hai scritto anche il seguito “PlüK, mia madre”. Vuoi parlarcene in breve? In questo romanzo la voce narrante è Cico il quattro zampe figlio di Plük, nonché mio grande amore . Un boxer bianco che racconta la vita dal suo punto di vista. Mi sono immedesimata a tal punto nel suo essere tanto da dimenticarmi, mentre scrivevo, che alcuni pensieri sono tipicamente umani. Pensandoci attentamente, però, metterei comunque un dubbio su ciò. È vero, il cane è stato in qualche modo umanizzato, ma è stata una scelta voluta e accuratamente studiata, dandomi modo di osservare con più genuinità e senza fraintendimenti la vita nella sua completezza e portandomi alla conclusione che da loro abbiamo molto da imparare, anche solo godendo appieno del momento che stiamo vivendo
5) A quale sei più affezionata e perché. Sono affezionata ad entrambi. Hanno caratteristiche diverse. Il primo, nato per elaborare un lutto, il secondo per essere giusta nei confronti di un cane che ho amato alla follia e che alloggia sempre nel mio cuore.
6) Pensi di dare un seguito a questi due libri? Non saprei dire. Ad oggi sto procedendo su un genere completamente diverso, ma mi rendo conto che tutto ciò che ha una coda, riesce a smuovere il mio cuore e la mia fantasia a 360 gradi. Sicuramente Plük e Cico non saranno i protagonisti, ma nulla vieta che possa raccontare di altri cani che condividono la loro vita con la nostra famiglia. La vita riserva sorprese inaspettate, non si può mai dire.
7) Un consiglio per chi volesse scrivere un libro. Non sono brava a dare consigli, ma credo che la pazienza sia un’ottima alleata. Gli ostacoli non sono pochi. Credo che sia una buona scelta, fare sedimentare il romanzo e riprenderlo in mano dopo tre o quattro mesi senza non avere timore di essere, poi, criticati. Abbiamo tutti da imparare e possiamo migliorare sempre, se è la nostra strada. I proverbi hanno un fondo di verità: la fretta è una cattiva consigliera. Inoltre conviene sempre, prima di mandare un manoscritto ad un editore, conoscere il loro catalogo per non essere cestinati immediatamente . I tempi sono lunghi, bisogna pazientare.
8) Un link dove i lettori possano trovarti. https://www.facebook.com/mariagrazia.crozzoli;