Intervista a Mario De Martino

Creato il 08 febbraio 2013 da Rivista Fralerighe @RivFralerighe

Da Fralerighe n. 2

Casini editore lo definisce in quarta di copertina l’enfant prodige della narrativa italiana e non c’è che dire, ha proprio ragione!

Mario De Martino, un ragazzo che si distingue per ottimismo e intelligenza, è a soli diciotto anni, quasi diciannove, uno scrittore esperto e assennato.

Il suo romanzo “I figli di Atlantide” (Casini, 2011) è un thriller caratterizzato da un’ottima tecnica narrativa, un linguaggio disinvolto, personaggi perfettamente caratterizzati. In attesa della nuova avventura fanta-thriller in uscita a marzo, Antarctica, sentiamo cosa ci racconta del suo percorso narrativo ed editoriale.

1. Chi è Mario De Martino? Raccontaci un po’ di te.

È un ragazzo con la testa tra le nuvole, che adora inventare storie e condividerle con gli altri. Vive in provincia di Napoli, studia Lettere, legge (tanto), disegna (con risultati non sempre soddisfacenti), e scribacchia nelle ore più insolite.

2. Ancora prima di essere uno scrittore sei un lettore. Che tipo di lettore sei? Quali sono i tuoi autori preferiti? Vuoi farci la classifica dei tuoi tre libri preferiti? Cosa stai leggendo in questo momento?

Sono un lettore onnivoro, nel senso che leggo di tutto, dai classici alla narrativa di genere. Adoro Stephen King, J.K. Rowling e, a fasi alterne, Nick Hornby. Non sono bravo a stilare classifiche di libri “migliori”; spesso la lettura e il grado di apprezzamento di un libro sono influenzati da numerosi fattori (predisposizione in un determinato periodo, interesse per certi argomenti piuttosto che per altri ecc.). Diciamo che ho apprezzato moltissimo It, di Stephen King (e in generale apprezzo tutti i suoi lavori) e About a boy di Hornby. Mi piace moltissimo la narrativa per ragazzi. Ultimamente ho letto Flip – Scambio di persona, di Martyn Bedford, che ho trovato molto divertente e interessante.

3. Perché scrivi? E soprattutto cosa porta un ragazzo giovane come a te a scegliere di dedicare il proprio tempo libero a una passione che si svolge in silenzio, in solitudine e che comporta tanto studio e sacrificio?

E chi l’ha detto che la scrittura si svolge in silenzio? In realtà la lavorazione di un libro può essere molto rumorosa (già il tic tic dei tasti non è proprio silenzioso) e quando si inciampa nello scrittore pazzo che dialoga coi propri personaggi, è finita! Il fatto è che tutti gli scrittori hanno qualche rotella fuori posto. Credetemi, è un complimento. A lungo andare, la normalità stanca. Tornando alla domanda, il motivo per cui scrivo è che… mi piace scrivere. Sembrerà una risposta ovvia, sciocca, scontata… ma è così. Potrei dire che lo faccio perché voglio insegnare qualcosa, perché ho tanti buoni sentimenti da condividere, perché voglio dare il mio contributo al panorama letterario italiano… tante belle parole, okay, ma che contengono poca sostanza. A me piace scrivere, e credo di aver detto tutto.

4. Come si svolge il tuo processo creativo? Cosa accade prima che inizi a scrivere?

Uhm… prima di mettermi a scrivere accendo il computer. Non era una battuta: c’è chi scrive a penna e poi riporta al pc. Io non lo faccio, non ho tutta questa pazienza. Se scrivo è perché ho una storia da raccontare. Di solito, prima di cominciare ho già tutta la storia in mente.

5. Come crei le tue storie e i tuoi personaggi?

Semplice, non le creo. Di solito sono le storie a chiedere di essere raccontate.

6. La pubblicazione del tuo primo libro risale a quando eri giovanissimo. Vuoi raccontarci come hai vissuto quel momento e che impatto ha avuto sui tuoi famigliari, sulla tua cerchia di amici, sugli insegnanti a scuola e in generale sulle persone che ti erano vicine? Ti piacerebbe raccontarci qualche aneddoto?

In un attimo sono diventato “quello che scrive i libri”. Da bambino mi sarebbe piaciuto avere un soprannome, diciamo che sono stato accontentato. Sfogliare il proprio romanzo è sempre una grande emozione, che sia il primo o il trentesimo. Benché nel tempo la mia scrittura sia molto cambiata, il primo libro è sempre ricordato con particolare affetto.

7. Il tuo ultimo romanzo I figli di Atlantide denota una maturità stilistica e narrativa invidiabile anche tenendo conto che ti accostavi al genere thriller per la prima volta. Come sei approdato dalle prime opere fantasy e horror al thriller? E perché?

Essendo onnivoro, mi piace navigare tra i generi letterari senza limitazioni. È per questo che ho sperimentato varie strade: il fantasy, l’horror, la narrativa per ragazzi e il thriller. Quest’ultimo è quello che mi ha dato più soddisfazioni.

8. Vuoi raccontarci della tua nuova avventura thriller, con Casini editore?

Per la primavera 2012 è prevista l’uscita di Antarctica, un romanzo autoconclusivo (lo dico per tutti quelli che detestano le saghe) incentrato sul mistero degli oggetti volanti non identificati. L’uscita del volume è stata anticipata al Lucca Comics & Games 2011 e attualmente sono in attivo delle iniziative online volte a promuoverlo in vista dell’arrivo in libreria. Sono molto affezionato a questo romanzo, e spero piacerà anche ai lettori.

9. Una volta mi hai raccontato che hai un cassetto pieno di appunti e di idee per nuove storie, una sorta di “disco esterno” al quale attingi per iniziare una nuova opera. Quale sarà il prossimo appunto che toglierai dal cassetto? Di cosa parlerà la prossima storia tua che avremo il piacere di leggere?

Dopo Antarctica? Non saprei. Vorrei continuare la storia narrata ne I Figli di Atlantide e provare a cimentarmi nella “narrativa pura”. In ogni caso, nel 2012 è prevista la pubblicazione di alcune antologie che conterranno diversi miei lavori. Inoltre, c’è anche il progetto Little Dreamers, curato da Casini Editore e Moony Witcher per il quale ho già scritto qualcosa…

10. Ci sono tanti problemi legati all’editoria italiana, problemi che riguardano gli esordienti i cui lavori vengono spesso respinti e ai quali molte case editrici chiedono un contributo per pubblicare. Prima di terminare questa intervista, voglio chiedere a te, che sei stato un esordiente e che sei un inguaribile ottimista, cosa ne pensi e quale è stata la tua esperienza con gli editori che hanno pubblicato le tue opere.

Prima di inviare un manoscritto ponetevi una domanda: cosa vi aspettate dalla pubblicazione? È chiaro che un piccolo editore non ha le stesse possibilità di una Casa Editrice medio-grande, quindi non fate l’errore di desiderare la luna. Ricordate che si scrive principalmente per passione. La mia esperienza editoriale è stata positiva, anche perché ho sempre ricevuto ciò che mi aspettavo di ricevere. Tutto ciò che posso dire è non abbandonate i vostri sogni e… leggete tanto. Chi non legge non può scrivere!

La bibliografia di Mario De Martino:

Antarctica, Casini Editore, 2012 (Thriller)

I Figli di Atlantide, Casini Editore, 2011 (Thriller)

Con gli occhi dell’innocenza, 0111 Edizioni, 2010 (Horror)

L’Erede, i Sigilli del Male, Runde Taarn Edizioni, 2010 (Fantasy)

Justin Dave e il ragazzo venuto dal futuro, 0111 Edizioni, 2009 (Fantascienza/Narrativa per ragazzi)

L’Erede, la Spada del Re, Runde Taarn Edizioni, 2009 (Fantasy)

Mario de Martino e Anna Giraldo 



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